QUINDICI - «Mio figlio me l'hanno rovinato». Il padre di Michele Carbone, il 18enne di Quindici picchiato e preso a bottigliate lo scorso sabato notte in piazza Giordano Bruno a Nola per aver difeso con tre suoi amici una ragazza dai bulli che la importunavano, è pieno di rabbia. Franco, così si chiama, non riesce proprio a capacitarsi di quanto è accaduto cinque giorni fa.
«Michele ha perso un pezzo d'orecchio a causa di questa violenta quanto inaudita aggressione - afferma - e per un taglio profondo alla mano destra rischia di non poterla più utilizzare. Tre tendini risultano spezzati e siamo in attesa che vada sotto i ferri. I medici non si sbilanciano: si tratta di un intervento delicato. In verità, doveva svolgersi l'altro ieri sempre qui al Vecchio Pellegrini. Non so sinceramente perché non si è fatto più nulla. Qualcuno ci ha detto che si svolgerà questo venerdì». Franco Carbone aggiunge: «Spero che tutto vada per il meglio. Ovviamente, Michele dovrà poi seguire un trattamento riabilitativo, ma questo è l'ultimo dei pensieri. L'importante è che possa muovere regolarmente la mano e che torni a casa».
Michele Carbone era in compagnia di tre suoi amici quando sabato scorso è stato picchiato e preso a bottigliate dinanzi al Keeper Bistrot di Nola, locale di punta della movida nolana. Non sembrano esserci dubbi sul come si sono svolti i fatti: erano passate da poco le 24 quando dei ragazzi seduti a tavolino hanno chiesto a un'amica di Carbone di bere qualcosa insieme. La ragazza ha rifiutato l'invito. Così, uno di loro ha cominciato a importunarla. Carbone e i tre amici di Quindici si sono fatti avanti per difenderla. Inevitabilmente, tra uno spintone e qualche parola di troppo è scoppiata la lite.
I quattro quindicesi sono stati aggrediti per primi e colpiti con bottiglie di vetro rotte. Tra il fuggi fuggi generale c'è chi ha chiamato il 113 segnalando la rissa. Del gruppo chi ha avuto la peggio è stato Michele Carbone, che si trova ricoverato al reparto di Chirurgia generale del Vecchio Pellegrini di Napoli. Quattro aggressori, dileguatisi poco prima dell'arrivo dei poliziotti, grazie alle descrizioni di alcuni testimoni sono stati fermati nel giro di poche ore dagli uomini del commissario Basile. Tutti hanno precedenti penali e dovranno rispondere di lesioni gravi. La comunità di Quindici è particolarmente scossa per l'aggressione subita dal concittadino Michele Carbone, che l'altro ieri avrebbe dovuto iniziare a lavorare nello studio del geometra Salvatore Santaniello. «
Esprimo piena solidarietà e vicinanza alla famiglia Carbone in queste ore di particolare preoccupazione. - dice il sindaco di Quindici, Eduardo Rubinaccio - Michele è un ragazzo perbene, cresciuto con sani principi e valori. A nome di tutta la comunità gli auguro di tornare quanto prima a casa. Credo nella giustizia: chi ha aggredito Michele e i suoi amici deve pagare».
Picchiato dai bulli a 18 anni:
«Il mio Michele è stato massacrato»
di Vincenzo Castaldo
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Mercoledì 7 Novembre 2018, 12:00 - Ultimo agg. :
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