Avellino, sì al bilancio di Ciampi
ma è bufera sulla delibera

Avellino, sì al bilancio di Ciampi ma è bufera sulla delibera
di Flavio Coppola
Domenica 4 Novembre 2018, 09:00
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L'amministrazione Ciampi incassa il Consuntivo 2017 dopo essere stata ad un passo da un clamoroso suicidio. Il rendiconto della gestione intestata all'amministrazione di Paolo Foti, con 17 milioni circa di maggior disavanzo, passa dopo 7 ore e mezza di dibattito, con 13 voti.

A favore, il sindaco Vincenzo Ciampi, i consiglieri 5 Stelle Antonio Aquino, Alfonso Laudonia (sospeso), Elsa d'Aliasi, Fabio D'Alessandro e Lorenzo Ridente, i 2 di «Davvero» Gianluca Festa e Ugo Maggio, i dem Enza Ambrosone, Livio Petitto e Ivo Capone, il consigliere di «Avellino Democratica», Ettore Iacovacci, ed il collega di «Insieme Protagonisti», Stefano Luongo. Contraria solo la capogruppo di «SiPuò», Nadia Arace, si astengono i 5 «Popolari», i 3 di «MaiPiù», Dino Preziosi («La Svolta inizia da te») e Adriana Percopo («Avellino Libera è Progressista»). Assenti tutti gli altri.

Ma l'approvazione del documento basato sullo schema approvato dal commissario prefettizio, Mario Tommasino, arriva solo dopo l'emendamento riparatore proposto da Dino Preziosi, e poi rielaborato al termine di una drammatica conferenza dei capigruppo. La delibera, presentata inizialmente dall'assessore al Bilancio, Gianluca Forgione, e redatta secondo l'amministrazione dal dirigente alle Finanze, Gianluigi Marotta, non era legittima. Ai sensi dell'articolo 182 del Testo unico degli enti locali, l'amministrazione avrebbe dovuto allegare all'atto anche la proposta per il ripiano del disavanzo. L'imperfezione dell'atto era stata confermata clamorosamente nella conferenza dei capigruppo dal segretario, Vincenzo Lissa. Se il Consuntivo fosse passato senza l'emendamento, l' amministrazione sarebbe caduta subito dopo.

Di qui la necessità di un'integrazione in base alla quale «considerato il maggior disavanzo di amministrazione da 16,183 milioni e gli altri fattori di squilibrio, è inapplicabile la fattispecie dell'articolo 188, dovendo il Consiglio comunale apprestare una delle due misure possibili» (dissesto o pre dissesto, ndr), come evidenziato nel parere del dirigente Gianluigi Marotta e nella relazione dell' advisor, Vincenzo Cuzzola.
 
Determinato a procedere sulla via del dissesto, l'esecutivo Ciampi ha dovuto dunque sottoscrivere nuovamente la possibilità di valutare anche la via del pre-dissesto. Anche da qui, il voto favorevole all'emendamento della componente dem. Astenuti, tra gli altri, lo stesso Preziosi, che aveva chiesto l'eliminazione della parte che fa riferimento alla consulenza di Cuzzola, e il consigliere Alfonso Laudonia.

Pur avendo ottenuto l'approvazione del Consuntivo, l'amministrazione Ciampi è stata tuttavia oggetto di un coro unanime di critiche feroci. E le opposizioni hanno confermato la volontà di sfiduciarla. Enza Ambrosone, capogruppo del Pd, ha chiarito: «Non ci siamo sottratti al voto del bilancio per amore della città e della verità. Ma la vostra delibera, senza l'emendamento, ci avrebbe portato allo scioglimento dell'ente. A che gioco giocate?». Dino Preziosi, autore dell'emendamento iniziale che ha salvato la consiliatura, è altrettanto duro: «Bisognerà aprire una discussione politica rispetto a quel che accaduto. Anche al Comune c'è qualche manina che inserisce cose strane nelle delibere».

Tranchant il punto di vista del consigliere «Popolare», Nicola Giordano: «Fa specie che l'assessore Forgione non legga la delibera che presenta. Oggi non si certifica il disavanzo, ma la vostra inadeguatezza». Stesso registro per Luca Cipriano: «La delibera era sbagliata. Il sindaco spieghi chi ha sbagliato e perché è ancora in carica». Nadia Arace boccia il Consuntivo e l'amministrazione: «Il mio no è rafforzato da tanta incompetenza».
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