Avellino, la denuncia di Legambiente:
i pini di piazza Kennedy si possono salvare

Avellino, la denuncia di Legambiente: i pini di piazza Kennedy si possono salvare
di Flavio Coppola
Domenica 20 Giugno 2021, 11:59 - Ultimo agg. 22 Giugno, 19:42
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Il Parco «Di Nunno» si può salvare. Secondo l'amministrazione comunale, i pini di Piazza Kennedy vanno abbattuti perché malati di cocciniglia. Ma curarli dal contagioso infestante è possibile e costa molto meno. Ad indicare la rotta, e la terapia, è «Legambiente», attraverso i vertici cittadini e il celebre agronomo, Ferdinando Zaccaria. Sarebbe l'unica strada per scongiurare, non solo la strage degli alberi del polmone verde, ma pure come è successo altrove che la malattia che li ha colpiti si diffonda in tutta la città. Ieri, il messaggio è arrivato chiaro e forte dall'iniziativa degli ambientalisti, che hanno segnato 18 alberi (15 pini e 3 cedri già morti) col nastro verde. Il monito, chiaramente, è rivolto all'amministrazione comunale. Dice «muovetevi». Zaccaria, che per primo come anticipò «Il Mattino» - segnalò il caso all'assessore Giuseppe Negrone spiega perché: «Il taglio non è la soluzione, è solo un modo per nascondere un problema che si presenterà a breve su un'altra area in cui ci sono i pini». Ecco la cura. Contrariamente a quanto ha riferito nel tempo l'assessore all'Ambiente, costa molto meno del taglio: «Esistono principi attivi usati in endoterapia, con siringhe che si fanno direttamente al tronco. Da maggio, sono diventati ufficialmente utilizzabili e funzionano con successo in città come Roma, che sono piene di pini. Da novembre, poi, ce ne saranno anche altri. Il primo farmaco dice l'agronomo si chiama abamectina. E' pure biologico, si estrae da un batterio, raggiunge gli insetti che creano la cocciniglia e li fa morire». Quanto costa? Zaccaria mostra alcune tabelle: «Quaranta euro più Iva. Cinquanta euro ad albero. Invece aggiunge sapete quanto costa tagliare un albero come questo, che ha almeno 40 anni? Tra i 500 e i 700 euro».

La cura, dunque, è non solo economica e possibile, ma addirittura indispensabile anche per un altro motivo. «Se il problema non si risolve avverte Zaccaria e le piante vengono lasciate in questo stato, si infettano anche altre aree della città in cui sono presenti i pini».

L'amministrazione lo sapeva dall'anno scorso. Ma non si è mai mossa: «All'epoca continua l'agronomo - discutemmo della possibilità di utilizzare queste terapia a partire dall'inizio della primavera del 2021». Non se ne è mai fatto nulla e l'allarme ora è concreto: «Siamo in ritardo. Se l'insetto che danneggia gli alberi non viene bloccato, basta un po' di vento per portarlo su altri alberi della stessa specie». Si rischia, insomma, di distruggere buona parte del parco appena intitolato a Di Nunno, per un'incomprensibile melina amministrativa. Ma Ferdinando Zaccaria cita un altro dato che, nella sesta città più inquinata d'Italia per lo smog, suona scandaloso.

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«Secondo le schede tecniche, questi alberi sono considerati quelli che nel periodo invernale, quando c'è il Pm10 ad Avellino, assorbono di più con le loro foglie verdi. Per questo chiosa - ne occorrono il più possibile». Aspettando che il Comune batta un colpo, le piante peggiorano. Tutte. Tre grandi cedri sono già morti e non se ne conoscono le cause. E si ammalano - ma qui per il cancro colorato - i platani di viale Italia. Lunedì ne cadranno altri 3. Antonio Di Gisi, presidente del circolo avellinese di «Legambiente», è netto: «Bisogna attivare un tavolo con le associazioni, i tecnici e il Comune di Avellino. Dobbiamo riattivare la Consulta ambientale della città. Il verde pubblico è una delle questioni più calde, ma non è la sola». L'associazione ha segnato gli alberi malati proprio per scuotere l'esecutivo: «Immaginiamoci questo parco senza i 18 pini e cedri condannati. continua Di Gisi Verrebbe letteralmente svuotato. Insomma, dal punto di vista ambientale siamo indietro e, da qui a 15 anni, questa città rischia di essere sempre meno verde». E poi lo smog. «Legambiente» aveva rilanciato l'allarme nei mesi scorsi con una manifestazione davanti al Palazzo del Governo. Di Gisi denuncia l'immobilismo dell'amministrazione Festa: «Da gennaio è stato approvato un piano antismog in Consiglio comunale, poi siamo andati in Prefettura. Mi chiedo: quali politiche sono state messe in campo per contrastare lo smog»?.

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