Avellino, maxi-inchiesta sul superbonus: al vaglio 18mila istanze

Tra i beneficiari disoccupati e percettori di reddito

Sui superbonus ad Avellino indaga la Guardia di Finanza
Sui superbonus ad Avellino indaga la Guardia di Finanza
di Alessandra Montalbetti
Venerdì 24 Marzo 2023, 09:08
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Per ottenere il superbonus inviavano con cadenza quotidiana le comunicazioni all'Agenzia delle Entrate per la cessione dei crediti inesistenti. Fino ad arrivare in pochi mesi a 18 mila istanze.
Tra i beneficiari c'è anche un disoccupato, considerato l'autore di un attentato incendiario ai danni del centro per l'impiego di Avellino. Episodio avvenuto diversi anni fa e da non confondere con quello della bomba carta del 2018. Dall'Irpinia sarebbero stati lanciati gli alert per avviare le indagini sui soggetti titolari delle aziende, risultate totalmente inesistenti e finite nel mirino degli uomini della guardia di finanza di Avellino.

Ventuno gli indagati, sette quelli irpini alcuni di loro gravati da precedenti per truffa informatica e truffa assicurativa finiti al centro dell'inchiesta con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato. Alcuni di loro stando alle indagini effettuati dagli agenti delle fiamme gialle di via Pontieri, coordinati dal colonnello Salvatore Minale avevano fatto anche richiesta di un alloggio popolare nonché del beneficio del reddito di cittadinanza.

Situazione reddituale totalmente contrastante con la mole di crediti d'imposta dichiarata dagli stessi attraverso le loro aziende, risultate dormienti, che hanno richiamato l'attenzione degli inquirenti sui soggetti raggiunti dall'informazione di garanzia: Giuseppe Speranza, Kevin De Vito, Giuseppina Monetti, Vincenzo Ferrante, Carmine Antonio Troise, Rita Coretta, Maria Teresa Di Paolo, tutti di Avellino e provincia, Bahaa Said di Cinisello Balsamo, Giorgio Diotto di Moncalieri, Mauro Fogli di Fiscaglia, Ana Alconcher Contreras di Modena, Antonio L'Incesso di Volterra, Hassan Elbamby Hassan Mohamed di Lodi, Antonio Megna di Modena, Antonio Ciccone di Milano, Mario Greco di Napoli, Stefanina Stellato di Salerno, Rosa Improta di Scafati, Sabato Vivone di Eboli, Alfonso Ferrara di Angri e Fortunata Scafa di Salerno.


I contributi da bonus edilizi venivano creati con le trasmissioni all'agenzia delle entrate del relativo modello previsto per la comunicazione dei lavori, in realtà mai eseguiti o addirittura riguardanti immobili catastalmente inesistenti e contestualmente ceduti a sé stessi, in qualità di fornitori di beni e servizi relativi agli interventi agevolati. In particolare gli indagati avrebbero conseguito i contributi per interventi di riqualificazione energetica eco-bonus con possibilità di recupero di una percentuale, variabile tra il 50 e l'85% a seconda del tipo di intervento e delle caratteristiche di zona, delle spese sostenute per i lavori e delle possibilità di cessione del credito generato.
Una volta creati i contributi da bonus edilizi venivano contestualmente ceduti a sé stessi, in qualità di fornitori di beni e servizi relativi agli interventi agevolati.


Ed ancora è emerso che le poche fatture emesse dalle società sequestrate avevano importi non coerenti con le comunicazioni di spesa inviate all'Agenzia delle entrate. Le ditte che dovevano eseguire il lavoro non avevano un solido profilo fiscale oppure avevano elementi di collegamento con i beneficiari.
A volte, le particelle catastali dichiarate nei modelli di comunicazione all'Agenzia delle entrate corrispondenti ad immobili inesistenti nella pressoché totalità dei casi esaminati, ubicati in comuni inesistenti. Nonostante ciò venivano effettuati tentativi continui di invio di comunicazioni per ottenere i crediti fittizi da parte di alcuni degli indagati, il tutto per approfittare dei buchi del sistema prima dell'entrata in vigore delle norme tese a contrastare le frodi.
Le fiamme gialle di Avellino, valutano collegamenti con un'altra operazione antifrode eseguita dalla Procura di Asti. Intanto gli avvocati Gaetano Aufiero, Gerardo Santamaria, Palmira Nigro e Rosaria Vietri stanno esaminando la mole enorme di documentazione raccolta dagli inquirenti a carico dei loro assistiti per valutare se presentare istanza di riesame reale.

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