Rsa Villa Maria, dalle intercettazioni la verità sui maltrattamenti dei malati

Rsa Villa Maria, dalle intercettazioni la verità sui maltrattamenti dei malati
Giovedì 16 Febbraio 2023, 12:49
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Maltrattamenti nei confronti di una disabile nella Rsa Villa Maria, per le tre operatrici: entro venerdì dovranno essere trascritte alcune intercettazioni ambientali effettuate dai carabinieri del nucleo operativo del comando provinciale di Avellino. Il processo aperto ieri mattina dopo la richiesta di giudizio immediato, è stato rinviato al 22 febbraio quando dinanzi al tribunale di Avellino - in composizione collegiale, presieduto dal giudice Roberto Melone - verranno ascoltati i primi testi del pubblico ministero.


A processo sono finite Maria Grazia Roati di Santa Maria a Vico, Enza Orologio di Cervino e Angela Piccirillo residente a San Martino Valle Caudina. Le tre donne, difese dagli avvocati Giovanni Adamo e Carlo Perrotta, sono accusate di maltrattamenti e abbandono di persone minori ed incapaci. Ma la corposa ordinanza firmata dal gip Fabrizio Ciccone, a novembre scorso, dalla quale emergono frames choccanti, si evince che la disabile veniva picchiata anche senza alcuna ragione, solo perché si rifiutava di mangiare o farsi cambiare il pannolone.

La disabile in qualche occasione tentava di difendersi con qualche sputo lanciato nei confronti delle operatrici di turno e subito partivano le minacce e le mazzate: «femmina di m ora che viene Grazia ti devo far scommare di sangue, quello che gli fai fai a questa femmina è tutto perso».

Parole che fanno intendere che l'indagata Piccirillo è ben consapevole che Maria Grazia Roati è un soggetto incline alla violenza e che picchiava la disabile.

Infatti dalle indagini svolte dai militari dell'arma emerge che l'indagata Roati in un'occasione quando la disabile era in forte stato di agitazione perché non trovava il suo orecchino e chiedendo l'intervento di Grazia, quest'ultima entra nella stanza e la colpisce con uno schiaffo per poi dirle di «non rompere più le scatole». La Roati esce dalla stanza per poi far rientro subito dopo accompagnata da un uomo (non ancora identificato) con ogni probabilità un infermiere che si rivolgeva alla disabile con atteggiamenti che la intimorivano. Nel contempo Roati colpiva D.L.S con uno schiaffo sulla gamba.

In sequenza dai frames delle immagini analizzate dagli inquirenti si evince che Roati asserisce di aver trovato l'orecchino e per intimorire la povera donna afferma: «ora vado a chiamare il cane» colpendola di nuovo, questa volta sulla guancia sinistra. «Fammi vedere fallo un'altra volta faccio come quella sera, te lo tiro in faccia» facendo intendere che gli episodi di violenza era reiterati nel tempo. In un'altra occasione la disabile dopo essersi tolta la coperta dal viso sputava contro Roati la quale reagiva in maniera sproporzionata colpendola con cinque schiaffi sulla faccia commentando: «hai visto ti faccio andare con la faccia gonfia». Le tre furono smascherate dai carabinieri del nucleo investigativo di Avellino.
 

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