Avellino, l'ipotesi della regia unica:
vecchi e nuovi clan dietro tutti i raid

Avellino, l'ipotesi della regia unica: vecchi e nuovi clan dietro tutti i raid
di Gianni Colucci
Venerdì 4 Ottobre 2019, 12:00
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Ecco gli interrogativi sul tavolo dei magistrati che ieri si sono scambiati documenti al terzo piano del palazzo di giustizia. Innanzitutto qual è il legame tra lattentato a Genovese e quello a Galluccio. Avvenuti nella stessa notte hanno in comune la stessa determinazione a mostrare i muscoli. In un caso perché avvenuto sotto casa dell'ex consigliere comunale, nell'altro perché fu usata una bomba che, fosse esplosa nell'auto con il conducente a bordo, avrebbe avuto effetti letali. L'ipotesi di una regia unica non è esclusa. La pista dei clan del Vallo è prioritaria.
 
Due azioni dimostrative che rivestono significati precisi secondo gli investigatori. Sono una decina gli indagati al momento, per Damiano Genovese, attualmente ai domiciliari, vale sostanzialmente la denuncia per ricettazione e possesso illegale di arma da fuoco (fu trovata una pistola in casa sua nei controlli successivi all'attentato).

Ma ci sono altri due momenti significativi nella settimana di fuoco, l'ultima di settembre, che ha sconvolto la città. Quello relativo al messaggio minatorio alla procura: una bomba esploderà in tribunale nel giorno della sentenza Tornatore, diceva il foglietto ritrovato in un bar; l'altro episodio riguarda il pestaggio a Giacobbe, il consigliere comunale alla Sicurezza. Per quest'ultimo episodio è indagato un 27 enne che è accusato di lesioni ma anche di tentata estorsione. Giacobbe nega di aver conosciuto l'aggressore; nega che ci siano state richieste estorsive. Il giovane da una versione totalmente diversa e parla della mancata concessione di un contributo ad un torneo di calcio come motivo del pestaggio. Azione che prevede l'ingenua modalità dell'uso del proprio scooter. L'episodio fa pensare: cosa alimenta l'idea che un organizzatore di un torneo sportivo debba pretendere il patrocinio comunale? Giacobbe spiegò: «Anche il sindaco mi ha invitato a dire con chiarezza qualche no in più».

In un comune dove si può tentare di estorcere un contributo ad un amministratore (secondo l'ipotesi accusatoria), un'emergenza forse esiste. E se c'è chi spara impunemente e mette ordigni nelle auto, significa che qualcuno deve mostrare la propria potenza. A chi? Scoprirlo è l'obbiettivo che si è posto il pool della Dda.
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