Avellino, anagrafe nel caos
la Prefettura chiede chiarimenti

Avellino, anagrafe nel caos la Prefettura chiede chiarimenti
di Flavio Coppola
Mercoledì 2 Dicembre 2020, 09:01
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Il caos dell'Anagrafe finisce sotto la lente della Prefettura. E intanto riparte la protesta dei dipendenti. Il Palazzo del Governo ha indirizzato una missiva al Comune di Avellino, per chiedere «aggiornate notizie» rispetto ai possibili «disservizi agli uffici anagrafe ed elettorale, che si tradurrebbero in notevoli ritardi nei servizi resi all'utenza». Fatti che la Prefettura ha attinto a partire dall'annuncio di uno stato di agitazione dei funzionari, riportato da «Il Mattino». E che ora vuole approfondire. Esasperati dai carichi di lavoro e sottodimensionati, i dipendenti dell'Anagrafe avevano congelato la protesta quando l'amministrazione Festa, stante la «Zona rossa», aveva emanato una direttiva che lasciava aperti solo i servizi indifferibili, il lunedì, dalle 9 alle 12, e fino al 30 novembre. Ma anche quel provvedimento, che ora è scaduto, aveva innescato turbolenze interne ed assembramenti dell'utenza all'esterno.

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Tre giorni dopo, aspettando di conoscere le nuove disposizioni anche in vista della possibile attivazione della «zona gialla» - ieri l'ufficio era aperto e i dipendenti sostengono di averlo appreso solo la mattina - riecco la protesta.

I lavoratori escono allo scoperto e chiedono una generale riorganizzazione dei servizi e degli orari. Maria Carbone, dipendente dell'Anagrafe addetta alle Carte di Identità e sindacalista della Cgil, e Paolo Sarno, dipendente comunale e rappresentante sindacale del Csa, non ci girano intorno: «Fino a quando non arriverà il giusto personale, almeno 5 rinforzi, bisognerà aprire al pubblico a giorni alterni, per consentire ai pochi in servizio di diluire le richieste e smaltire contemporaneamente l'esorbitante lavoro interno. Altrimenti ripartiremo con lo stato di agitazione». I dipendenti chiariscono che i servizi indifferibili dovrebbero riguardare «solo i certificati di nascita e di morte, non le carte di identità»: «Il Governo - ricordano Sarno e Carbone le ha prorogate tutte al 30 aprile. Che senso ha lasciare aperto oggi questo servizio?».

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Intanto, le prenotazioni arrivano fino a febbraio. «Ne riceviamo 20-30 al giorno - continuano - quando il Ministero dice che dovremmo farne 12». Se sarà proclamata la «Zona gialla», il carico potrebbe addirittura aumentare. Ma preoccupano pure le modalità di accesso. «I cittadini continuano i sindacalisti devono poter entrare dall'accesso principale, posto al di sotto di Piazza del Popolo, perché altrimenti penseranno che l'Anagrafe sia completamente aperta. E non è così». L'esasperazione è già alle stelle: «Siamo rimasti in due a rilasciare le carte di identità aggiunge nel merito Carbone - e lavoriamo sotto uno stress incredibile. E' già capitato che abbiamo dovuto rimetterci dei soldi di tasca nostra». L'amministrazione, dal canto suo, ha promesso dei rinforzi. Intanto, non giova l' annuncio del sindaco Festa sul trasferimento del settore al Comando della polizia municipale: «Il problema chiosano Sarno e Carbone non riguardano il luogo ma il numero di dipendenti. E anche i vigili sono sottodimensionati». Che la condizione dell'ufficio più importante del Comune di Avellino fosse a tratti drammatica, lo aveva già comunicato per iscritto, al vicesindaco delegato al Personale, Laura Nargi, e al segretario generale, Vincenzo Lissa, la responsabile Maria Grazia Francesca. A fine ottobre lamentava «la grave situazione» e i «disagi preoccupanti». «Su pochi dipendenti presenti scriveva - grava un lavoro macroscopico per far fronte all'ingente quantità di utenti che si rivolgono agli sportelli, quasi a voler recuperare i disagi del lockdown». Consapevole delle criticità generali dell'ente sul nodo del personale, ammoniva: «I servizi demografici sono deputati a soddisfare un'inesauribile gamma di legittime richieste. Ai cittadini non importa nulla dei problemi dell'amministrazione. Continueranno a portarsi numerosi come sempre agli sportelli».
 

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