Novolegno, Fantoni continua
a smantellare: sit-in degli operai

Novolegno, Fantoni continua a smantellare: sit-in degli operai
di Luigi Pisano
Mercoledì 26 Febbraio 2020, 10:59 - Ultimo agg. 11:04
3 Minuti di Lettura

Gli operai della Novolegno raddoppiano. Parallelamente al presidio, tenuto h24, che sta continuando da circa quaranta giorni nella sala consiliare del Comune di Montefredane, i lavoratori stanno organizzando una assemblea permanente anche davanti ai cancelli della fabbrica che il gruppo Fantoni ha deciso di cancellare dal panorama industriale irpino.
La proprietà ha, infatti, iniziato a smontare il cippatore, un macchinario fondamentale per l'intero ciclo produttivo del legno da riciclo, ed ora i dipendenti della Novolegno vogliono impedire che la società possa portare via tutti gli impianti dallo stabilimento di Arcella di Montefredane. Del resto, gli accordi al Mise erano ben diversi, visto che la holding friulana avrebbe dovuto procedere allo smaltimento dei materieli e non allo smontaggio dei macchinari.
I lavoratori, impegnati dunque in un sit-in dinanzi alla Novolegno, stanno recuperando una grossa tenda o addirittura un camper, per poter trascorrere, quindi, anche la notte davanti alla fabbrica. «Dobbiamo intensificare il presidio anche qui - fa notare Alessandro Galluccio - Tra qualche giorno saremo operativi anche davanti ai cancelli della Novolegno perché il gruppo Fantoni non può smantellare una fabbrica intera».

LEGGI ANCHE Novolegno, via allo smantellamento della fabbrica: la rabbia degli operai

In effetti, venerdì scorso, quel blitz nell'azienda irpina dell'amministratore delegato della holding friulana, Giorgio Barzazi, aveva destato sospetto e preoccupazione tra operai e sindacati di categoria. Barzazi, piombato a sorpresa nello stabilimento di Arcella di Montefredane con tanto di tecnici e gru per iniziare a smontare proprio il cippatore (il cuore dell'intero processo di lavorazione in quanto sminuzza tutto il legname da riciclo), avrebbe - il condizionale è d'obbligo - assicurato un confronto ufficiale con i lavoratori tra qualche settimana. Ieri, però, una gru ancora più grande era presente all'interno della fabbrica, per completare il lavoro di smontaggio dei macchinari.
Anche l'incontro che si è tenuto a Palazzo di Governo, tra il prefetto Paola Spena e le Rsu aziendali, non ha sortito gli effetti sperati. «Sembrava quasi che il prefetto cercasse da noi una soluzione - fa notare Maurizio Fasulo, Rsu aziendale - ricordandoci che si tratta pur sempre di una azienda privata; ci ha assicurato un altro intervento, ma siamo un po' sfiduciati».
Lavoratori sempre più arrabbiati e rabbuiati, a pochi mesi dalla fine della cassa integrazione. «È una vera indecenza venire qui con la gru a smantellare tutto - afferma Franco Vitagliano - Fino a metà maggio siamo sempre dipendenti della Novolegno e non molleremo davanti a ciò che sta accadendo. Questo è un atto terroristico».
Operai che peraltro, adesso, dopo tante presenze nelle notti di presidio in Comune, si sentono abbandonati e non ascoltati dalla politica irpina. «Siamo irritati - aggiunge Onofrio Napolitano - ma non ci fermeremo. La politica è assente e non arrivano notizie da nessuno. Ci hanno abbandonato tutti».
La tanto attesa convocazione al Ministero Dello Sviluppo Economico, per cercare di ottenere una proroga degli ammortizzatori sociali, ancora non arriva, mentre a breve finiranno tra le mani degli operai altre trenta lettere di licenziamento. Prova a sbloccare la situazione il sottosegretario al Ministero dell'Interno, Carlo Sibilia: «Solleciterò il Ministero del Lavoro e quello dello Sviluppo Economico per un tavolo a Roma, perché quello regionale non è riuscito a trovare le soluzioni. La riconversione aziendale? È tutto da analizzare. In pratica, bisogna capire innanzitutto se ci sono imprenditori davvero interessati e pronti ad investire nel sito produttivo di Arcella di Montefredane».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA