Avellino, violenza al pronto soccorso:
il compagno della paziente picchia il vigilante

Avellino, violenza al pronto soccorso: il compagno della paziente picchia il vigilante
di Antonello Plati
Mercoledì 25 Agosto 2021, 10:30
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Schiaffi a una guardia giurata e minacce a medici e infermieri. Giornata di follia al pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. I fatti risalgono a domenica mattina, ma solo ieri, dopo la denuncia da parte dI una delle vittime, sono stati resi noti i particolari di quanto accaduto nel reparto di Emergenza di Contrada Amoretta. In mattinata, con il pronto soccorso già sovraffollato e con tempi di attesa piuttosto lunghi per i codici non urgenti, è arrivata una paziente di 38 anni residente a Melito in provincia di Napoli. La donna, investita da un auto all'uscita da un supermercato di Avellino, è stata accettata al triage in codice verde in quanto il trauma non era particolarmente grave. Tuttavia, il compagno della donna ha cominciato a inveire contro il personale sanitario, pretendendo che fosse visitata con urgenza dal medico di turno e chiedendo che fossero eseguite immediatamente le radiografie. Quando gli infermieri del triage hanno tentato di spiegare all'uomo che era necessario attendere, considerato che le condizioni della donna non destavano preoccupazione, sono scattate le minacce e le ingiurie.

I due non erano soli.

Arrivati ad Avellino anche un gruppo di amici (tutti provenienti dallo stesso comune del Napoletano), proprio loro hanno prima aggredito verbalmente i sanitari e poi si sono scagliati, nella zona della camera calda, contro il vigilantes di turno. Nel parapiglia, la guardia giurata è stata colpita più volte. Solo l'arrivo di una pattuglia della polizia (la domenica non è presente il drappello in pronto soccorso) ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente. Gli aggressori sono stati identificati e denunciati a piede libero. Una delle infermiere aggredite verbalmente in serata ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari per una forte tachicardia.

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Purtroppo la città ospedaliera di Avellino non è nuova a fatti del genere. Lo scorso dicembre, un altro episodio increscioso s'è verificato addirittura nel Covid Hospital, struttura che dovrebbe essere inaccessibile agli esterni. Un ragazzo e sua mamma riuscirono, però, in quell'occasione a entrare nella Palazzina Alpi eludendo i controlli della vigilianza, i cui uomini sono presenti all'ingresso del pian terreno dove c'è l'area verde, ovvero quella di degenza ordinaria. I due, una volta varcata la soglia, iniziarono a urlare chiedendo di poter vedere il proprio congiunto, un uomo di 65 anni residente a Mugnano del Cardinale, pensando addirittura di poterlo portare via. Tra i primi ad accorrere un'infermiera e un dottore di turno, che tentò, invano, di placare gli animi spiegando alla moglie e al figlio del degente che non era possibile fare visite ai contagiati. A quel punto, il giovane, un 37enne, sradicò dal muro un estintore, scaraventandolo contro il medico e colpendolo alla schiena.

Altro grave episodio, qualche mese prima, e di nuovo in pronto soccorso. Protagonista una ragazza di 28 anni di Avellino, giunta a bordo di un'ambulanza del 118 e accettata al triage in codice rosso a causa di un forte stato di agitazione. Entrata in reparto, in evidente alterazione psichica - lei stessa avrebbe poi dichiarato di aver assunto consistenti quantità di alcol - la donna inveì contro gli infermieri tentando ripetutamente di colpirli con calci e pugni. In quell'occasione, solo grazie all'intervento di altri operatori presenti in sala, la situazione tornò alla normalità. Secondo i dati dell'ultimo rapporto Inail su aggressioni lavorative nella sanità e assistenza sociale, negli ultimi 5 anni sono stati 11mila gli episodi di aggressioni al personale sanitario, con una media di oltre 2mila casi l'anno. A pagare le spese del fenomeno di attacchi nelle corsie ospedaliere sono soprattutto le donne che rappresentano il 72,4 per cento dei soggetti colpiti rispetto ai colleghi uomini.

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