Immobilizzati e minacciati, un'ora
di terrore nelle mani dei banditi

Immobilizzati e minacciati, un'ora di terrore nelle mani dei banditi
di Katiuscia Guarino
Mercoledì 9 Marzo 2022, 07:46 - Ultimo agg. 11:56
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Un'ora di terrore nelle mani dei banditi. Immobilizzati sotto la minaccia delle armi e picchiati. Non una mossa sbagliata per evitare di ricevere altre botte. Perché i cinque banditi hanno dimostrato di non avere scrupoli nei confronti dei componenti della famiglia Albanese, proprietari di un'autorimessa di Solofra, ostaggi di quella banda. La rapina l'altro ieri sera, con tanto di sequestro delle persone presenti in casa. E il cuore in gola per le sorti dei figli del titolare dell'attività. Uno è stato malmenato, l'altro portato via da due della gang per recuperare altro denaro all'interno dell'autorimessa - che si trova al piano terra dell'abitazione - e per assicurarsi minuti preziosi per la fuga prima dell'arrivo dei Carabinieri. La sequenza di quei sessanta minuti in balia dei delinquenti sarà difficile da dimenticare. I militari della Compagnia di Solofra, agli ordini del capitano Gianfranco Iannelli, stanno ricostruendo il film della rapina e del sequestro, ascoltando il racconto degli ostaggi e compiendo ogni accertamento necessario.

I fatti: cinque uomini, armati di pistola, hanno fatto irruzione nell'abitazione del titolare dell'autorimessa in via Sant'Andrea Apostolo, poco prima delle 21 dell'altro ieri sera. Tutti irriconoscibili, perché con volto travisato. Forse stranieri dell'est dell'Europa, secondo quanto è emerso dalla versione fornita dalle vittime.

Hanno agito da professionisti. Si sono mossi in base a una strategia ben pianificata, sapendo dove e come colpire per ottenere il massimo.

Per agguantare un bottino sostanzioso. Così è stato. Anche se non è stato ancora quantificato. Hanno tenuto in scacco la famiglia, puntando le pistole e non risparmiando nessuno dalle botte. Insomma, minuti che non passavano mai. I rapinatori non si sono accontentati neanche del malloppo che avevano già racimolato, quando il capofamiglia aveva consegnato loro orologi, oro, oggetti preziosi, denaro contante e tutto quanto di valore aveva in casa, insieme a una pistola legalmente detenuta. L'incubo è continuato: hanno preso in ostaggio uno dei figli, un ragazzo di 20 anni, e lo hanno costretto a seguirli nei locali dell'autorimessa dove sempre sotto la minaccia delle armi si sono fatti consegnare altri contanti. Nel frattempo il fratello del titolare dell'autorimessa, che era passato in zona con la sua auto, si è insospettito dagli strani movimenti e ha deciso di raggiungere i locali dell'attività. Qui si è imbattuto nei malviventi e nel nipote. Anche lui minacciato, è stato costretto a consegnare l'orologio e le chiavi dell'auto, una Hyundai I10. Quindi, la fuga di due della banda con il ragazzo. Il giovane è stato rilasciato dopo qualche chilometro in strada, mentre i malviventi sono tornati presso l'abitazione delle vittime per recuperare i complici. Ad attenderli due auto, una Maserati e un'Audi entrambe di colore scuro a bordo delle quali sono fuggiti i rapinatori.


Immediata la richiesta di aiuto ai carabinieri. In pochi minuti sono arrivati i militari dell'Arma che hanno raccolto le prime informazioni sull'accaduto. Hanno poi fatto scattare la caccia ai rapinatori. I Carabinieri hanno pattugliato le strade interne del Solofrano e del Montorese, oltre il raccordo Avellino-Salerno. Presidiate tutte le possibili vie di fuga dei banditi. Ritrovata la Hyundai I10 sottratta al fratello della vittima che era stata abbandonata dai malviventi. Al vaglio dei militari dell'Arma ci sono le immagini della videosorveglianza dell'autorimessa e degli impianti pubblici e privati della zona. Appena qualche settimana fa al fratello del titolare dell'autorimessa era stato rubato un carroattrezzi.

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