Avellino: zona pedonale in centro,
raccolta di firme contro l'isola

Avellino: zona pedonale in centro, raccolta di firme contro l'isola
di Flavio Coppola
Venerdì 7 Maggio 2021, 08:31
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Cento firme contro la zona pedonale del centro storico. Dall'isola della movida a quella del malcontento. A sorpresa, parte la petizione contro l'eccessiva estensione, sia fisica che temporale, dell'area per la somministrazione in sicurezza del cibo e delle bevande immaginata e avviata dall'amministrazione Festa - sulla scia dei provvedimenti nazionali sulla zona gialla, dallo scorso fine settimana. Le prime 60 firme, tutte di attività commerciali del cuore antico, sono già state consegnate all'amministrazione. Si tratta della stragrande maggioranza dei circa 80 commercianti che lavorano nella zona. Altre 40 firme, per ora nel cassetto, appartengono ai residenti. Entrambe le categorie, che in alcuni casi coincidono, sono sul piede di guerra. La richiesta rivolta l'amministrazione Festa e al vicesindaco Nargi è chiara e a tratti perentoria. Si chiede l'attivazione dell'isola solo dopo le 21. Laddove «entro 5 giorni» non arrivino riscontri, i firmatari si dicono pronti ad azioni legali contro Piazza del Popolo. A testimonianza del fatto che il Comune ha già saputo, c'è il primo risultato ottenuto dai commercianti in protesta: l'apertura di via Nappi. Adesso anche dopo l'avvio dell'isola, dalle 18 alle 22:30 - sarà percorribile dalle automobili. Ma in direzione obbligata rampa San Modestino. Tutto il resto del centro storico, negli orari stabiliti dall'ordinanza del Comune, resta chiuso per tutto il mese. Ma per i commercianti eccettuati i pochi che grazie al provvedimento hanno potuto piazzare tavoli e dehors negli spazi esterni del centro storico è ancora troppo poco.

Antonio Chiummo, titolare del locale negozio di abbigliamento e pure residente, non usa giri di parole: «Questa non è un'isola pedonale. E' solo una chiusura totale delle strade con delle transenne. E ci toglie il diritto al lavoro. Non a caso spiega la raccolta di firme è stata sottoscritta da tutti i commercianti che lavorano dalle 8 alle 14 e dalle 16:30 alle 20. E c'è anche qualche bar e ristorante». Chiummo chiarisce anche che qui «non si tratta di voler avviare una guerra tra esercenti in difficoltà». «Ma noi siamo la stragrande maggioranza - evidenzia - e potremmo dire no e basta all'isola. Invece diciamo che siamo favorevoli, a patto che si parta dopo le 21. Altrimenti, veniamo penalizzati fortemente nel nostro lavoro, perché un cliente impiega due ore in più per raggiungerci, e finanche i residenti hanno seri problemi a ritirarsi». Infatti, le firme di chi abita a centro storico sono pronte ad essere affiancate a quelle degli esercenti». «Se non ci rispondono rilancia il commerciante avvieremo un'azione legale.

Abbiamo già contattato un avvocato. Prima di fare una cosa del genere accusa si interpella chi lavora nella zona. Se l'avessero fatto, si sarebbero accorti che chiudere le strade in questo modo non è vantaggioso nemmeno per le categorie che si vogliono aiutare. Per noi sentenzia essere isolati è come restare chiusi». Infine, una provocazione: «Se proprio ci tengono a chiudere, lo facciano a Piazza del Popolo, dalle 8 alle 2 di pomeriggio». L'entusiasmo con cui era partita la pedonalizzazione, almeno in alcuni ristoratori e nell'amministrazione, ha già lasciato il posto ad una durissima contestazione. Il provvedimento, che sembrava piacere, ha molti più oppositori che sostenitori.

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Raoul Pascucci, dell'omonima gioielleria, è sulla stessa linea. «Qui nessuno vuole colpire i pochi ristoratori che possono utilizzare gli spazi premette ma, la partenza alle 18, per di più tutti i giorni, crea oggettivi problemi a chi è aperto a quell'ora e a chi abita in zona. Molti residenti continua sono venuti da noi a lamentarsi, evidenziando il fatto che per ritirarsi a casa impiegano in media un'ora in più, dopo aver affrontato i vigili e fatto lo slalom tra i tavolini». Ma i commercianti diurni la pensavano allo stesso modo e hanno condiviso, dal loro punto di vista, la necessità di cambiare almeno gli orari. Pascucci, dal canto suo, si spinge a chiedere che «la chiusura avvenga al massimo nei fine settimana». Sempre dopo le 20. «Per i pochi locali che lavorano all'aperto aggiunge è eccessivo chiudere tutto. Per il resto del commercio del centro storico, questo non è affatto vantaggioso». L'esperimento dell'amministrazione comunale, insomma, rischia di chiudersi a maggio. Se non prima.
 

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