Finto pacco bomba all'imprenditore:
fu vittima di un attentato il 21 giugno

Finto pacco bomba all'imprenditore: fu vittima di un attentato il 21 giugno
di Vincenzo Castaldo
Lunedì 3 Dicembre 2018, 11:30
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LAURO - Torna la paura a Lauro, dove ieri mattina è scattato l'allarme bomba per la presenza di una valigia sospetta dinanzi all'ingresso dell'azienda edile di Patrizio Donnarumma in via Nuova a Fontenovella.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione locale e una squadra di artificieri proveniente da Napoli.

L'area è stata messa subito in sicurezza con l'ausilio degli agenti della Polizia municipale e la strada è stata parzialmente chiusa per circa tre ore.

Da una prima ricostruzione dei fatti, intorno alle 8,30 è stata segnalata ai carabinieri la presenza di una borsa sospetta dinanzi all'azienda edile e di movimento terra di Patrizio Donnarumma, 38enne di Bosagro di Quindici cognato di Fiore Graziano (figlio del boss Arturo). Così è scattato l'allarme.

I militari del maresciallo Savarese sono immediatamente corsi sul posto constatando la presenza di una borsa di medie dimensioni proprio davanti all'ingresso principale dell'impresa edile, che si trova a pochi metri dal noto caseificio Caracciolo.

Pare che la borsa fosse legata al cancello d'ingresso con un ferro filato. Così, con l'aiuto di tre agenti della Polizia municipale i militari hanno messo subito in sicurezza l'area. Poco dopo sono arrivati sul posto gli artificieri.

Questi ultimi, provenienti da Napoli, hanno effettuato un prima ispezione del luogo. Dopodiché, uno di loro ha avvicinato alla borsa sospetta un robottino radiocomandato che gli ha consentito di effettuare a debita distanza le prime analisi su di essa.

Esclusa la presenza di un ordigno al suo interno, è stato montato sul robottino radiocomandato un cannoncino, col quale poi è stato sparato sulla borsa un forte getto d'acqua che, col suo potere dirompente, l'ha fatta saltare in aria.

Al termine delle operazioni, gli artificieri hanno attestato che all'interno della borsa c'erano soltanto svariati indumenti e capi d'abbigliamento. Gli inquirenti comunque non sembrano avere dubbi: la borsa sarebbe stata legata al cancello d'ingresso dell'impresa edile di Patrizio Donnarumma col chiaro intento di intimidirlo.
 
Il giovane imprenditore di Bosagro di Quindici è stato già vittima di un atto intimidatorio lo scorso 21 giugno. Poco dopo le 22, una potente bomba carta è stata fatta esplodere sulla sua Fiat Panda parcheggiata in strada a pochi metri dall'abitazione, danneggiandola quasi tutta. L'episodio si è verificato alla vigilia del procedimento penale che vede fra gli imputati l'ex sindaco di Pago, Giuseppe Corcione, e alcuni membri della sua amministrazione coinvolti in vari filoni dell'inchiesta condotta dal pm Francesco Soviero. Donnarumma non ha però ceduto all'atto intimidatorio: il giorno dopo si è recato regolarmente al Tribunale collegiale di Avellino per far sentire in aula la sua versione dei fatti, confermando in larga parte le accuse di estorsione mosse nei confronti di V.L., uno degli imputati del procedimento, ritenuto dagli inquirenti un esponente di spicco del clan Cava. Si intensificano intanto i controlli delle forze dell'ordine nel vallo di Lauro. Qui, soltanto lo scorso febbraio si sono consumati ben due atti intimidatori.

A Moschiano sono stati esplosi ventisette colpi d'arma da fuoco di grosso calibro (probabilmente un fucile a pallettoni) contro il cancello d'ingresso della Impianti Calcestruzzi Selvestrini; a Quindici il capo dell'Ufficio tecnico comunale, l'architetto Benigno Camuso, si è visto recapitare una busta con all'interno un proiettile e una lettera minatoria. Per questi due episodi, le indagini sono ancora in corso.
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