Avellino, l'agonia di piazza Castello:
11 anni tra sequestri e contenziosi

Avellino, l'agonia di piazza Castello: 11 anni tra sequestri e contenziosi
di Flavio Coppola
Domenica 11 Luglio 2021, 13:00
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Undici anni dopo, la riqualificazione di piazza Castello è ancora ostaggio di un cantiere fantasma. Sequestri, bonifiche, contenziosi, almeno tre imprese al lavoro e 4,6 milioni di euro già spesi non sono bastati per riportare in vita l'agorà dell'antico maniero. Mancano all'appello lavori per 1,3 milioni, che competono ancora una volta all'impresa Cogepa di Napoli. Ma che, più volte annunciati, non ripartono. Perché? Il progetto per la seconda fase di appalto è stato trasmesso al Comune alla fine del 2020, per il parere della Soprintendenza. Via libera che sarebbe già arrivato. Vanno realizzate la pavimentazione dal lato del castello e la riqualificazione del verde. L'amministrazione comunale, poi, va dicendo da due anni di voler assegnare a Cogepa anche la riqualificazione dei ruderi, che dovranno essere accessibili a piedi, e le cui arcate dovranno essere messe in mostra scavando un fossato. Questo è quanto annunciato dall'esecutivo, dall'assessore ai Lavori pubblici, Antonio Genovese, al sindaco, Gianluca Festa. Il 4 aprile scorso, attuando in due anni il progetto stralcio per la bretella tra via Circumvallazione e via Tedesco approvato dall'ex commissario Priolo nel 2019, e che si sarebbe dovuto realizzare in sei mesi, i due rilanciavano. Ma l'operato di questa amministrazione appare in netta continuità con il disastro perpetrato dalle ultime 3 gestioni politiche precedenti. 

La riqualificazione nasceva nel lontano 2009 sotto Giuseppe Galasso. Gara vinta da Cogepa e lavori affidati a settembre 2010. L'odissea amministrativa parte da qui. Nel 2012 la Piazza veniva sequestrata dalla Procura della Repubblica per il ritrovamento di rifiuti e soprattutto metalli pesanti nel sottosuolo. Scoperta eclatante che bloccava il cantiere. Nel 2014, però, non era stata ancora operata la messa in sicurezza. Da tanto immobilismo, scaturirà una condanna (con pena sospesa) per Paolo Foti in primo grado, mentre solo la prescrizione salverà il predecessore, Galasso.

Effettuata la caratterizzazione del sito, i lavori di risanamento ambientale, aggiudicati nel 2016, venivano conclusi nel 2019. L'ultima campionatura è stata effettuata a gennaio scorso.

Quella di Piazza Castello è un storia si pessima gestione amministrativa sotto molteplici punti di vista. Da un lato, il disastro ambientale; dall'altro, quello burocratico. Dopo lunghi anni di blocco del cantiere con la fuga o la scomparsa delle attività commerciali a rallentare ulteriormente il progetto di messa in sicurezza è un lungo contenzioso. Nel 2018, Cogepa fa causa al Comune. L'impresa partenopea chiede 2,694 milioni di risarcimento danni «per mancato utile, per ripiegamento del cantiere, per danno curriculare e per valore attuale delle opere eseguite». In sostanza, perché la messa in sicurezza del sito contaminato le ha impedito di lavorare. È l'amministrazione Ciampi, nel suo breve interregno, ad ottenere però il primo dissequestro provvisorio dalla Procura. Qualcosa comincia a muoversi. Poi tocca al commissario Priolo che, nell'aprile 2019, chiede la risoluzione contrattuale, immaginando un nuovo affidamento ad altra impresa. Ma sotto Gianluca Festa, dopo l'invito del tribunale, le parti trovano un accordo transattivo. È marzo 2020 e ancora una volta i ritardi di Piazza del Popolo ricadono sui cittadini, che devono pagare. Il Comune si accorda per un pagamento di 500.000 euro a Cogepa, quale risarcimento. L'impresa e finalmente si può ripartire. Ma è appena partita l'emergenza Covid e anche Avellino piomba nel primo lockdown. 

Più di un anno dopo, i cantieri edili sono abbondantemente ripartiti, e infatti a Piazza Castello, è il 4 aprile 2021, apre la bretella di collegamento tra via Circumvallazione e Corso Umberto. L'opera, costata 300.000 euro, è stata affidata e realizzata tuttavia da un'altra impresa, la ditta «Giotto» di Salerno. Cogepa resta ferma. Nel frattempo, la società napoletana è stata raggiunta pure da interdittiva antimafia. E le servono altri mesi per superare, fortunatamente, il delicato blocco amministrativo. Il punto è che, ancora oggi, uomini a lavoro non se ne vedono. Il cantiere di Piazza Castello è un fantasma. Secondo le stime degli uffici comunali, la parte residua da realizzare ammonta a circa un terzo dei lavori. Se i tempi dovessero confermarsi quelli tenuti sinora, partendo domani, servirebbero almeno altri 5 anni. Di qui la necessità di accendere definitivamente i riflettori sull'ennesima opera della vergogna della città di Avellino. Con meno parole e più fatti. 

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