Ariano, anziana morta al Covid
Hospital: indagati due medici

Ariano, anziana morta al Covid Hospital: indagati due medici
Domenica 31 Maggio 2020, 11:51
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L'INCHIESTA
Antonello Plati
Morte sospetta all'ospedale Moscati. Avviata un'inchiesta dopo la denuncia dei familiari di una donna di 91 anni, Rosa Stiscia, di Ariano Irpino che, affetta dal nuovo coronavirus, è deceduta lo scorso 21 aprile nel Covid Hospital (la struttura allestita per far fronte all'emergenza sanitaria) dopo un mese e 5 giorni di ricovero. Ieri è stata eseguita l'autopsia sul corpo dell'anziana su disposizione del sostituto procuratore Vincenzo Toscano che indaga, per omicidio colposo, su due medici, un uomo e una donna, in servizio presso il nosocomio avellinese. Arrivata a Contrada Amoretta lo scorso 16 marzo, la novantunenne, pluripatologica, è stata ricoverata nel reparto di Medicina interna dove in seguito al tampone faringeo è risultata positiva al nuovo coronavirus. Quindi il 18 aprile il trasferimento nell'area subintensiva al primo piano del Covid Hospital, inaugurato il giorno prima nella palazzina ex Alpi e chiuso ieri dopo la guarigione degli ultimi due assistiti. Tre giorni dopo, il 21 aprile, i sanitari comunicano ai familiari che le condizioni della donna sono migliorate tanto da poter sospendere la ventilazione polmonare. Staccano, quindi, l'ossigeno ma dopo poco la situazione precipita. Un'ora dopo, il decesso. Adesso, i tre consulenti tecnici nominati dal pm - il medico legale Angelo Mascolo, il cardiologo anestesista Francesco Diurno e l'anatomopatologo Oscar Nappi - dovranno determinare se ci siano stati errori o imperizie da parte dei medici indagati (difesi dagli avvocati Enrico Matarazzo e Mario Chiusolo) o se, invece, la morte della signora non sia imputabile all'errore umano. Gli specialisti hanno novanta giorni per depositare la loro ricostruzioni chiarendo se possano ritenersi adeguate le scelte terapeutiche e di intervento praticate e se alle risultanze degli accertamenti svolti potevano imporsi altre e diverse opzioni rispetto a quelle praticate. Ma anche se c'è stata una corretta valutazione del caso clinico, in ogni suo aspetto, e ci siano state condotte colpose, attive o omissive, da parte dei sanitari. Gli indagati hanno nominato, come consulenti di parte, gli specialisti Vincenzo Morante e Noè De Stefano. L'indagine è scattata dopo la denuncia di una figlia dell'anziana, assistita dall'avvocato Domenico Carchia, che vuole sia fatta luce sulla morte della madre. «Ci sono dei sospetti in ordine alla correttezza delle terapie praticate», dice il legale. «Tuttavia, siamo di fronte a una materia nuova, quella che a che fare con il Covid-19, che non ha protocolli definiti. Siamo al livello di dubbi non di certezze prosegue Carchia l'unica cosa che sappiamo è che il decesso di è verificato un'ora dopo che hanno tolto l'ossigeno alla donna». L'età avanzata, secondo l'avvocato, non avrebbe però influito: «Non vogliamo assolutamente denigrare i medici, ma sono stati loro a dire che le condizioni di salute erano migliorate tanto da poter sospendere la ventilazione polmonare. Poi si è passati, nel giro di un'ora, da uno stato di salute ottimo alla morte: dobbiamo capire cosa è accaduto in quel lasso di tempo». Una prima risposta arriverà dal responso dell'autopsia effettuata ieri presso la sala settoria dell'Azienda ospedaliera «Moscati», tra l'altro il primo esame su un cadavere di una persona deceduta per Covid-19, come la stessa Azienda ha comunicato tramite una nota. «Il Ministero della Salute fanno sapere da Contrada Amoretta - ha emanato delle direttive particolarmente restrittive sulle procedure da seguire e i requisiti strutturali necessari per poter effettuare l'esame autoptico su pazienti Covid positivi. I locali della città ospedaliera destinati alle attività obitoriali, presentando già specifiche caratteristiche e la predisposizione per integrare le attività, sono stati in breve tempo adeguati alle misure indicate. Definito, quindi, nei minimi dettagli l'iter da seguire per l'esecuzione di autopsie ritenute ad alto rischio biologico per gli operatori, che saranno tenuti a rispettare precise raccomandazioni.
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