Autostrade, inchiesta sui viadotti:
nuovi interrogatori in Procura

Autostrade, inchiesta sui viadotti: nuovi interrogatori in Procura
di Alessandra Montalbetti
Venerdì 12 Aprile 2019, 12:00
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L'inchiesta bis sulle barriere dell'A16, fra le uscite di Baiano e Benevento, è ormai alle battute finali. Ieri il procuratore Rosario Cantelmo e il pubblico ministero Cecilia Annecchini hanno ascoltato per ore un dipendente di una ditta, che nel passato ha avuto rapporti lavorativi con Autostrade per l'Italia Spa. Il dipendente della ditta esterna - che attualmente non ha più alcun legame di natura lavorativa con Aspi - si è occupato, negli anni passati, delle verifiche sui new jersey. Gli inquirenti sarebbero concentrati sugli anni 2016 - 2017, quando gli uffici ispettivi avrebbero rilevato delle inadempienze relative alla manutenzione delle barriere stradali. Intanto, la prossima settimana, sarebbero stati già programmati da parte della procura irpina, ulteriori audizioni con le quali l'inchiesta bis avviata dal procuratore di Avellino, Cantelmo potrebbe concludersi.
 
Pertanto a stretto giro potrebbero emergere i nominativi dei primi indagati, con l'avviso agli stessi della conclusione delle indagini. A dare un'ulteriore accelerata all'inchiesta, avviata da Cantelmo anche il deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado emessa dal giudice monocratico del tribunale di Avellino, Luigi Buono (8 condanne e 7 assoluzioni).

E l'attenzione del procuratore Cantelmo, difatti, sul fronte Autostrade, oltre ad essere puntata sull'inchiesta bis, è incentrata anche sull'analisi delle 378 pagine della sentenza, che ha mandati assolti i vertici della società. Non è escluso che il capo della procura avellinese possa, entro 45 giorni, dal deposito delle motivazioni, impugnare le assoluzioni, con formula piena, emesse dal giudice monocratico. Il termine per depositare l'appello è previsto per fine maggio. L'inchiesta prese il via dopo le dichiarazioni dell'ingegnere Felice Giuliani (il consulente nominato dal giudice del tribunale di Avellino, Luigi Buono nel processo sulla strage Acqualonga che puntò il dito sulla mancata manutenzione delle barriere laterali del viadotto e sul fenomeno dell'erosione delle parti metalliche conosciuto da sempre, a differenza dei consulenti di Aspi). Disse: «L'autobus condotto da Ciro Lametta, pur nella sua terribile deriva sarebbe stato concretamente trattenuto in carreggiata, fino al suo arresto definitivo, dalla barriera esistente se fosse stata correttamente manutenuta, come non fu».

Questi alcuni degli stralci della sua perizia depositata lo scorso 4 settembre e per la quale fu sentito in aula il 12 settembre. L'ingegnere, docente ordinario di Strade, Ferrovie e di aeroporti e titolare della cattedra delle Infrastrutture viarie e dei trasporti precisò che «un'attenta, costante e sistematica attività di manutenzione programmata integrata all'occorrenza da interventi di carattere straordinario avrebbe potuto certamente limitare o impedire il raggiungimento di uno stato di deterioramento così vistosamente avanzato della barriera laterale». Cantelmo - il primo procuratore ad avviare verifiche su gli altri viadotti autostradali del territorio irpino - affidò l'incarico a tre consulenti per i controlli.

I consulenti Andrea Demozzi, ingegnere trentino (nominato già dalla procura di Avellino nel processo del viadotto Acqualonga), il professore universitario Mariano Pernetti dell'Università di Napoli e il direttore del centro di ricerca Enea di Roma, Gerardo De Canio effettuarono subito i sopralluoghi sui viadotti individuati: Pietra gemma, Vallonalto II, Sabato, Vallone del duca, Carafone, Lenze pezze, Bosco grande, Del varco, Vallonalto I, Scofeta verginee, Francia.

A loro il compito di stabilire se le barriere installate, dal 2013 ad oggi, sono compatibili con le norme vigenti.
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