Piano di zona, il sindaco Festa
contro De Luca: «Ritorsioni politiche»

Piano di zona, il sindaco Festa contro De Luca: «Ritorsioni politiche»
di Flavio Coppola
Martedì 26 Ottobre 2021, 09:37 - Ultimo agg. 11:47
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«Come si scoperchia a Salerno il pentolone su ciò che accade, e faccio i complimenti a Castello e Ficarra, così noi, umilmente, la pentolina la scoperchiamo qua». Il sindaco Festa ora punge il Governatore De Luca, i suoi alleati e «le sue ancelle» anche sui risvolti di cronaca del sistema Salerno. Lo fa per dar forza alla sua narrazione, al centro della quale ci sono la Regione e le «ritorsioni politiche» di cui ritiene di essere vittima, «dal sultano del Crescent», sulle politiche sociali. Un resoconto al termine del quale parte l'avvertimento: «Se il commissariamento bloccherà i servizi indispensabili per la mia comunità, dovrete spiegarlo ai disabili, agli autistici e agli ultimi. Mai io non mi fermerò al tribunale civile».
L'asticella dello scontro con De Luca è su livelli mai registrati prima. La procedura di commissariamento dell'Azienda A4, che Palazzo Santa Lucia ha annunciato di aver concluso, non è ancora stata accompagnata da alcun atto. La sensazione è che la Regione si sia incartata. Il sindaco che sfrutta l'assist dell'informativa richiesta sul settore dal capogruppo di App, Francesco Iandolo in aula, si produce nell'ennesimo e pesantissimo show. L'operazione verità di Festa è condita di attacchi, soprattutto all'assessore regionale al ramo, Fortini. L'ultima volta, l'aveva accusata di «averla fatta fuori dal vasetto». Anziché fare ammenda, rincara: «Fortini si è risentita per il vasetto dice è andata in giunta e ha chiesto al capo di gabinetto, visto che è attinente, se poteva fare ricorso. Vi risparmio lui cosa ha risposto». Al netto delle battute poco edificanti, ha gioco facile nell'evidenziare le ombre sull'annunciato commissariamento: «Da martedì ad oggi, sono passati sei giorni e la delibera non c'è ancora. È evidente che tutto è stato fatto ad arte incalza per creare un problema politico. Perché se non c'è il contenuto, io non posso contestarlo. Ma ormai è chiaro, appena parlo, loro intervengono».

L'assunto del sindaco è che i servizi siano erogati in piena regola, ma sulla base della vecchia forma giuridica, che è scaduta a fine 2020, ovvero la convenzione del Piano di zona. Se l'Azienda non ha mai sostituito la vecchia soluzione, per Festa, è sempre colpa della Regione: «L'Azienda attende infatti la prima annualità per poter provvedere a impegnare le spese. È la programmazione 2019, il primo anno, e se non ce la sbloccano non si può partire».
Poi il sindaco di Avellino si avventura in una serie di precisazioni rispetto alle dichiarazioni rese dai suoi funzionari sull'inattività a questo punto confermata anche da lui dell'Azienda consortile.

Lissa avrebbe voluto intendere proprio ciò che il sindaco ha sostenuto. Lo stesso avrebbe fatto Marotta, quando ha dichiarato di non aver svolto e non svolgere attività per il Consorzio. Stramaglia, che poi si è anche dimessa, avrebbe comunque assicurato di «essere disponibile a traghettare» la nuova fase. Ruoli fatti occupare dai suoi gratis perché «l'Azienda era stata fatta partire senza copertura finanziaria e solo un direttore generale costa 150.000 euro all'anno». Festa in alcuni casi sembra arrampicarsi sugli specchi, ma le sue dichiarazioni confermano anche dati inconfutabili che non giocano a suo favore. Ad esempio la guerra totale con i sindaci dell'ambito: «Volete andarvene? E andate. Per noi siete solo una zavorra - sbotta - Possiamo fare da soli. Molti di voi no. Siamo il 55 per cento dell'ambito, anche se ci fanno contare il 38. Non possiamo sentirci ospiti in casa nostra».

Infine, un affondo per i consiglieri regionali «che presentarono in pompa magna l'imbarazzante Statuto in cui il capoluogo diventava minoranza». Il sindaco è convinto di aver dimostrato che il commissariamento è «una forzatura». Nicola Giordano, capogruppo di Laboratorio Avellino, gli ricorda alcune carenze assurde: «La struttura tecnica - evidenzia - ha certificato inequivocabilmente che l'attività è fuori controllo. Su mia richiesta, il direttore Lissa ha riferito che dal 2013, non c'erano i bilanci approvati del Piano di Zona. E non c'è una rendicontazione delle attività, né il numero del monte ore che ogni addetto ha svolto nei Comuni». Giordano poi aggiunge: «Abbiamo appaltato i lavori ma nessuno sa se e come siano stati eseguiti. In più - segnala - da diverso tempo, le gare vengono vinte sempre dalle stesse imprese. E le altre non si presentano nemmeno. Come mai? Siamo in un Comune, non a casa di qualcuno».
 

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