Ucciso dai fidanzatini killer ad Avellino,
lo strazio della moglie ai funerali

Ucciso dai fidanzatini killer ad Avellino, lo strazio della moglie ai funerali
Martedì 27 Aprile 2021, 19:19 - Ultimo agg. 28 Aprile, 07:23
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«Grazie a questa madre che in un momento di tremendo dolore si è chinata sui propri figli ed è stata capace di dire parole di umanità e di speranza». Parole pronunciate da don Luciano Gubitosa dall'altare della chiesa di San Ciro, ad Avellino, dove sono stati celebrati i funerali di Aldo Gioia, il 53enne ucciso nel sonno dal fidanzato della figlia diciottenne alla cui relazione si opponeva. Il parroco di San Ciro ha abbracciato così Eliana, la moglie della vittima che ha deciso di non voler abbandonare al suo destino Elena, la figlia che con il fidanzato Giovanni aveva progettato non solo la morte del padre ma lo sterminio dell'intera famiglia. «Non posso lasciarla da sola», ha ripetuto Eliana anche ieri mentre in Tribunale si svolgeva l'udienza di convalida che ha confermato l'arresto in carcere per Giovanni Limata, 23 anni, e per la stessa Elena.

Durante il rito funebre, Eliana e l'altra figlia Emilia sono apparse piegate dal dolore e non hanno trattenuto il pianto.

Sono stati i fratelli di Aldo, Gaetano e Giancarlo Gioia, a portare a spalle la bara all'interno della chiesa. Come la madre, pensano che Elena, «la migliore figlia che un padre possa desiderare» avevano detto, sia stata vittima della relazione con il ragazzo originario di Cervinara che l'avrebbe progressivamente plagiata fino a concordare il piano che avrebbe dovuto portare anche alla uccisione della madre e della sorella.

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Al rito funebre ha partecipato anche il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, che ha espresso ai familiari il cordoglio e la vicinanza della città. Sul fronte delle indagini, dopo l'autopsia che ha accertato la presenza di almeno quattordici fendenti sul corpo di Aldo Gioia, quello mortale gli ha perforato un polmone, gli investigatori si concentrano sui momenti immediatamente successivi al delitto avvenuto al quinto piano di un condominio signorile in Corso Vittorio Emanuele, nel pieno centro di Avellino. In particolare, non disponendo né di un'auto né della patente, gli investigatori hanno concentrato le loro attenzioni su chi abbia riportato Giovanni Limata a Cervinara, luogo dove alcune ore dopo sarebbe stato arrestato nella casa dei genitori dagli agenti della Squadra Mobile di Avellino. Secondo quanto si apprende, sarebbe stata una ragazza di Cervinara, sua amica, a riportarlo con la sua auto a casa dei genitori. La giovane al momento non risulta tuttavia indagata. 

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