Aste, sindaco indagato per estorsione. La difesa: «Totalmente estraneo ai fatti»

Indagi della Dda di Napoli

Il sindaco di Monteforte Irpino Costantino Giordano
Il sindaco di Monteforte Irpino Costantino Giordano
di Alessandra Montalbetti
Domenica 5 Marzo 2023, 11:04
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Avviso di conclusione delle indagini per il sindaco di Monteforte Irpino, Costantino Giordano, e per Nicola Galdieri (detenuto), Renato Freda (ai domiciliari) e Armando Aprile (detenuto).
A firmare l'avviso, il pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Napoli, Anna Frasca. Ai quattro indagati raggiunti dalla chiusura delle indagini gli inquirenti contestano i reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso e turbativa d'asta. Al centro dell'inchiesta che vede indagato il primo cittadino di Monteforte Irpino, l'aggiudicazione all'incanto dell'ex ristorante O Pagliarone. Ad appropriarsi del bene finito all'asta Leondina Stellato, moglie di Gennaro Pascale, socio insieme al sindaco della Monteforte Srl.


«Ribadisco in maniera convinta di essere totalmente estraneo alle accuse, che sono false e, peraltro, infamanti», dice Giordano. «Ho ricevuto un avviso di garanzia in seguito a una serie di deposizioni farneticanti e mendaci». Inoltre, il primo cittadino di Monteforte precisa che «quella ricevuta è la prima comunicazione giudiziaria dall'inizio del procedimento». Quindi annuncia: «Mi difenderò nel pieno rispetto della legge e dei giudici per dimostrare la mia innocenza: da uomo delle istituzioni credo nella giustizia, ho piena fiducia nell'operato della magistratura e sono certo che la verità trionferà». Quindi Giordano esprime «profonda amarezza per quanto costretto ad affrontare a causa delle farneticazioni di determinati personaggi: sono un lavoratore da tutta la vita, un uomo onesto e un imprenditore stimato e affermato. Soprattutto, sono un sindaco di una comunità che mi conosce, mi apprezza, e ora più che mai mi sostiene. A tutti i miei concittadini dico: state tranquilli. La verità verrà a galla e, oggi come allora, continuerò a camminare a testa altissima».
Le indagini su quest'asta, svoltasi presso il tribunale di Avellino il 20 luglio del 2017, presero il via dopo le dichiarazioni dell'imputata nel filone Aste Ok, Livia Forte (detenuta nel carcere di Latina) rese al pubblico ministero Henry John Woodcock il 20 dicembre del 2020.

In quella sede, Forte disse che era stata costretta a fare un passo indietro per aggiudicarsi O Pagliarone, in quanto era stata «minacciata da Nicola Galdieri, accompagnato dall'attuale sindaco di Monteforte Irpino, Costantino Giordano».


Dunque, con le ulteriori indagini i carabinieri del nucleo investigativo acquisirono intercettazioni, ascoltarono altri testimoni e soprattutto acquisirono delle immagini che immortalavano Giordano e Nicola Galdieri darsi un bacio sulla guancia e salutarsi calorosamente. Indagini che hanno anche confermato quanto dichiarato da Forte in merito alla procedura di aggiudicazione. Ma dagli atti aggiuntivi e dalle attività di indagine effettuate dopo le dichiarazioni rese da Forte emerse che «Nicola Galdieri aveva chiesto la somma 120mila euro per far desistere Livia Forte dalla partecipazione all'asta in questione. Dopo le varie insistenze di Costantino Giordano che era favorevole a pagare questa tangente».
Dichiarazioni rese dal marito di Stellato, Gennaro Pascale, ascoltato come persona informata sui fatti. Pascale chiarì che «dopo varie insistenze di Giordano si recarono insieme a quest'ultimo a casa di Galdieri e consegnarono nelle mani di Nicola, come anticipo, la somma di 70mila euro in contanti. Quest'ultimo stabilì che i restanti 50mila dovevano essere rateizzati pagando 2mila euro al mese che avrei dovuto consegnare nelle mani di Giordano e lui avrebbe provveduto a consegnarle a Galdieri».
Dopo aver pagato sei mensilità secondo questa modalità per lasciare traccia di questa estorsione Pascale chiese a Nicola Galdieri una modalità di pagamento tracciabile. Emerse che Galdieri disse che avrebbe fatto emettere delle fatture nei confronti della società Monteforte s.r.l.r e che le stesse sarebbero state emesse da un'impresa di costruzioni. Circostanze che Giordano ha sempre smentito anche quando è stato ascoltato in aula lo scorso 30 gennaio.
 

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