«Ospedali e liste d'attesa,
l'Asl Avellino cambi marcia»

«Ospedali e liste d'attesa, l'Asl Avellino cambi marcia»
di Antonello Plati
Domenica 7 Agosto 2022, 11:00
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«Ripristinare le relazioni coi sindacati», innanzitutto. Poi, «alleggerire le liste di attesa» e quindi «potenziare gli ospedali di Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi».

Le parti sociali fissano tre punti principali in attesa dell'insediamento del nuovo direttore generale dell'Asl di Avellino, Mario Nicola Ferrante, che da martedì prenderà il posto di Maria Morgante (che andrà a Benevento, all'Azienda ospedaliera San Pio, a sostituire proprio Ferrante), tornano ad occupare lo scranno detenuto già negli anni scorsi in qualità di commissario.

Licia Morsa, segretario generale della Funzione pubblica Cgil Avellino, premette: «Nel 2020, sono stati stanziati, su base regionale, 72 milioni di euro per il recupero delle liste di attesa in previsione di un dopo-covid che in realtà non è mai arrivato.

Ci troviamo adesso con persone che aspettano mesi per una prestazione specialistica anche in regime di urgenza». 

Altra tegola, quella dell'assistenza di prossimità: «Dalla guardia medica al 118 ed infine al pronto soccorso: tutte le strutture sono in affanno - prosegue Morsa - Una situazione che ha dei picchi di esasperazione e violenza rivolti verso chi si prende cura dei pazienti». Inoltre, «è dimostrato che il territorio, anche dove funziona, solleva comunque criticità. La soluzione sarebbe nelle nuove case della salute con gli ospedali di comunità e l'implementazione delle centrali operative territoriali: tutto quanto è in ballo con il Pnrr. Tuttavia, in provincia di Avellino le scelte dell'Asl, che però potrebbero essere ancora riviste, non convincono affatto». Morsa conclude: «Non chiediamo nessun miracolo a Ferrante. Le nostre ricette sono antiche, ma sono costruite con l'ascolto dei lavoratori della sanità provinciale; disarmanti, per quanto semplici e facili da realizzare. Tuttavia, da sempre si scontrano con il solito mare di carte a posto». In sintesi: «Avviare un dialogo reale con quello che resta dell'assistenza territoriale dell'Asl; creare protocolli di gestione con al centro il paziente; disporre un'assistenza sanitaria che tenga conto di prevenzione, cura e riabilitazione garantita dai professionisti sanitari di Asl ma anche dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Ognuno per competenza professionale e non per appartenenza aziendale. Per agire è necessario che oltre alla nostra buona volontà, le dirigenze di Asl e Moscati, con la politica territoriale, comincino a parlare di sviluppo reale e concreto e non di budget e tagli».

Il segretario generale dei pensionati Cisl Irpinia-Sannio, Raffaele Tangredi, lamenta il non funzionamento del call center. Quindi denuncia l'impossibilità di fare il vaccino contro il fuoco di Sant'Antonio: «Assistiamo - dice Tangredi - ancora una volta al mancato funzionamento del servizio di contatto telefonico, sbandierato dalla precedente direzione, per venire incontro alla condizione di tanti anziani costretti a vivere da soli e per i tanti cittadini che hanno la necessità di contattare l'Asl. Inoltre, fino a questo momento, nessuno ha dato disposizioni ai medici di base in merito sulle vaccinazioni contro il Fuoco di Sant'Antonio, che è una malattia scatenata dalla riattivazione della varicella e pertanto tutte le persone che hanno avuto tale malattia sono potenzialmente a rischio». 

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Gaetano Venezia, segretario generale Uil Fpl, mette invece subito in chiaro: «Ci auguriamo che con il nuovo direttore generale si possa instaurare un confronto leale che ci possa portare alla risoluzione della tante problematiche non gestite bene maniera dalla precedente direzione». Il gruppo dirigente Uil Fpl di Avellino presenterà le sue prerogative nel corso di un incontro che chiederà a Ferrante dopo Ferragosto: «Innanzitutto c'è la necessità di rendere più funzionali e fruibili i nostri ospedali, dando una seria programmazione ai servizi da erogare e quindi favorendo la stabilizzazione del personale medico che sceglierà di lavorare in Irpinia». Poi, «cercare di realizzare una rete territoriale che sia vicina al cittadino, attuando le strutture previste, tali da non far riversare tutte le richieste di assistenza agli ospedali».

Quindi, chiude il numero uno della Funzione Pubblica Uil, «un rafforzamento del personale medico e sanitario» e infine, «ascolto e maggiore dialogo con le parti sociali in rappresentanza dei lavoratori. Condizione, quest'ultima, troppo spesso disattesa dalla passata gestione». 

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