Avellino, gli ambulanti avvertono:
«Assurdo fare il mercato con le trivelle»

Avellino, gli ambulanti avvertono: «Assurdo fare il mercato con le trivelle»
di Flavio Coppola
Lunedì 8 Marzo 2021, 08:45 - Ultimo agg. 9 Marzo, 18:54
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Gli ambulanti del mercato avvertono l'amministrazione: prima la caratterizzazione, poi il via libera a Campo Genova. Fino a quando il sito non sarà sicuro, bisognerà puntare su un'altra area. L'avvio del procedimento per la presentazione del piano di caratterizzazione ambientale della «Smile Arena», anticipato ieri da «Il Mattino», riapre la querelle sul mercato cittadino. Perché l'amministrazione comunale, che ora ha finalmente deciso di adempiere alla prescrizione che l'Arpac ha avanzato sull'area di Campo Genova a novembre scorso, immagina di poter fare sondaggi e trivellazioni su acque e suoli in contemporanea con lo svolgimento del mercato. Per gli ambulanti, che si erano opposti al Tar contro l'ipotesi in questione proprio per i rischi ambientali dell'area che aveva ospitato, tra le altre cose, le ecoballe, la caratterizzazione è invece la conferma che il rischio esiste ed è concreto. E insistono: «Non saremmo affatto tranquilli. anticipa il vice presidente provinciale di Confesercenti-Associazione degli imprenditori irpini, Peppino Innocente - Fermo restando il giudizio che il Tar esprimerà il 14 aprile andrà rispettato, perchè noi riconosciamo le autorità e le istituzioni, non sarebbe affatto così semplice fare un mercato anche alimentare in presenza di un'indagine ambientale tanto serrata. Non ci dimentichiamo continua che è stato acclarato che sotto al piazzale ci sono rifiuti di demolizioni e ricostruzioni. Che succederebbe si chiede se dalle nuove analisi emergessero poi ulteriori inquinanti? L'amministrazione si assumerebbe enormi responsabilità».

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Il monito è chiaro.

Innocente si rivolge al sindaco Festa: «Non siamo noi a dover dire se si possa fare o no. Ma il buon padre di famiglia, se c'è un solo dubbio, non espone la sua comunità. Prima si fanno le analisi e si vedono i risultati, poi si decide. Ma intanto noi dobbiamo lavorare, perché siamo fermi da oltre un anno e non certo per un capriccio». Invece è proprio questa la strategia sebbene temeraria che l'amministrazione comunale ha in mente e che ha comunicato anche al Tar. Perché forte dei pareri privati ottenuti - Piazza del Popolo non ritiene ci siano rischi per la salute delle persone. La vicenda, però, è evidentemente scivolosa. E si incrocia con la richiesta di risarcimento danni che i commercianti chiederanno se il Tar gli darà ragione come nel caso dell'associazione degli imprenditori irpini o hanno già chiesto, come fatto dagli ambulanti rappresentanti dall'«Ana», di Marrigo Rosato. «Il nostro legale ricorda quest'ultimo - ha già chiesto 10.000 euro per ogni ambulante. Ora mi chiedo: cosa succederebbe se facessimo il mercato a Campo Genova e poi si scoprisse, dal piano di caratterizzazione, che l'area era inquinata in maniera non solo potenziale, ma effettiva?».

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Gli ambulanti per il momento sanno una cosa sola: vogliono lavorare ma in sicurezza. «Per noi prosegue Marrigo Rosato il piano di caratterizzazione esclude la possibilità di fare il mercato, e in caso contrario non saremmo certamente tranquilli. Ma non siamo dei tecnici. Per contro, i nostri iscritti non ce la fanno più e, preso per il collo, qualcuno potrebbe accettare per necessità». Intanto, il rappresentante degli ambulanti si dice sorpreso: «E' davvero incredibile. Si dibatte sulla salubrità dell'area per il mercato, e intanto ci si fanno sopra i tamponi». Una sola strada metterebbe tutti d'accordo, ma il Comune non vuole seguirla: «Basterebbe riportare il mercato dov'era, sullo stadio, in una possibile coesistenza con i pochissimi bus che ci sono. Perché sarebbe più facile convivere con il piano di caratterizzazione?». In più, anche per Campo Genova, il sindacalista ricorda che mancano ancora diversi nulla osta: «Prima di tutto quello dell'Asl. - dice- E poi il Comune dovrebbe stilare la graduatoria, individuare i posteggi e le modalità». Senza contare che resta il nodo sul numero ridotto di posti disponibili rispetto al totale dei commercianti in attesa: «Dopo oltre un anno di crisi nera non potremmo accettare esclusioni». ricorda La vicenda, insomma, si preannuncia ancora di difficile soluzione. Tra risarcimenti, sentenze, indagini ambientali e bracci di ferro, l'unica certezza è che il ritorno del mercato ad Avellino resta una chimera.
 

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