Avellino sull'orlo del crac, Ciampi:
«I consiglieri ora siano responsabili»

Avellino sull'orlo del crac, Ciampi: «I consiglieri ora siano responsabili»
di Flavio Coppola
Sabato 17 Novembre 2018, 14:00
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Amministrazione comunale appesa al filo del dissesto. Dopo la diffida giunta dalla Prefettura per l'approvazione degli equilibri di Bilancio, il sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, conferma che l'esecutivo non adempirà. Per contro, porterà in aula la dichiarazione di dissesto. Ma c'è il rischio che l'esecutivo non riesca a farcela prima che scadano i 20 giorni concessi dalla prefettura per gli assestamenti. A questo punto, l'ente rischia lo scioglimento.

Il primo cittadino, allora, chiarisce definitivamente la sua linea: «L' eventualità dello scioglimento dell'ente esiste, ma non voglio prenderla in considerazione. Invece, penso che il Consiglio comunale sarà chiamato ad una grandissima responsabilità, quella di pronunciarsi sul dissesto. Chi è stato eletto a rappresentare il popolo non potrà sottrarsi. Penso che nessun consigliere comunale possa assumere l' atteggiamento di Ponzio Pilato su un argomento così impor-tante. La giunta, del resto, si è presa la sua responsabilità in maniera piena e non torna indietro». Per il primo cittadino, solo resettando tutto si potrà riordinare il caos finanziario del Comune di Avellino. E confida pienamente nella extrema ratio del default: «In 3-5 anni, verremmo fuori dalle secche. Il dissesto non è una iattura sottolinea Al contrario, una volta che avremo fatto chiarezza sui conti, si potranno intraprendere tutte le iniziative necessarie per sanare la situazione. Veniamo da una situazione disastrosa, e con il dissesto creeremo una linea di demarcazione. Ripartiremo senza essere schiacciati da un fardello debitorio che ci creerebbe problemi per molti anni».
 
A chi, come i gruppo Pd e «Davvero», sembrerebbe più orientato a sostenere l'idea di un piano di riequilibrio quindicennale in pre-dissesto, magari in linea con il parere del dirigente alle Finanze, Gianluigi Marotta, Ciampi replica secco: «La scelta del dissesto è proiettata verso il futuro, il piano in pre-dissesto è una toppa sul presente, ma senza uno sguardo sul lungo periodo». Questa seconda strada, nel disegno dell'amministrazione, dunque, non esiste: «Non realizzeremo né gli assestamenti, né il piano di rientro, perché rappresentano strumenti in cui noi non crediamo. Sarebbe inutile lavorare ad una soluzione che non si ritiene utile». E non manca l'affondo a quanti hanno paventato nella dichiarazione di default un evento traumatico per il Comune e la città. «Non farei questo terrorismo psicologico. Non ci porterà alla rovina, né paralizzerà la vita amministrativa. I servizi pubblici saranno assolutamente garantiti. Il dissesto rimarca il primo cittadino - non diventi una psicosi o un alibi per qualcuno. L'unica cosa che non potremo fare saranno le grandi e inutili opere come il tunnel. Cureremo, invece, il decoro e la vivibilità».

La corsa contro il tempo innescata dalla Prefettura partirà ufficialmente all'inizio della prossima settimana, 5 giorni dopo l'invio formale della diffida al primo consigliere comunale. In aula si arriverebbe prima del 10 dicembre. Nel mezzo, un cammino tortuoso e pieno di ostacoli. Il primo, lunedì, sarà l'approvazione del Bilancio consolidato. Ciampi si mostra fiducioso: «La delibera di dissesto arriverà in Consiglio appena ci sarà la relazione dei revisori. Si ragioni con serenità e senza egoismi».
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