Avellino: all'ex Isochimica c'è il nulla dopo la bonifica. Polemiche anche per la fiera

Ancora non esiste un progetto vero e proprio

L'area dell'ex Isochimica ad Avellino
L'area dell'ex Isochimica ad Avellino
di Rossella Fierro
Domenica 21 Maggio 2023, 10:02
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A Bari, dove sorgeva l'ex Fibronit, realizzeranno il Parco della Rinascita, una vera e propria foresta urbana nel rispetto della memoria di quel luogo. Ad Avellino, al posto dell'ex Isochimica, un progetto sconosciuto». Così il capogruppo di "Avellino Prende Parte", Francesco Iandolo, che paragona i piani di trasformazione di due aree del Sud Italia la cui storia è tristemente legata all'amianto e ai danni che ha provocato alle persone e all'ambiente. L'idea di trasformare l'ex fabbrica pugliese che produceva manufatti in amianto in un mega parco con tanto di postazioni wi-fi, aree pic nic e giostrine per bambini, che diventerà realtà grazie ai fondi del Pnrr, piace all'esponente dell'opposizione che, invece, boccia il progetto di Festa di fare dell'ex fabbrica dei veleni di Borgo Ferrovia un'area mercatale con parcheggi di interscambio a servizio della Porta est della città. Una prospettiva che ha portato l'attuale amministrazione anche a modificare il terzo lotto della maxi bonifica per salvare dalla demolizione i due capannoni in cui venivano scoibentate le carrozze ferroviarie. Per Iandolo: «Festa dice di voler realizzare un'area fieristica a Borgo Ferrovia, ma non ha un vero e proprio progetto. In ogni caso quello che ha in mente il sindaco stride con la violenza che c'è stata per oltre quarant'anni in quella zona della città. Bisognerebbe fermarsi e aprire una fase di riflessione approfondita invitando alla partecipazione i cittadini di Borgo Ferrovia esattamente come è stato fatto a Bari per l'area ex Fibronit».

La proposta dell'esponente di minoranza è quella di legare la futura destinazione dell'ex fabbrica dei veleni alla funzione che l'intero quartiere dovrà assumere in futuro, contestualizzando ogni pianificazione ad un'azione omogenea di sviluppo e rilancio della zona che non può prescindere dalla stazione e dal trasporto su ferro. Iandolo spiega: «sarebbe stato molto più utile immaginare il Polo Universitario a Borgo Ferrovia invece che a Piazza del Popolo, per dare un senso nuovo al quartiere. D'altronde lo stesso Festa, sin dall'inizio del suo mandato, ha sempre detto di voler trasformare gli ex palazzi dei ferrovieri, attualmente in disuso, in residenze per studenti iscritti ai vicini Atenei di Salerno e Benevento, in previsione dell'elettrificazione della linea ferroviaria che collega Avellino ai due capoluoghi. Università significa vita, presenza di giovani che potrebbero ripopolare e rianimare il quartiere e le sue attività commerciali e, magari, fruire di un parco attrezzato nell'area ex Isochimica, esattamente come accadrà a Bari». Fondamentale, dunque, per il capogruppo di App, restituire i 42mila metri quadrati di superficie su cui si estende l'ex fabbrica dei veleni ad una funzione sociale condivisa, partendo dal presupposto che questa debba rappresentare una sorta di ristoro per il popoloso quartiere costretto per 40 anni a convivere con i veleni sprigionati da quella attività produttiva.

Ecco perché, dice, «auspichiamo una soluzione più rispettosa della storia di quel luogo in cui 333 giovani operai sono stati avvelenati dall'amianto con cui lavoravano e, con loro, l'intero quartiere. Pensare ad un'anonima area mercatale, senza ascoltare le persone e le loro esigenze, slegandola totalmente dalla presenza della stazione e dal possibile sviluppo della zona, suona come una scelta amministrativa calata dall'alto e di dubbia utilità. No all'area fiera, sì ad un coinvolgimento del quartiere, degli ex operai e dei familiari delle vittime. Solo così Borgo Ferrovia può davvero cambiare pagina e rifiorire». 

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