Avellino, cambiano i turni al Moscati:
scoppia la rabbia del personale

Avellino, cambiano i turni al Moscati: scoppia la rabbia del personale
di Antonello Plati
Lunedì 30 Dicembre 2019, 08:44 - Ultimo agg. 11:53
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Turni di lavoro modificati senza preavviso: esplode la reazione di medici e infermieri dell'Azienda ospedaliera «Moscati». I disagi si registrano, in particolare, nei reparti di Ostetricia e Ginecologia e di Ortopedia sia alla città ospedaliera sia nel plesso «Landolfi» di Solofra. A farsi portavoce delle istanze di medici e infermieri è il segretario generale della Cisl Irpinia-Sannio, Antonio Santacroce: «Nell'Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia sostiene il sindacalista regnano il caos e la confusione: il personale è allo stremo».

La causa è l'impropria e inusuale disposizione dei turni di lavoro: «Siamo al limite dell'inverosimile con spostamenti tra plessi con criteri opinabili e fuori da ogni luogo, con modifiche della turnazione mensile prevista del personale non formalmente e correttamente comunicata agli interessati, con modifiche di turni attraverso ordini e disposizioni di servizio effettuati più volte e allo stesso dipendente nell'arco della stessa giornata. Il tutto avviene sempre a ridosso del fine settimana e principalmente il sabato dove un intervento sia da parte del lavoratore che della parte sindacale si rende quasi impossibile». E la situazione, a Solofra, potrebbe complicarsi ancora di più con l'annunciata apertura, da gennaio, degli ambulatori per la Partoanalgesia.

«L'impossibilità riprende Santacroce - dell'intervento del sindacato e di un confronto deriva dalla condizione oggettiva dell'assenza delle figure che organizzano e dirigono il personale e che in occorrenza delle succitate problematiche non risultano presenti in servizio».

Doverosa, però, la precisazione: «Nulla di illegittimo dal punto di vista formale poiché l'orario di lavoro sembrerebbe essere concentrato nei restanti giorni della settimana. Tuttavia dal punto di vista dello stress la situazione preoccupa». In quanto, «sarebbe auspicabile, così come segnalatoci più volte dalla cittadinanza, un ospedale che lavorasse e desse risposte all'utenza tutti i giorni della settimana e non solo su cinque giornate ma è risaputo che le cattive abitudini sono dure a morire».

Inoltre, ripetute segnalazioni arrivano anche dagli operatori socio sanitari (Oss) afferenti sempre all'Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del «Moscati» che si troverebbero impossibilitati a poter fornire la propria attività su più ambiti lavorativi e nel rispetto dei tempi delle più elementari procedure e protocolli che gli stessi dipendenti avrebbero chiesto di conoscere: «Nonostante le ripetute sollecitazioni, dopo un lungo periodo di attesa, stiamo ancora aspettando un riscontro dalla direzione strategica». Dunque, clima teso nei reparti con continue lamentele che da diverse settimane i lavoratori dei due plessi stanno sottoponendo all'organizzazione sindacale ed alle quali occorrerebbe dare risposte poiché i riflessi che ne derivano sulle attività meritano certamente attenzione attraverso interventi stabili e duraturi. Quindi, il monito al governatore della Campania Vincenzo De Luca: «A che serve annunciare la fine del commissariamento della sanità, la lotta al precariato, l'abbattimento delle liste di attesa se persistono le difficoltà per carenza di personale a tutti i livelli e qualifiche? Se il personale precario continua a non essere inquadrato in un percorso che risolva l'annosa questione? E a cosa serve il risparmio se poi chi ha bisogno di cure deve rivolgersi altrove?». Infine l'appello alla direzione strategica dell'Azienda: «Chiediamo di avviare, con l'inizio del nuovo anno, un serio e costruttivo confronto su tutti gli argomenti fonte di confronto sindacale poiché solo in questo modo con il contributo delle parti sociali si possono evitare distorsioni e storture delle attività e dei rapporti. Oggi più che mai siamo convinti che occorra una collaborazione intensa ed incessante per risolvere assieme i problemi e le criticità e non aiuta continuare ad assistere a decisioni calate dall'alto che si rilevano effimere e controproducenti». 
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