Occupazioni abusive ad Avellino,
linea dura e cento avvisi di sfratto

Occupazioni abusive ad Avellino, linea dura e cento avvisi di sfratto
di Flavio Coppola
Mercoledì 24 Ottobre 2018, 12:00
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Cento avvisi di sfratto per occupazione abusiva o morosità di lungo periodo. La macchina degli sgomberi è già partita. Stavolta ci si è mossi nel silenzio. Il dirigente del settore Alloggi del Comune di Avellino, Michele Arvonio, ha completato la lunga e complessa ricognizione del settore. Un lavoro certosino, che ha aggiornato l'attività svolta negli anni scorsi e che era culminata nel rinvio a giudizio di 43 abusivi. Il risultato delle numerosissime irregolarità accertate nei 1800 alloggi comunali e negli altri 500 di competenza dello Iacp è una miriade di ordinanze, partite nei giorni scorsi e già notificate ai destinatari: «I provvedimenti, un centinaio in tutto, riguardano per il 20 per cento morosità pregresse accertate da Assoservizi e Iacp. spiega Arvonio - Il resto sono occupanti illegittimi». Cioè abusivi. Per tutti, ecco il cosiddetto «avvio del procedimento di rilascio». Entro 30 giorni si legge nell'atto inviato dal Comune - l'alloggio va liberato. Diversamente, il settore Politiche abitative concluderà la procedura, notiziando anche la Prefettura. E scatterà lo sfratto vero e proprio. Per i morosi, c'è la possibilità di estinguere il debito. Ovviamente, si potrà ricorrere anche in tribunale.
 
Quel che è certo, è che la stretta c'è ed è forte. «Lo scenario annuncia Arvonio è finalmente chiaro. Riteniamo giusto e necessario andare avanti, per offrire la possibilità a chi ne ha diritto di avere un alloggio pubblico e per colpire gli abusivi». Dopo i fatti eclatanti del 2016, gli sgomberi in città si erano arrestati. Da allora, la precedente amministrazione, guidata da Paolo Foti, aveva annunciato a più ripresa una nuova ondata di sfratti. Ma poi aveva gettato la spugna. «Abbiamo seguito le nuove procedure, ancor più complesse continua il dirigente Arvonio e le abbiamo portate finalmente a termine. Oggi, la legge richiede una macchina logistica ancor più imponente, per esempio con la messa a disposizione di un centro di ricovero per chi perde l'alloggio, e un iter molto lungo. Ma abbiamo chiuso il lavoro e procederemo senza dubbio allo sgombero di chi non ha titolo a vivere in una casa del Comune». Il dirigente, dunque, rivendica l'impegno: «È un percorso che stiamo seguendo da oltre un anno, in silenzio, nonostante le continue accuse e la carenza cronica di personale del settore Alloggi. Nessun dipendente denuncia vuole mettervi piede. È un settore difficile e incancrenito da anni sottolinea nel quale abbiamo riscontrato grandi difficoltà a mettere apposto gli atti. Per lungo tempo, erano passati da un ufficio all'altro. Oggi, ricordo ai nostri detrattori la linearità della nostra azione amministrativa».

Pugno durissimo, dunque, e nuovo giro di vite. In meno di un mese, nelle case comunali e popolari sparse per le periferie e per il centro città, da Quattrograna Ovest a Rione Parco, e non solo, potrebbero materializzarsi una serie di sgomberi. Il condizionale, però, resta d'obbligo. Perché il Comune, già in passato, ha dovuto sospendere gli sfratti per l'assenza di risorse, oltre che di volontà politica. Dopo aver accumulato debiti per decine e decine di migliaia di euro con le ditte private coinvolte. Questa volta, il sindaco pentastellato, Vincenzo Ciampi, ha tenuto per sé la delega bollente alle Politiche abitative. E non potrà tirarsi indietro. La prossima settimana, terrà un incontro sulla gestione del settore sulla riscossione dei canoni comunali con i sindacati di categoria e con lo stesso dirigente Michele Arvonio. Nell'occasione, il primo cittadino potrà confermare la volontà politica della sua amministrazione di andare fino in fondo. Quel che è certo, è che stavolta le procedure sono ben incardinate. Arvonio lo sottolinea con forza: «In passato dice ci si è fermati anche perché si bloccavano le procedure. Ora, invece, ci sono le ordinanze già notificate del settore politiche abitative e del dirigente. Vanno portate fino in fondo».
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