Avellino, l'appello del direttore sportivo
Di Somma ai tifosi: «Restiamo uniti»

Avellino, l'appello del direttore sportivo Di Somma ai tifosi: «Restiamo uniti»
di Titti Festa
Sabato 26 Ottobre 2019, 08:42
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C'è qualcosa nel suo sguardo che porta indietro nel tempo: quella fierezza mista a diffidenza che lo ha reso un vero capitano, un mito vivente. Quel mito che lo scorso agosto è tornato laddove era cresciuto e diventato un simbolo. Anche se forse Salvatore Di Somma si aspettava un ritorno in altro stile, in acque un po' più calme. Ed invece ha dovuto e deve tuttora affrontare la bufera, cercando di salvare il suo Avellino dal naufragio.

Qualche volta ha pensato anche di lasciare tutto ed andare via ma troppi ricordi, legami e il peso della storia che rappresenta lo hanno frenato. L'amarezza e il dispiacere lo hanno tormentato venerdì scorso, quando sono comparsi i primi striscioni contro di lui e Capuano, e la ferita ha cominciato a bruciare ancora di più domenica, dopo la contestazione. Per questo nella notte di Terni, dopo un colpaccio inaspettato, ha abbracciato forte il tecnico, la causa della frattura con parte della Curva Sud, a ribadire che avrebbe rifatto eccome quella scelta.

«La squadra spiega Di Somma questa estate era stata costruita per il 3-5-2: tra gli allenatori in circolazione Capuano è quello che sa interpretare meglio questo modulo. Quando abbiamo deciso di esonerare Ignoffo (del quale preferisce non parlare ndr) ho spinto per Eziolino: per me era la scelta migliore». Ed allora perché non puntare su di lui già due mesi e mezzo fa? «Perché allora c'era già grande confusione, malumore e preoccupazione per le vicende societarie. Sapevo che il tecnico non era voluto da parte della piazza e per questo ho preferito evitare, non ritenevo opportuno gettare altra benzina sul fuoco ed inasprire ancora di più le polemiche, rischiando anche sotto il profilo degli abbonamenti. Ma ammetto che un po' me ne pento visto quello che è successo poi».

Parole che sono state riferite anche ad una delegazione di tifosi che Di Somma ha incontrato nella mattinata di ieri allo stadio. «È stata una chiacchierata amicale, utile ed importante nella quale ci siamo spiegati e chiariti. Ci sono stati malintesi ed equivoci: di certo chi mi ha contestato non è impazzito, ma si è sentito tradito, continua il diesse - rispetto ad una promessa che avevo fatto. Il calcio però è come la vita, ci sono cambiamenti, si può invertire la rotta, e imboccare una strada diversa. Quello che conta ora è solo il bene dell'Avellino».

Da qui un appello. «Chiedo a tutti i tifosi, quelli della Sud ma anche della Terminio e della Montevergine di deporre l'ascia da guerra, di fare un passo indietro. E' necessario ricompattarci e salvare la squadra. Io farò in modo che il tecnico non vada sopra le righe, dentro e fuori dal campo, però rispetto al passato è molto cambiato». Anche se il suo obiettivo non è proprio la salvezza in realtà. «Io e Eziolino ci siamo fatti una promessa che preferisco non svelare per scaramanzia: e qui gli scappa un sorriso ne riparleremo più in là». E pensare che i due stavano arrivando alle mani. «Allenavamo entrambi: la gara era AlbanovaCavese e ci furono momenti di altissima tensione. Negli anni successivi però è cresciuta la stima tra noi». Come ha cambiato la squadra? «L'ha caricata: era piatta, spenta. Capuano l'ha modificata molto sotto il profilo mentale e dell'autostima. I ragazzi arrivano al campo sorridenti e allegri: il merito è tutto suo. Certo i risultati aiutano, ma aver ritrovato la serenità è fondamentale». Domenica c'è un altro scoglio affrontare: la Reggina, ancora imbattuta, di un altro allenatore focoso come Toscano. «Tra lui e l'Avellino continua Di Somma non si è creato grande feeling e credo che abbia voglia di rivincita. E' un'altra corazzata, insieme al Bari e alla Ternana, ha una rosa da serie B. Però dalla nostra noi abbiamo l'entusiasmo del momento e soprattutto le motivazioni e gli stimoli che, in gare del genere, vengono da sole, non hanno bisogno di particolari aiuti dall'esterno».

A proposito di esterno: la società è presente in questa fase? «Mauriello e Iuppa lo sono molto. Con De Cesare mi sono incontrato una volta, qualche mese fa. Mi fece una ottima impressione e mi sembrò molto affezionato al club. Mi disse di avere pazienza e che, una volta risolti i problemi della Sidigas, avrebbe reso l'Avellino grande. A me basterebbero tre innesti di spessore nel mercato di gennaio: sono convinto conclude il diesse biancoverde che così questa squadra sarebbe in grado davvero di farci divertire».
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