De Luca e Festa, prove di disgelo
davanti al vescovo di Avellino

De Luca e Festa, prove di disgelo davanti al vescovo di Avellino
di Antonello Plati
Giovedì 30 Luglio 2020, 08:45 - Ultimo agg. 12:07
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Scoppia la pace tra il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e il sindaco di Avellino, Gianluca Festa. Dopo gli screzi a distanza durante il lockdown culminati nei cori anti-Salerno tra gli assembramenti della movida di via De Concilij ieri i due si sono incontrati all'inaugurazione del Polo giovani della Diocesi in via Morelli e Silvati.

Prima il saluto, gomito a gomito, con i volti distesi. Poi a margine della visita alla struttura, con il vescovo Arturo Aiello a fare da Cicerone (e forse pure da paciere), davanti al banchetto allestito nel parco adiacente la solita battuta del governatore rompe definitivamente il ghiaccio: «Adesso bevo la coca-cola, poi mi offri la granita quando il Comune dà l'autorizzazione per aprire il bar». Il riferimento è alla licenza che Piazza del Popolo dovrà concedere al Polo per l'apertura, appunto, di un punto ristoro. «Non c'è problema», ha risposto Festa col solito sorriso smagliante. Nessuna voglia, invece, di parlare di politica: «Ma quali regionali», risponde De Luca incalzato sulle prossime elezioni di settembre. E glissa pure sulla vicenda dell'ospedale Landolfi Solofra (che da marzo ha il Pronto soccorso chiuso e per il quale sono stanziati oltre 10 milioni di euro per la riqualificazione). Argomento, però, che sarà stato probabilmente approfondito con il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Moscati Renato Pizzuti (presente in platea con la compagna e direttore sanitario dell'Asl di Avellino Elvira Bianco), che sale a bordo dell'auto blu quando il governatore va via.

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Di emergenza Coronavirus e di misure per il contrasto parla, invece, sia dal pulpito allestito all'aperto, prendendo la parola dopo il vescovo, sia entrando nella sala al piano terra del Polo: «Non sprechiamo tutti i sacrifici fatti nei mesi passati: l'attenzione deve restare alta sia da parte di chi ha responsabilità istituzionale sia da parte dei cittadini. Tutti dobbiamo tenere gli occhi aperti ed essere responsabili».

Di qui, una stoccata al governo nazionale: «Quando da Roma hanno deciso di riaprire tutto, dalle attività economiche ai supermercati e le discoteche, ma soprattutto quando abbiamo riaperto le frontiere anche a paesi a forte contagio, era inevitabile che si registrasse un aumento di casi positivi. L'importante è che non vi sia un rilassamento come quello che abbiamo conosciuto nella ultime settimane». Quindi, rivolto ai giovani (pochi, per la verità, quelli presenti), dice: «Questo è un luogo straordinario di incontro per voi giovani. Non abbiate paura di me: quella sull'uso del lanciafiamme se fate le feste era solo una metafora. State tranquilli. E siate sempre responsabili. Anzi, fate una cosa adesso che tornate a casa: non mettete in croce i vostri padri che sono persone che hanno vissuto in modo religioso per costruire qualcosa da lasciare a chi viene dopo. Questa, badate bene, è una cosa estremamente moderna. Altro che cellulari e tablet».
 


Tra i promotori dell'iniziativa, il delegato del presidente per le Aree interne Francesco Todisco. «Con la sua inaugurazione - sottolinea Todisco - la città ha potuto conoscere, in ogni suo aspetto, la struttura del Polo Giovani. Senza la testardaggine, la capacità di visione, il coraggio del vescovo Aiello non sarebbe stato possibile». Determinante, secondo il consigliere, «è stata la concreta sensibilità del presidente De Luca che da subito ha creduto in questo progetto». Ora, il Polo può determinare una funzione nuova di Avellino: «Nella ricerca, nella formazione di altissimo profilo, nell'incontro fra le università campane e i pezzi produttivi migliori della nostra realtà. Inoltre, fra le altre attività, potrà ospitare il Centro di competenze delle Aree interne, un centro cioè che metta insieme il meglio delle realtà produttive con le università e i centri di ricerca campani con l'obiettivo di formare tante giovani competenze.
Senza perdere la sua identità di aggregazione dei giovani, il Polo può al proprio interno, per le dimensioni che ha, avere anche questa funzione».

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