La variante Omicron aleggia sugli ospedali irpini. E rischia di metterli in ginocchio. Troppi gli operatori sanitari contagiati (nessuno, per fortuna, è ricoverato). E anche il conteggio degli amministrativi positivi al Covid-19 è preoccupante.
Nella sola Azienda ospedaliera Moscati di Avellino sono più di 50 coloro che hanno contratto la malattia. Soltanto ieri sono emerse le positività di altri due dirigenti medici (uno dei quali in servizio nel pronto soccorso di Contrada Amoretta) e sono tre, al momento, i primari ancora in isolamento. Stessa cifra, più o meno, la si raggiunge mettendo insieme i due presidi gestiti dall'Asl di Avellino, il Frangipane di Ariano Irpino e il Criscuoli-Frieri di Sant'Angelo dei Lombardi.
Il rischio, allora, è quello di una paralisi del sistema sanitario provinciale proprio a causa dell'alto numero di operatori sanitari (medici, infermieri e Oss) e impiegati che hanno contratto l'infezione. Tutti in forma non grave, a conferma del fatto, se ancora ce ne fosse bisogno, dell'efficacia dei vaccini. Camici e colletti bianchi sono quasi tutti vaccinati con tre dosi. Tuttavia la positività li costringe a casa e i posti di lavoro restano sguarniti amplificando le difficoltà nell'assistenza in particolare a coloro i quali si recano in ospedale per altre patologie.
Fermi, per decreto, i ricoveri e gli interventi chirurgici in elezione, l'assenza di medici e infermieri assesta un altro duro colpo alle cure specialistiche e ambulatoriali.
È chiaro che così non si può andare avanti a lungo. Rimasti inascoltati, in questo senso, gli appelli delle parti sociali. Cgil, Cisl e Uil denunciano da tempo le troppe lacune del sistema sanitario regionale e provinciale. Il Nursind ha annunciato uno sciopero in programma per la fine del mese. I segretari generali di Fp Cgil, Licia Morsa, Cisl Fp, Antonio Santacroce, e Uil Fpl, Gaetano Venezia in più occasioni hanno chiesto alle direzioni strategiche di Azienda ospedaliera Moscati e Asl di Avellino di far lavorare con più sicurezza gli operatori infermieri e Oss in particolare maggiormente esposti al rischio contagio da Covid-19. Tuttavia al netto delle rassicurazioni, fino a questo momento «è stato fatto davvero poco, troppo poco». Morsa (Fp Cgil), ieri in un'intervista a Il Mattino, ha sottolineato: «In Irpinia si sta ripetendo, con minime variazioni sul tema, lo stesso copione della prima fase pandemica». Gli infermieri, più degli altri, portano il peso e pagano le conseguenze «del disastro organizzativo che si sta delineando» complice, come detto, l'impennata dei contagi. Queste sono alcune delle ragioni per cui la categoria è in stato d'agitazione da novembre scorso e con il Nursind sciopererà il prossimo 28 gennaio. Non solo operatori sanitari. C'è anche chi entra in ospedale per altre patologie e finisce per contrarre il Covid-19. L'ultimo caso in ordine di tempo è stato registrato alla città ospedaliera. Qui, martedì scorso, una paziente con problemi psichiatrici è arrivata in pronto soccorso dove il tampone rapido ha dato esito negativo. La donna è stata quindi trasferita nell'Spdc (un servizio gestito da personale dell'Asl di Avellino che di recente è stato trasferito dal Landolfi di Solofra alla Palazzina Alpi del Moscati). In reparto, il tampone molecolare di controllo ha dato, invece, positivo. Quindi la degente è stata prima isolata in reparto anche per l'assenza di percorsi protetti per trasferirla altrove. Successivamente è stata ricoverata nel Covid Hospital che si trova, come noto, nella stessa Palazzina.