Niente piano ferie, l'ospedale Moscati
di Avellino ad agosto riduce i servizi

Niente piano ferie, l'ospedale Moscati di Avellino ad agosto riduce i servizi
di ​Antonello Plati
Mercoledì 5 Agosto 2020, 10:48
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Sospesi gli interventi chirurgici programmati, ridotti in modo drastico i posti letto e il rischio, più che concreto, di non riuscire a coprire tutti i turni. È crisi estiva all'Azienda ospedaliera Moscati, dove, in assenza di un Piano ferie (mai redatto dalla direzione sanitaria), è caos nei reparti coi primari che stanno gestendo in autonomia, tra tante difficoltà, le defezioni dovute alle assenze del personale medico e infermieristico. Nonostante le rassicurazioni del direttore generale Renato Pizzuti - «Ovviamente aveva detto a fine luglio in un'intervista al Mattino il personale da contratto ha l'obbligo di andare in ferie, ma non ci saranno carenze di servizi» - dal mese scorso, decine di comunicazioni sono state inviate alla direzione medica di presidio per fare presente la carenza di organico con annessa esigenza di ridurre i posti letto e bloccare l'attività in elezione. Nessun provvedimento è stato, però, assunto per limitare i disagi coi responsabili delle Unità operative costretti ad agire in proprio. E dopo lo stop al Fast track e alla guardia attiva in ortopedia (un servizio che consentiva di accelerare la procedura per i pazienti con traumatologia minore che dal pronto soccorso erano inviati e trattati direttamente nell'ambulatorio di Ortopedia), da alcuni giorni hanno sospeso (fino alla fine del mese) gli interventi chirurgici in elezione (assicurando solo le urgenze) i reparti di Cardiologia, Ginecologia, Neurochirurgia e Urologia (e molti altri potrebbero aggiungersi presto alla lista). Inoltre, dimezzati i posti letto in Neurochirurgia (da 15 a 8) e Urologia (da 24 a 12), mentre Ginecologia ha interrotto l'attività ambulatoriale e ha chiesto supporto all'Unità di Fisiopatologia della riproduzione per riuscire a coprire i turni. Problemi anche a Ortopedia con camici bianchi e infermieri sottoposti a turni massacranti (compresi quelli di notte). Per tentare di superare le difficoltà, il primario Antonio Medici ha tentato di ottenere sostegno dall'Ortopedia del Landolfi di Solofra dove lavorano in 5 e svolgono una sola seduta operatoria alla settimana (senza turno notturno). La richiesta, però, è stata rispedita al mittente.

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«Logiche incomprensibili», commenta Romina Iannuzzi, segretario generale del Nursind, il sindacato degli infermieri che per primo ha sollevato la questione. «Così facendo si genera inefficienza organizzativa presso ambedue i reparti quando sarebbe stato molto più sensato chiudere temporaneamente l'Ortopedia di Solofra e spostare il personale medico al Moscati, ancor più se pensiamo che trattasi ormai da tempo di un'unica azienda, riuscendo così ad incrementare i posti letto e pertanto ottimizzare una sola unità operativa». Ma questa soluzione non è stata nemmeno presa in considerazione della direzione strategica. Tanto che, come detto, è stato il responsabile del reparto a sollecitare i colleghi della cittadina conciaria. A risentirne maggiormente di questa situazione è l'utenza: le liste di attesa, infatti, che si erano già allungante a causa dell'emergenza Covid-19, registrano ora tempi biblici. Insomma, appare evidente che quello che manca è un Piano estivo per far fronte alla carenza di personale che di solito era presentato tra le fine di giugno e la prima settimana di luglio, quando le richieste di ferie da parte di medici e infermieri sono ampiamente acquisite. Eppure si tratta di un documento imprescindibile per la gestione, appunto, del periodo estivo quando, giocoforza, alcuni servizi devono essere sospesi. «Una decisione commenta ancora Iannuzzi - che rischia di ripercuotersi pesantemente sul pronto soccorso che sarà sovraccaricato di maggior lavoro trovandosi a gestire innanzitutto i pazienti con traumatologia minore che in presenza del Fast track erano invece trattati direttamente nell'ambulatorio di Ortopedia dedicato. La temporanea chiusura desta stupore e non si comprende come in un contesto organizzativo come quello attuale si continui a tenere aperti due reparti di Ortopedia che si trovano ad una distanza di soli 15 km l'uno dall'altro».
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