«Come si scoperchia a Salerno il pentolone su ciò che accade, e faccio i complimenti a Castello e Ficarra, così noi, umilmente, la pentolina la scoperchiamo qua». Il sindaco Festa ora punge il Governatore De Luca, i suoi alleati e «le sue ancelle» anche sui risvolti di cronaca del sistema Salerno. Lo fa per dar forza alla sua narrazione, al centro della quale ci sono la Regione e le «ritorsioni politiche» di cui ritiene di essere vittima, «dal sultano del Crescent», sulle politiche sociali. Un resoconto al termine del quale parte l'avvertimento: «Se il commissariamento bloccherà i servizi indispensabili per la mia comunità, dovrete spiegarlo ai disabili, agli autistici e agli ultimi. Mai io non mi fermerò al tribunale civile».
L'asticella dello scontro con De Luca è su livelli mai registrati prima. La procedura di commissariamento dell'Azienda A4, che Palazzo Santa Lucia ha annunciato di aver concluso, non è ancora stata accompagnata da alcun atto. La sensazione è che la Regione si sia incartata. Il sindaco che sfrutta l'assist dell'informativa richiesta sul settore dal capogruppo di App, Francesco Iandolo in aula, si produce nell'ennesimo e pesantissimo show. L'operazione verità di Festa è condita di attacchi, soprattutto all'assessore regionale al ramo, Fortini. L'ultima volta, l'aveva accusata di «averla fatta fuori dal vasetto». Anziché fare ammenda, rincara: «Fortini si è risentita per il vasetto dice è andata in giunta e ha chiesto al capo di gabinetto, visto che è attinente, se poteva fare ricorso. Vi risparmio lui cosa ha risposto». Al netto delle battute poco edificanti, ha gioco facile nell'evidenziare le ombre sull'annunciato commissariamento: «Da martedì ad oggi, sono passati sei giorni e la delibera non c'è ancora. È evidente che tutto è stato fatto ad arte incalza per creare un problema politico. Perché se non c'è il contenuto, io non posso contestarlo. Ma ormai è chiaro, appena parlo, loro intervengono».
L'assunto del sindaco è che i servizi siano erogati in piena regola, ma sulla base della vecchia forma giuridica, che è scaduta a fine 2020, ovvero la convenzione del Piano di zona. Se l'Azienda non ha mai sostituito la vecchia soluzione, per Festa, è sempre colpa della Regione: «L'Azienda attende infatti la prima annualità per poter provvedere a impegnare le spese. È la programmazione 2019, il primo anno, e se non ce la sbloccano non si può partire».
Poi il sindaco di Avellino si avventura in una serie di precisazioni rispetto alle dichiarazioni rese dai suoi funzionari sull'inattività a questo punto confermata anche da lui dell'Azienda consortile.
Infine, un affondo per i consiglieri regionali «che presentarono in pompa magna l'imbarazzante Statuto in cui il capoluogo diventava minoranza». Il sindaco è convinto di aver dimostrato che il commissariamento è «una forzatura». Nicola Giordano, capogruppo di Laboratorio Avellino, gli ricorda alcune carenze assurde: «La struttura tecnica - evidenzia - ha certificato inequivocabilmente che l'attività è fuori controllo. Su mia richiesta, il direttore Lissa ha riferito che dal 2013, non c'erano i bilanci approvati del Piano di Zona. E non c'è una rendicontazione delle attività, né il numero del monte ore che ogni addetto ha svolto nei Comuni». Giordano poi aggiunge: «Abbiamo appaltato i lavori ma nessuno sa se e come siano stati eseguiti. In più - segnala - da diverso tempo, le gare vengono vinte sempre dalle stesse imprese. E le altre non si presentano nemmeno. Come mai? Siamo in un Comune, non a casa di qualcuno».