Avellino nella morsa dello smog,
ecco il primo sforamento del 2019

Avellino nella morsa dello smog, ecco il primo sforamento del 2019
di Flavio Coppola
Lunedì 7 Gennaio 2019, 15:00
3 Minuti di Lettura
Nemmeno la neve ferma lo smog. Il primo sforamento del 2019, infatti, è datato 5 gennaio. In piena allerta meteo, con la città imbiancata e le strade meno trafficate sebbene prontamente sgomberate dai mezzi spargisale la città conferma di trovarsi letteralmente nella morsa delle polveri sottili.

La centralina dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale posta a via Piave per il rilevamento del Pm10 fa registrare ben 68 unità, a fronte di un tetto massimo di legge fissato in 50. Ben al di sopra, dunque, delle 40 unità ritenute generalmente tollerabili dall'uomo e non nocive per la salute. Avellino è in piena emergenza. Dopo aver chiuso il 2018 con 46 superamenti, rispetto ad un massimo annuale di 36, maglia nera tra i capoluoghi campani per «Legambiente», la città risponde male alla fine dell'ordinanza antismog emanata dal commissario Giuseppe Priolo, scaduta il 31 dicembre scorso.
 
Eppure, il trend dell'inquinamento ormai si è consolidato. Negli ultimi 5 anni, come registrato dal settore Ambiente di Palazzo di Città, il capoluogo risulta puntualmente fuori legge, attestandosi tra i 40 e i 50 sforamenti di polveri sottili ogni 12 mesi. Con picchi di smog all'inizio ed alla fine dell'anno. Nel caso specifico del primo sforamento annuale, secondo gli esperti di Arpac e Comune, in piena emergenza neve, ha pesato in particolare la prolungata accensione degli impianti di riscaldamento più inquinanti: quelli dei grandi condomini centralizzati a gasolio, risalenti in molti casi agli anni '50 e presenti nel centro di Avellino, e quelli a biomasse, dai caminetti alle stufe a pellet. In questo secondo caso, avrebbero influito pure le polveri sottili provenienti dalle zone rurali dei Comuni limitrofi, determinando un effetto cappa sul capoluogo, a causa della sua conformazione a conca e delle inversioni termiche notturne che impediscono la dispersione degli inquinanti. Non a caso, gli sforamenti di Pm10 in città risultano costantemente minori in primavera ed in estate.

Il combinato disposto tra gli impianti e la circolazione dei veicoli più inquinanti, dai mezzi spargisale alle automobili diesel più datate, libere di circolare per la conclusione dell'ordinanza antismog, avrebbe fatto il resto. Vanificato, dunque, l'effetto positivo generalmente determinato dalle precipitazioni, in questo caso nevose, e dal forte vento. C'è da aspettarsi nuovi sforamenti nei prossimi rilevamenti. La questione, dunque, rientra appieno nell'agenda del commissario Giuseppe Priolo per l'anno appena cominciato. Del resto, lo stesso commissario, d'intesa con l'Arpac, ha voluto l'installazione di una nuova centralina mobile per il rilevamento delle polveri sottili, attualmente a ridosso dell'ex Gil, e l'attivazione di un sistema di misurazione oraria dell'inquinamento dell'aria, nella scuola Quinto circolo di via Scandone. Questo secondo impianto consentirà all'Arpac di analizzare meglio le fonti dell'inquinamento nel loro andamento giornaliero.

Quanto al piano complessivo delle azioni necessarie per il contenimento dell' inquinamento, però, Avellino è all'anno zero. Sospeso il trasferimento del terminal bus dell'Air da Piazza Kennedy a campetto Santa Rita, restano da applicare le necessarie azioni per la mobilità pubblica sostenibile: dal trasporto pubblico locale all'attivazione delle piste ciclabili. Quindi, manca un reale coinvolgimento dei comuni contermini, che finora hanno sistematicamente eluso il Protocollo di intesa siglato l'anno scorso. Non meno importante, infine, è l' efficientamento termico degli edifici privati. Su questo aspetto, rispetto ai diversi incentivi esistenti, sono gli avellinesi ad aver risposto fino ad oggi picche.
© RIPRODUZIONE RISERVATA