Avellino: mobilitazione antiracket
boom di denunce dopo il blitz

Avellino: mobilitazione antiracket boom di denunce dopo il blitz
di Riccardo Cannavale
Mercoledì 4 Dicembre 2019, 10:48 - Ultimo agg. 19 Marzo, 22:09
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Quasi cinquanta denunce negli ultimi sei mesi, la maggior parte delle quali concentrate nell'ultimo mese e mezzo, da quando cioè è deflagrata l'operazione della Dda Partenio 2.0 ed, in particolare, il filone dedicato alle aste giudiziarie.
Sono numeri, quelli snocciolati dal presidente dell'associazione Sos Impresa Avellino, Mimmo Capossela, che restituiscono un quadro assolutamente complementare a quanto sta emergendo dall'inchiesta della magistratura. «C'è un picco in particolare dall'area del solofrano racconta Capossela con diversi titolari di aziende che si sono presentati prima allo sportello antiusura e antiracket e poi alle forze dell'ordine a denunciare i ricatti che subivano, affinché non si presentassero alle aste giudiziarie. L'unico sportello antiusura e antiracket attivo in provincia di Avellino è quello presente al centro sociale Campanello di Mercogliano. Da qualche settimana è stato rinnovato l'accordo tra l'ente guidato dal sindaco Vittorio D'Alessio e l'associazione Sos Impresa Avellino che, tra i suoi volontari, annovera avvocati, psicologi oltre a persone che in passato hanno subito estorsioni o sono rimaste, a loro volta, vittime di usura.

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«Negli ultimi sei mesi ci sono state 46 persone, tra privati cittadini e titolari di azienda di ogni parte della provincia di Avellino, che, dopo essersi rivolte a noi, hanno sporto denuncia - evidenzia Capossela - Di queste, una quarantina dal 15 ottobre in poi, dal giorno in cui è scattata l'operazione Partenio 2.0. È evidente che l'azione delle forze dell'ordine e della magistratura ha incoraggiato le vittime ad uscire allo scoperto».
Per comprendere la misura e la portata epocale di quanto descritto basti un dato: prima del boom degli ultimi mesi, si registravano in media 5 denunce all'anno. Lo sportello rappresenta uno strumento di concreto sostegno, totalmente gratuito, alle famiglie ed alle aziende che sono vittime di estorsione e di usura. È possibile rivolgersi al numero verde 800 900 767 attivo 24 ore su 24 e fare richiesta di una consulenza, denunciare un'illegalità, conoscere le opportunità di tutela e lasciarsi guidare nell'iter burocratico per risollevarsi dalle difficoltà in cui questi fenomeni fanno piombare imprenditori, cittadini, intere famiglie.

L'associazione Sos Impresa Avellino affianca le vittime di usura e racket in tutte le fasi, dalla denuncia all'eventuale processo. «Nell'operazione sul racket delle feste del 2013 abbiamo seguito la vittima, si è arrivati all'arresto dell'estorsore e ci siamo costituiti parte civile nel processo, ricorda Capossela che evidenzia come, in Irpinia, il racket assuma caratteristiche particolari. «Non è il classico pizzo del porta a porta nei negozi spiega - si nasconde sotto mentite spoglie ed ogni caso è un caso a sé che presenta varie sfaccettature. La situazione non è affatto positiva. La crisi economica, poi, ha fatto si che tante persone siano finite sotto usura».
Storie con tanti punti di contatto, quelle raccolte dai volontari dello sportello anti-usura. Storie che, sempre più spesso, vedono coinvolte anche gli istituti di credito. «Certe volte chi finisce sotto usura è perché non ha avuto fiducia dalla sua banca spiega Capossela - magari anche per piccoli prestiti, per far fronte a spese come l'acquisto dell'apparecchio per i denti al figlio. Di fronte al diniego della banca ci si rivolge all'amico, che poi si rivela essere nient'altro che un aguzzino».
In un contesto a tinte fosche, c'è però una luce che si scorge. Ed è proprio quella del supporto che arriva, a chi è vittima di usura o di racket, da chi ha attraversato prima uscendone poi indenne il tunnel. «A volte si ha vergogna. E' un errore. Rimanere da soli non porta da nessuna parte, ci si perde. Se si chiede aiuto, la battaglia la si vince. Sempre. Fino ad ottenere il risarcimento da parte dello Stato. Il 90% di chi si è rivolto a noi ed ha denunciato si è visto poi riconoscere il giusto ristoro, attraverso una procedura che noi stessi avviamo e seguiamo. Proprio in queste ore - conclude Capossela - due persone che avevano denunciato si sono viste recapitare il primo acconto del ristoro».
«Il racket e l'usura sono fenomeni che si insinuano nelle maglie sociali della nostra realtà e, molto spesso, sono alimentate dal silenzio e dalla paura di reagire aggiunge il sindaco di Mercogliano D'Alessio - Denunciare e superare i danni delle condotte illegali è più facile grazie alla preziosa opera di assistenza gratuita che i professionisti inseriti nello sportello, avvocati e psicologi, offrono a chiunque chieda aiuto. Ringrazio Domenico Capossela, Presidente dell'Associazione Sos Impresa Avellino, per il lavoro che già da qualche anno svolge con il Comune di Mercogliano e con il quale stiamo progettando altre collaborazioni per la promozione di percorsi di sviluppo e di crescita del nostro territorio».
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