Martellate alla ex compagna:
«Io, geloso ma pentito di quei colpi»

Martellate alla ex compagna: «Io, geloso ma pentito di quei colpi»
di Gianni Colucci
Venerdì 21 Settembre 2018, 12:00
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«Perdonami, voglio tornare con te, la nostra è una famiglia». Gerardo Galluccio, 54 anni, di Avellino, l'uomo che martedì con un martello ha colpito alla testa la sua ex convivente, in corso Europa racconta al Mattino la sua vicenda.

«L'avevo vista sul balcone della casa della donna dove lavora, mentre stendeva i panni. Mi sono fermato con la macchina e l'ho guardata tutto il tempo. Quando è scesa in strada l'ho incrociata: ho perso la testa. E ho fatto quell'orribile gesto». La donna di origine polacca è ricoverata al Moscati, è in netto miglioramento, ma ha trauma cranico in regressione e diversi punti di sutura al capo.

Pentito? «Io vado in chiesa tutti i giorni, sono ancora innamorato. So che lei potrebbe tornare con me. Per me o per la nostra bambina. Vorrei continuare ad accompagnarla a scuola. Posso andare a prenderla sotto casa della madre e poi riaccompagnarla. Farle vivere una vita normale».
 
Gerardo, molto conosciuto in città, una vita da impiegato: per anni in un ufficio pubblico, con lunghi anni di lavoro al servizio anche di esponenti importanti della città, ora aspetta la pensione. «Ho messo da parte 16 anni di contributi, mi tocca, per ora sono disoccupato».

Quelle notizie sull'aggressione, l'immagine del pregiudicato che rimane libero nonostante il grave gesto, gli pesa come un macigno. «So quel che quel che ho fatto è grave. Appena dopo quei minuti di follia sono scappato in macchina. Volevo andare verso il mare, gettarmi in auto tra le onde. Farla finita insomma». Invece sulla Bmw era lanciata a tutta velocità squilla il telefonino del fuggitivo. Dall'altra parte c'è il vice questore Elio Iannuzzi. Lo conosce. «Dai, torna», dice il capo delle Volanti. Gerardo resiste, poi chiede: «Se vengo che fate, mi arrestate?». Il funzionario si arma di pazienza: «No, torna. Non fare altre sciocchezze».

Gerardo arriva in città, le Volanti lo bloccano allo stadio Partenio, per lui scattano i primi provvedimenti.

«Ma io voglio che questa storia d'amore ritorni. Sono pronto a qualsiasi cosa purchè la mia storia abbia un seguito».

Gerardo aveva vissuto per un decennio con la donna che martedì ha aggredito. Una storia complessa che aveva avuto altre crisi. In passato i due avevano burrascose discussioni. La crisi era andata man mano montando. Poi la disperazione di un uomo che vedeva la sua storia d'amore man mano spegnendosi, è diventata un'ossessione. «La nostra storia era nata con una canzone di Eric Carmen, All by myself», ricorda Gerardo. «Anni di convivenza che ci aveva visti uniti contro tutto. Io sono rinato con lei. Poi qualcosa si è incrinato. Ma io sono convito che si può recuperare», dice.

La donna ha poi cominciato a trasferirsi per lunghi periodi all'estero per lavoro, le vacanze in comune che andavano diradandosi. «A fine agosto è tornata, sono andata a prenderla all'aeroporto, siamo tornati a casa. Lei voleva riprendere il suo lavoro presso una signora a Corso Europa. Ero convinto che la tranquillità familiare stesse tornando».

Ma l'idillio è durato poco, la donna si è allontanata di nuovo e per Gerardo sono ricominciati i problemi. La sua gelosia, la voglia di ricostruire un ideale nido d'amore che potesse far pensare ad una tranquilla vita in due.

«Mi auguro che lei ci ripensi, che si possa ricostruire un rapporto tra di noi, un dialogo. Sono sconvolto. Il dolore che ho sopportato in questi mesi è stato insopportabile. Quando poi ci siamo rivisti e pareva che la fiamma tra di noi stesse riaccendendosi, c'è stato un nuovo allontanamento. Ho sbagliato comportandomi seguendo l'istinto. Ora è il momento di trovare la pace interiore. Metto il nostro disco e ripenso ai bei momenti, Vado in chiesa per sostenermi moralmente. Spero che la legge non mi punisca troppo severamente».
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