Avellino, Comune «blindato»
dopo l'aggressione con il martello

Avellino, Comune «blindato» dopo l'aggressione con il martello
di Flavio Coppola
Sabato 9 Marzo 2019, 12:00
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Da palazzo di vetro a caserma blindata. Il commissario di Piazza del Popolo, Giuseppe Priolo, inasprisce al massimo i controlli all'ingresso del Comune di Avellino e lascia alla porta cittadini e giornalisti.

All'indomani dell'aggressione subita dagli assistenti sociali del secondo piano di Palazzo di Città, da parte di una 49enne con problemi mentali che aveva nascosto nella borsetta un martello in ferro, prova a rispondere con il pugno di ferro. E torna in mente l'antico adagio sulla Basilica di Santa Chiara: «Dopo il furto, le porte di ferro». Il provvedimento firmato dal segretario facente funzioni, Gianluigi Marotta, infatti, finisce per alimentare un vero e proprio caos all'ingresso dell'ente. Uscieri costretti a recitare il ruolo dei secondini. Intanto, risulta evidente l'assenza di almeno un vigile urbano davanti alle porte di quella che una volta era chiamata la casa comunale. Molti i cittadini costretti al dietrofront per non essere riusciti a districarsi nella selva degli orari degli uffici e tra le maglie del provvedimento appena emanato. Tra questi, persino il segretario del sindacato Assocasa, Elio Amodeo.
 
In base alla nuova circolare comunale, dall'evocativo titolo, «Identificazione dell'utenza all'ingresso della sede comunale presso l'ufficio passi», gli uscieri «dovranno identificare compiutamente gli utenti all'ingresso della sede comunale, mediante esibizione del documento di identità e annotazione su apposito registro dei dati identificativi». Fin qui nulla di strano. L'accesso all'interno dell'ente, però, avverrà solo «previa registrazione dell'utente e rilascio di una targhetta indicante la destinazione». Diversamente, persino l'accesso al bar del Comune, al piano terra, resta inibito. Infatti, «è vietato l'ingresso nella sede comunale di soggetti non dipendenti al di fuori degli orari stabiliti, salvo appuntamenti presi con dirigenti e funzionari o amministratori ed organi istituzionali».

Peccato che alla prova dei fatti la stretta imposta dai commissari abbia creato più di un problema. Prima di tutto, come detto, per gli orari. Stando al cartello affisso all'ingresso del Comune, l'accesso al pubblico è garantito, di mattina, per appena due ore, ovvero dalle 9 alle 11, nei soli giorni dispari. Nulla da fare nei giorni pari, ad eccezione del martedì pomeriggio. Sempre stando a quanto è scritto sullo stesso cartello, ma a pennarello e con tanto di cancellatura, il martedì si può accedere almeno all'ufficio tributi, dalle 15 alle 17. Meno male. Osservando, però, il dettaglio dei giorni e degli orari dei diversi settori, il quadro è profondamente variegato. E molti anziani sono andati in tilt. Urbanistica, ad esempio, riceve il lunedì dalle 9 alle 11, il martedì, dalle 15 alle 17, e il venerdì ancora dalle 9 alle 11.

Poca sicurezza, nessuna flessibilità. Ed ecco i disservizi. Intorno alle 11.30, una donna, con il figlio iscritto all'Istituto Alberghiero, ha mostrato una comunicazione dello stesso Comune di Avellino, in cui la si invitata a recarsi alle 12 presso l'ente, per produrre autocertificazione relativa ai buoni libro. Ma essendo scaduto alle 11 l'orario di apertura al pubblico, non è riuscita a passare. «Sono venuta in bus da Pratola Serra ha spiegato in anticipo rispetto all'orario indicato nella mail proprio dal Comune. Ora dovrò ritornare la prossima settimana». Allo stesso modo, un'anziana non ha potuto recarsi all'ufficio tecnico. Caso ancor più paradossale, anche il segretario provinciale dell'Assocasa Ugl, Elio Amodeo, è rimasto alla porta: «Comprendo lo spirito della decisione del commissario, con cui abbiamo un buon rapporto ha commentato lasciando l'ente Ma una situazione del genere è inaccettabile». Accesso assolutamente negato, dopo le 11, ai giornalisti. C'era una volta la casa comunale.
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