Avellino, inchiesta sul Moscati:
il pm manda i dirigenti dai carabinieri

Avellino, inchiesta sul Moscati: il pm manda i dirigenti dai carabinieri
di Gianni Colucci
Mercoledì 13 Maggio 2020, 08:44 - Ultimo agg. 11:54
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Quali sono state le procedure seguite per individuare i positivi al Moscati? E' la domanda che fa da sottotesto all'inchiesta che sta svolgendo la procura di Avellino. Da ieri si stanno recando presso il comando provinciale su convocazione dei carabinieri, a loro volta incaricati dal magistrato, coloro i quali possono contribuire a ricostruire cosa accadeva nei giorni drammatici e convulsi dell'emergenza Covid presso la città ospedaliera. Almeno dieci le audizioni.L'attendibilità di procedure e macchinari di laboratorio e la ricostruzione del caso specifico relativo all'operatore sanitario positivo al gene N diventano dunque il focus dell'inchiesta.
E poi, quali i tempi con cui sono stati rimessi in servizio i dipendenti che erano in un primo momento risultati positivi al tampone? Infine, qual è stata la procedura per ritenere uno dei sanitari trovato sensibile al gene N compatibile con l'attività in corsia? Tra l'altro, il caso di positività al gene N - positività controversa nell'interpretazione degli esperti -, è stata inspiegabilmente taciuta dai vertici di Contrada Amoretta e resa nota soltanto in un secondo momento, dopo che ne è stata data notizia su queste stesse colonne. La ricostruzione è tutta al vaglio degli inquirenti e gli interessati sono nella piena condizione di poter fornire la loro versione all'autorità giudiziaria. Sono diverse le domande che i carabinieri stanno ponendo in queste ore a medici e infermieri e responsabili amministrativi dell'azienda Moscati di Avellino. L'obiettivo è ricostruire gli scenari che hanno avuto l'esito deflagrante del 20 aprile scorso, quando 8 sanitari sono risultati positivi al Covid, per essere dichiarati, dopo ulteriori verifiche, tutti negativi.

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Il fascicolo intestato a ignoti è stato affidato al pm Vincenzo Russo. Su delega della Procura, gli uomini del Reparto investigativo guidato dal capitano Quintino Russo, da ieri stanno ascoltando persone convocate come informate sui fatti.
«Lo scorso 20 aprile sono risultati 8 casi di positività in soggetti asintomatici.- spiegano dal Moscati - . Ciò ha fatto scattare immediatamente la sospensione dal servizio di tutti gli interessati. Contemporaneamente, sono stati avviati i controlli, con la ripetizione (2 volte) dei tamponi, l'esecuzione dei test sierologici sugli stessi soggetti e l'invio dei tamponi già esaminati dal laboratorio di Virologia della Città Ospedaliera al laboratorio di riferimento regionale dell'ospedale Cotugno di Napoli, con la finalità di eseguire controlli di qualità». La vicenda esplode il 20 aprile, quando in un unica batteria di controlli emergono le otto positività. Sembrò immediatamente un'anomalia: al di fuori dei 12 casi di positività al Coronavirus degli operatori della centrale 118 e di un caso rilevato durante una visita di controllo per l'assunzione di un infermiere di Mantova, fino al 20 aprile erano 8 i dipendenti del Moscati positivi al Coronavirus. Poi la comunicazione dal laboratorio del 21 aprile degli 8 nuovi casi in una sola seduta richiesero un approfondimento che il manager Pizzuti ordinò al Cotugno.
«L'esito dei vari esami - continua nella ricostruzione l'azienda - dava una doppia negatività per ciascun soggetto ai nuovi tamponi, negatività della sierologia, mentre i risultati del controllo di qualità evidenziavano 7 negatività e 1 positività per gene N. Pertanto, sulla base delle negatività dei test del Moscati, tutti i soggetti venivano riammessi in servizio a partire dal 28 aprile scorso. L'azienda ribadisce che tutti gli 8 dipendenti sono stati sospesi dal servizio e riammessi solo dopo l'esito negativo di 2 tamponi e del test sierologico».
In realtà, la procura di Avellino stava lavorando da oltre un mese, da quando in sostanza è scattata l'emergenza Covid, su questioni relative alla gestione degli accessi in ospedale di potenziali persone infette. E la questione della positività dei sanitari resta sullo sfondo. Sulla vicenda interviene anche il sindaco di Avellino Gianluca Festa che parla anche da biologo: «E' evidente che deve essere l'azienda ad esprimersi, ed ho massima fiducia in Pizzuti. Ma c'è una questione di procedura. Bisognerebbe spiegare come funziona l'esame molecolare e affermare che non c'è stato errore umano».
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