Il Tar boccia il ricorso di Ciampi:
niente maggioranza ad Avellino

Il Tar boccia il ricorso di Ciampi: niente maggioranza ad Avellino
di Flavio Coppola
Giovedì 4 Ottobre 2018, 12:00
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Il ricorso del Movimento Cinque Stelle è inammissibile. Il Tar di Salerno stronca sul nascere le speranze residue dell'amministrazione di Vincenzo Ciampi di incassare il premio di maggioranza, con ben 15 consiglieri in più di quelli attuali.

I giudici Francesco Riccio, Eleonora Monica ed Angela Fontana, infatti, hanno rigettato la richiesta, formalizzata lo scorso 17 luglio dai consiglieri eletti, dagli assessori e dai candidati grillini, primo cittadino compreso, di riconteggiare 612 voti sospetti, in 42 sezioni su 72, assegnati alla coalizione di Nello Pizza nella valutazione del disgiunto, e di altri 117 voti nulli che - secondo i ricorrenti - sarebbero dovuti andare ai Cinque Stelle. In questo modo, la percentuale dei voti raccolti dal centrosinistra si sarebbe fermata al 49,73 per cento, anziché al 51,80. Il premio di maggioranza, dunque, sarebbe andato ai grillini sulla scorta della vittoria al secondo turno.
 
Ma le argomentazioni sostenute dai legali, Francesco Corbo e Rocco Felato, non sono state ritenute convincenti. Contro l'iniziativa dei Cinque Stelle, del resto, si erano già mossi formalmente molti consiglieri comunali degli altri gruppi. Sia di maggioranza che di opposizione. Controdeduzioni volte a dimostrare l' inammissibilità del ricorso sono state presentate, e riportate nell'udienza, da Nello Pizza, rappresentato dall'avvocato Rosalia Iandiorio, Luca Cipriano, Marietta Giordano e Leonardo Festa, difesi da Rita Cesta, Nadia Arace, con i legali Michela Arricale e Ida Iasi, Ettore Iacovacci e Livio Petitto, rappresentati da Maria Vaccariello, e infine Giuseppe Negrone, Gianluca Festa e Ugo Maggio, con Assuntina Iannaccone. Alla fine l'hanno spuntata. Non costituiti in giudizio, invece, tutti gli altri consiglieri eletti.

Le motivazioni del dispositivo saranno rese note nei prossimi giorni. Anche per questo, il sindaco, Vincenzo Ciampi, resta abbottonato: «Non commentiamo la sentenza. Credo sia stato giusto presentare il ricorso. Continuiamo a lavorare nell'interesse della città». L'ipotesi di un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato, però, appare decisamente lontana.

Dall'altra parte, la soddisfazione per la vittoria si trasforma ben presto in un coro di critiche al primo cittadino ed all'amministrazione. Il capogruppo dei «Popolari», Nello Pizza, non usa giri di parole: «Siamo contenti, ma eravamo convinti che il ricorso fosse disperato. È l'ennesima dimostrazione che le iniziative che assume Ciampi non vanno mai in porto». Luca Cipriano, capogruppo di «MaiPiù», è tranchant: «Ricorso inammissibile. Come l'arroganza e la superficialità di chi ha trasformato il cambiamento in una barzelletta».

Altrettanto dura la sottolineatura del Pd. «L'inammissibilità del Tar scrive la parola fine sull'approccio arrogante del Movimento Cinque Stelle e del sindaco afferma il leader democrat a Piazza del Popolo, Enza Ambrosone - Avevano immaginato di ribaltare con la giustizia amministrativa il risultato netto che ha restituito la maggioranze alle forze che gli si contrapponevano». La sentenza getta benzina sul fuoco già alto delle polemiche. Incalzata dalla mozione di sfiducia proposta da 10 consiglieri e impegnata severamente dai numeri disastrosi del Consuntivo 2017, l'amministrazione pentastellata appare letteralmente accerchiata. In questo clima di guerra totale, i gruppi dovranno approvare in aula, il prossimo 9 ottobre, lo schema di composizione delle 7 commissioni consiliari approntato dal segretario generale, Riccardo Feola. Altra impresa ardua.
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