Isochimica: entro giugno
il verdetto di primo grado

Isochimica: entro giugno il verdetto di primo grado
di Rossella Fierro
Sabato 12 Settembre 2020, 09:22 - Ultimo agg. 18:48
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Dopo sette mesi dall'ultima udienza, riprende il processo ex Isochimica con l'auspicio del giudice Matarazzo di chiudere la fase istruttoria entro la fine dell'anno.

Nell'aula bunker del carcere di Poggioreale predisposta per mantenere il distanziamento, dopo aver misurato la temperatura corporea, giudici, pm e avvocati hanno fatto il loro ingresso per la prima volta dal 28 febbraio scorso quando si era tenuta l'ultima udienza prima del lockdown e della sospensione. Lunghi mesi passati e che hanno visto anche l'uscita di scena dal processo di uno dei principali protagonisti, il procuratore Rosario Cantelmo che non è riuscito, prima del pensionamento, ad ascoltare la sentenza di primo grado del processo a cui lui stesso aveva lavorato per anni. Un tempo sospeso ma solo per la giustizia: la lunga scia di morti tra gli ex scoibentatori della fabbrica dei veleni non si è infatti fermata. Il macabro conteggio è salito a 30 vittime: il 22 giugno gli «ex amiantini» della fabbrica di Elio Graziano hanno detto addio al collega Francesco D'Amato, 77 anni, anche lui tra le parti civili costituitesi al processo. Era uno degli operai più anziani, assunto dalla fabbrica di Borgo Ferrovia nel 1983 all'età di 41 anni. Ieri i familiari di D'Amato, assistiti dall'avvocato Brigida Cesta, si sono costituiti parte civile in qualità di eredi forti di una documentazione medica che lascia poco spazio all'immaginazione: già nel 2012 le pleure di D'Amato apparivano compromesse e, dalle Tac toraciche e dalle spirometrie a cui l'uomo si era sottoposto, erano risultati subito chiari i segni dell'inalazione di amianto, ispessimento pleurico, strie fibrodisventilatorie, calcificazioni sulla pleura, disventilazione restrittiva, un principio di enfisema polmonare fino all'ultimo ricovero per una violenta crisi respiratoria alcune settimane prima della morte. Assenti gli ex operai che hanno preferito, anche alla luce della loro condizione di salute già compromessa, evitare il viaggio a Napoli e il rischio di incorrere in assembramenti su mezzi pubblici o durante il tragitto verso il carcere di Poggioreale, il Giudice Sonia Matarazzo ha annunciato che, salvo ulteriori impedimenti, entro dicembre sarà conclusa la fase istruttoria. Dunque sarà esaurita entro fine anno la prova testimoniale degli imputati, già snellita nella giornata di ieri quando sono stati dichiarati decaduti dall'escussione i testi previsti in udienza ma che sono risultati assenti per difetti di invio delle notifiche da parte degli avvocati che ne avevano chiesto l'ascolto.

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L'obiettivo è chiudere la prima fase nelle prossime tre udienze, calendarizzate per il 23 ottobre, il 27 novembre e il 18 dicembre, per poi iniziare il 2021 con le attività di requisitoria e discussione di difesa e parti civili, e arrivare alla sentenza di primo grado verosimilmente a giugno prossimo. E sempre nell'udienza di ieri, hanno risposto alle domande di giudici e del pm Roberto Patscot, due testi e un consulente di parte chiamati a deporre dall'avvocato Rocco Pecoraro, legale dell'ingegnere Giovanni D'Ambrosio responsabile della «Gesa», società a cui nei primi anni 2000 fu dato incarico dalla curatela fallimentare di progettare la messa in sicurezza della fabbrica dei veleni di Borgo Ferrovia sulla scorta di un precedente piano di caratterizzazione. La deposizione di uno di loro, su richiesta del pm, sarà trasmessa alla Procura. Altri dieci testi, sempre chiamati a deporre sulla mancata bonifica dai legali degli imputati che rispondono del secondo capo di imputazione del processo, saranno ascoltati ad ottobre. Soddisfatti per la ripresa del processo, più volte sollecitata nei mesi scorsi, gli avvocati delle parti civili. «A fronte di tante udienze rinviate in passato anche per motivi futili, grazie allo sforzo collettivo di giudici, pm e colleghi - commenta l'avvocato Cesta - è stato possibile riprendere i lavori nonostante l'emergenza sanitaria non sia ancora alle spalle.

La dottoressa Matarazzo ha dettato tempi stringenti e, se non ci saranno altri rallentamenti, sono fiduciosa che prima della prossima estate arriveremo a sentenza di primo grado».

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