Avellino, la targa del dolore
per gli operai Isochimica

Avellino, la targa del dolore per gli operai Isochimica
di Rossella Fierro
Sabato 8 Giugno 2019, 12:00
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È tornata al suo posto la targa in ricordo delle vittime dell'amianto. Quella scritta, «Isochimica 1982, a perenne ricordo delle vittime dell'amianto e del profitto contro l'omertà e l'indifferenza», da oggi sarà indelebilmente scolpita sulla pietra di Montevergine perché, spiega Tonino Iannaccone che gratuitamente si occupato del restyling, «gli amici che non ci sono più erano tutti figli del Partenio».

Lacrime e preghiere per una breve cerimonia a cui hanno partecipato le mogli e i figli dei familiari di Luigi Maiello e Giovanni Venezia, due dei ventisette scoibentatori morti a causa del veleno respirato in fabbrica. Con loro tanti ex operai, i loro avvocati Brigida Cesta e Antonio Petrozziello e il parroco di Borgo Ferrovia Don Luigi Di Blasi. «Il nostro messaggio è sempre lo stesso: dare voce a chi non ha più voce. Vogliamo giustizia per i morti, ma anche per i vivi- dice la vedova Antonietta Tomeo il nostro appello alle istituzioni è quello di prendere coscienza che la scia di morte targata Isochimica, con il tempo, è destinata purtroppo ad allungarsi. Chiediamo che il processo finisca al più presto, che possa tornare ad Avellino, che gli ex operai possano accedere tutti al prepensionamento».

Poi un appello al futuro sindaco di Avellino affinché «intitoli una strada della città, anche quella che porta alla fabbrica, ai martiri dell'Isochimica. Sarebbe il minimo sindacale per dimostrare che la città non ha intenzione di rimuovere dalla sua memoria quel che è accaduto».
 
Visibilmente commosso Tonino Iannaccone, artigiano di Ospedaletto d'Alpinolo, paese che fino ad ora ha pagato il prezzo più caro della mattanza Isochimica, che si è occupato di restituire dignità a quella targa apposta davanti ai cancelli dell'ex opificio nel 2013 dopo un corteo. «L'ho fatto con estremo piacere, per dimostrare agli ex operai Isochimica che non sono soli nella loro battaglia. Ho perso tanti amici a causa di questa fabbrica: Luigi, Vittorio, Gennaro, Salvatore, loro hanno lottato fino all'ultimo con grande dignità. Ora tocca a chi è in vita continuare la loro battaglia».

Momenti di particolare commozione quando Antonio Oliviero, che in quella fabbrica ha lavorato insieme al fratello Alberto molto alcuni anni fa, insieme alle vedove dei colleghi, ha scoperto la targa e deposto fiori di campo insieme ai nipotini di Luigi Maiello. «Fare memoria di un pezzo di storia che non è finita non è semplice - dice Don Luigi - chi è stato vittima di tutto questo spinge alla vita i propri colleghi e i propri cari». Pochi gli esponenti politici presenti. Tra loro l'ex deputato del Pd Luigi Famiglietti, la parlamentare del Movimento cinque stelle Maria Pallini, il segretario di Rifondazione comunista Tony Della Pia, una delegazione di Si Può con Amalio Santoro, Costantino D'Argenio e Nino Sanfilippo, lo scrittore Franco Festa, il medico Aldo D'Andrea, il sociologo Ugo Santinelli, l'ex presidente del consiglio Antonio Gengaro, la presidente di Lotta per la Vita Anna Candelmo e il segretario Cgil Franco Fiordellisi.

Inevitabile per gli ex operai richiamare l'attenzione sui trenta colleghi a cui ancora non è stato riconosciuto il diritto al prepensionamento. «L'emendamento è stato presentato -dice Pallini che ringrazia i lavoratori per averla invitata alla celebrazione - finché sarò in parlamento, come ho promesso, mi impegnerò ogni giorno per risolvere questa vicenda definitivamente. Dobbiamo attendere solo l'esito finale del percorso in commissione. Io spero chiaramente di portare a casa il risultato, perché questi operai meritano dignità e rispetto. Da parte del Ministero del Lavoro ci sono già state tutte le interlocuzioni necessarie con Inps e Inail, anche dal Mef è arrivato il via libera, ora speriamo che venga dichiarato ammissibile. Questa decisione spetta alla presidenza della commissione lavoro e al presidente della Camera Roberto Fico».
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