Morto durante l'inseguimento,
i familiari: «Giustizia per Antonio»

Morto durante l'inseguimento, i familiari: «Giustizia per Antonio»
di Riccardo Cannavale
Sabato 19 Gennaio 2019, 13:00 - Ultimo agg. 19:12
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«Ho saputo della morte di Antonio solo alle 10.30 del mattino: non si tratta così una famiglia che ha perso un figlio. Ora vogliamo sia fatta giustizia». A parlare è Pierino Dello Russo, il papà del 40enne di Mercogliano deceduto nella notte tra martedì e mercoledì scorsi in circostanze tragiche ancora da chiarire. Sulla dinamica di quanto accaduto lungo la Nazionale alla frazione Gaudi di Monteforte Irpino c'è un'inchiesta in corso.

Tutta la comunità di Mercogliano si è stretta al dolore del nucleo familiare. «Mi aspettavo questo grande abbraccio - sottolinea il fratello della vittima, Giliberto Dello Russo - perchè Antonio era un ragazzo altruista, amato da tutti».

Il pensiero è rivolto a quella maledetta notte. A quegli attimi che gli hanno portato via per sempre il fratello. «Per ora esiste solo una versione ufficiosa di quanto accaduto, di ufficiale non c'è niente. Io non ho idea se mio fratello davvero non si sia fermato all'alt dei carabinieri, potrebbe anche essersi fermato. Non lo sappiamo, per questo mi auguro che quanto prima le indagini chiariscano gli eventi. Una sola cosa chiedo: che sia fatta giustizia».

Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire quei minuti fatali, verificando anche la posizione ed il comportamento dei due carabinieri dell'aliquota radiomobile della Compagnia di Baiano coinvolti nella vicenda. Un incubo, un dolore incommensurabile, quello che stanno vivendo i genitori ed il fratello della vittima. Difficile darsi pace per una morte che, ad oggi, non ha ancora una spiegazione. L'anziano genitore, pur provato, con grande lucidità ricostruisce ai microfoni di Ottavio Giordano quella terribile notte che ha segnato per sempre la sua famiglia.
 

«In genere, quando mio figlio usciva di casa sapendo di far tardi ci avvertiva. Martedì sera è uscito intorno alle 18. Alle 23, prima di andare a letto, mia moglie lo ha chiamato al telefono. Le ha risposto che sarebbe rientrato dopo poco. Alle 3 ci siamo accorti che non era ancora rincasato. Ed, allora, abbiamo riprovato a chiamarlo. Il telefono squillava ma non abbiamo ricevuto risposta. Abbiamo provato tantissime volte, fino alle sette meno dieci. Il telefono ha sempre squillato a vuoto».

Pur preoccupati da quel silenzio, Pierino e Liliana Dello Russo non immaginavano minimamente l'incubo che li attendeva. «Intorno alle 7 ho chiamato il 112 chiedendo se avevano informazioni. Mi hanno risposto di non preoccuparmi. Alle 8.30 ho chiesto a mio fratello di recarsi alla stazione dei Carabinieri di Mercogliano per sapere se avevano notizie. Lo hanno rassicurato, anche perchè conoscevano mio figlio. A quel punto, mio fratello ha insistito affinchè chiamassero anche la Compagnia di Baiano e solo allora ha saputo dell'incidente e della tragica fine. Erano le 10.30, mio figlio era morto all'1 di notte. Perchè sono trascorse dieci ore prima di avvertirci? Tutto ciò fa molta rabbia». Un dolore composto, quello che manifesta la famiglia Dello Russo. Giliberto, il fratello di Antonio, appena rientrato da Tenerife dove da anni lavora in una struttura alberghiera, si è stretto ai suoi genitori. Chiede giustizia. E ricorda l'animo sensibile di suo fratello.

«Antonio era un ragazzo d'oro, altruista, amato da tutti. Un padre modello, come ce ne sono davvero pochi, innamoratissimo di sua figlia e della vita. Un ragazzo con tanta voglia di vivere che non meritava la fine che ha fatto. Chiedo giustizia - tuona con voce ferma Giliberto Dello Russo - per quanto accaduto, né vendetta né verità. Se sono stati commessi errori da parte di qualcuno chiedo che venga fatta giustizia. Perchè nessuno merita di morire così».

La rabbia del fratello è amplificata dal fatto che, dopo un periodo difficile della sua vita, Antonio Dello Russo stava lentamente riprendendosi, tornando a quella normalità di un ragazzo cordiale e sempre disponibile con tutti. «Aveva trovato una nuova ragazza, stava per iniziare un nuovo lavoro, insomma era un po' uscito dai suoi problemi ma proprio nel momento in cui si stava riprendendo è finito». Tanti i ricordi, e non potrebbe essere diversamente, che riaffiorano nella mente di Giliberto. Dalla complicità nei giochi da bambini fino all'ultimo contatto, la notte di San Silvestro. «Era a casa dei nostri genitori a festeggiare, insieme alla figlioletta. Era felicissimo, mi ha inviato i video della festa».
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