Perde il lavoro e sale sul taxi:
«Eredito la licenza di papà»

Perde il lavoro e sale sul taxi: «Eredito la licenza di papà»
di Antonello Plati
Sabato 22 Dicembre 2018, 12:00
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Al tempo del car sharing e in una città non propriamente metropolitana come Avellino, fare il tassista è una sfida difficile. Ma c'è ancora chi la accetta ed è pure convinto di vincerla.

Silvestro Spagnuolo a 55 anni chiede la voltura della licenza numero 11 che il Comune di Avellino rilasciò al papà Generoso il 2 gennaio del 1975 per esercitare il «servizio pubblico da piazza». Questione di sangue, dunque. E di tradizione, certamente. «Ma sopratutto di necessità», ammette Spagnuolo che fino all'altro giorno faceva tutt'altro lavoro. «L'azienda di assistenza tecnica, nella quale lavoravo con una partecipazione in società, è in forte crisi. Da qualche mese, poi anche mia moglie è disoccupata: fortuna che i nostri figli si sono sistemati e sono autonomi». Ma era comunque giunto il momento di rimboccarsi le maniche. «Mio padre, che a settembre ha compiuto 90 anni, mi ripeteva sempre di mettermi in strada come ha fatto lui praticamente per una vita intera». Infatti, Generoso comincia, poco più che ventenne, a fare il camionista, poi diventa autista privato e successivamente mette a disposizione la sua auto come Ncc (Noleggio con conducente). Quindi, nel 1975 acquisisce la licenza per il servizio pubblico da piazza. Lascia il volante della sua Passat (il suo ultimo taxi) solo qualche anno fa. «Nel secondo dopoguerra e fino agli ottanta era una professione piuttosto redditizia: mio padre ha girato l'Italia e anche parte dell'Europa spingendosi fino a Londra passando per Spagna e Francia. Ma cosa più importante, accompagnando i clienti ovunque è riuscito a portare avanti una famiglia con 5 figli».
 
E adesso tocca a Silvestro. «Per ottenere la voltura della licenza ho affrontato un iter burocratico piuttosto lungo - iniziato circa due anni fa con la richiesta di abilitazione alla professione dopo aver conseguito l'apposita patente - e che ancora non è terminato: sono in attesa dell'autorizzazione per andare in strada che dovrebbe giungere entro gennaio». Pochi giorni ancora e alla Mercedes Classe C, rigorosamente bianca, Spagnuolo junior potrà apporre l'insegna luminosa con la scritta Taxi. Sarà il quarto in attività ad Avellino (oltre a qualche Ncc). «Nonostante si stiano diffondendo nuove modalità di trasporto alternativo credo ancora che questo mestiere possa essere un buon affare».

In città, le tariffe in vigore, aggiornate l'ultima volta nel 2012, prevedono nei giorni feriali un costo di 3,10 euro per l'inizio della corsa e 10 centesimi ogni 100 metri o ogni 30 secondi di sosta; in quelli festivi e in orario notturno, l'inizio corsa costa 4,65 euro e gli scatti per distanza o sosta 15 centesimi. Per le trasferte fuori porta le tariffe sono raddoppiate. Ma al di là dell'aspetto economico, quella di Spagnuolo è una questione romantica. «Intraprendo questa esperienza con immenso piacere e consapevole della soddisfazione del mio genitore per una scelta, che seppur tardiva, è per lui motivo di orgoglio». Dunque, appena arriverà il via libera da Palazzo di città, in Piazza Kennedy ci sarà spazio anche per il taxi di famiglia. Di padre in figlio, Silvestro promette impegno e anche novità. «Nella mia vettura sarà possibile pagare con carte di credito e altre forme elettroniche di trasferimento del denaro. Inoltre, confido di trovare disponibilità nei miei futuri colleghi per realizzare una applicazione per smartphone che consenta anche ai più giovani di raggiungerci e contattarci con maggiore velocità e secondo modalità a loro più consone: chissà che, in un ritorno al passato, il taxi non diventi il mezzo del futuro». In bocca al lupo.
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