Avellino, M5S lancia la sfida finale
nel vecchio feudo democristiano

di Generoso Picone
Dai muri sono scomparsi i poster con il bacio tra Ciriaco De Mita e
Nicola Mancino, frottage di un impenitente emulo di Mimmo Rotella
sull'esempio di quello che a Roma vedeva avvinghiati Luigi Di
Maio e Matteo Salvini e qui sigilla la ritrovata intesa con
l'annuncio nel fumetto «E non ci lasceremo mai», ma
tra i manifesti elettorali sbuca ancora il simbolo storico della
Dc, la donna turrita a impersonare l'Italia che si protegge con
lo scudo crociato dalla falce e martello. Roba d'altre epoche,
l'ultima volta era apparso nel 1992 e poi era andato nel
ripostiglio della Prima Repubblica: lo ha riproposto Gianfranco
Rotondi, segretario di Rivoluzione Cristiana, per la lista a
sostegno del candidato sindaco di centrodestra Sabino Morano. Lui
dovrà fare a meno di Matteo Salvini, il neoministro leader
leghista ha fatto sapere che per intuibili sopravvenuti impegni non
potrà essere al comizio di chiusura di campagna elettorale:
giustificato, verrà appena possibile.
Di Maio ci sarà, invece. Il capo politico del M5S, appena nominato ministro nel governo di Giuseppe Conte, arriverà venerdì a lanciare la volata di Vincenzo Ciampi verso Palazzo di Città. Lui ad Avellino ci è nato - il 6 luglio 1986 però per ragioni soltanto di ospitalità clinica: ma su Avellino ha posto la bandierina della roccaforte da conquistare al centrosinistra, per farne il primo capoluogo di provincia della Campania amministrato dai Cinque Stelle, e verificare la tenuta del movimento dopo la svolta di Palazzo Chigi in un test di verifica dei poteri che va anche oltre il significato politico-amministrativo e assume il valore simbolico la cui ragione sta proprio in quella prova di street art beffarda e irriverente.
Martedì 5 Giugno 2018, 10:43
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Di Maio ci sarà, invece. Il capo politico del M5S, appena nominato ministro nel governo di Giuseppe Conte, arriverà venerdì a lanciare la volata di Vincenzo Ciampi verso Palazzo di Città. Lui ad Avellino ci è nato - il 6 luglio 1986 però per ragioni soltanto di ospitalità clinica: ma su Avellino ha posto la bandierina della roccaforte da conquistare al centrosinistra, per farne il primo capoluogo di provincia della Campania amministrato dai Cinque Stelle, e verificare la tenuta del movimento dopo la svolta di Palazzo Chigi in un test di verifica dei poteri che va anche oltre il significato politico-amministrativo e assume il valore simbolico la cui ragione sta proprio in quella prova di street art beffarda e irriverente.
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