Avellino, rincara la tassa sui rifiuti:
ecco la stangata per i commercianti

Avellino, rincara la tassa sui rifiuti: ecco la stangata per i commercianti
di Flavio Coppola
Mercoledì 23 Giugno 2021, 08:38 - Ultimo agg. 21:13
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Un rincaro medio del 30 per cento per la tassa dei rifiuti alle utenze commerciali e industriali. La giunta Festa approva le nuove tariffe Tari. E arriva la stangata che non ci si aspetta. L'aumento figlio di un ciclo dei rifiuti che al capoluogo, quest'anno, costa un milione di euro in più. Andrà ratificato, o modificato, dal Consiglio comunale entro il 30 giugno. Ma i numeri sono questi. Se l'anno scorso il Comune aveva potuto conservare le stesse tariffe del 2019, appostando a fine dicembre pure 500.000 euro per ristorare le attività rimaste chiuse nel primo lockdown, quest'anno i nodi sono venuti al pettine. Il costo complessivo del servizio, validato nel Piano economico e finanziari dall'Ato rifiuti dall'autorità «Arera», sale notevolmente rispetto a 2 anni fa. Al nuovo totale di 13,6 milioni, si arriva aggiungendo al costo del servizio per il 2019 gli incrementi da circa 120.000 euro all'anno rinviati l'anno scorso, più ulteriori costi indiretti conteggiati dall'Ato. La decisione politica assunta ieri dalla giunta, e segnatamente dall'assessore alle Finanze, Vincenzo Cuzzola, è impattare meno sulle utenze domestiche, anche in ragione dell'alta percentuale di raccolta differenziata, ormai al 75 per cento. Per caricare i costi sulle fatture delle attività commerciali, industriali e soprattutto dei servizi gestiti dal pubblico. Qui i rincari si apprende dal settore diretto da Gianluigi Marotta oscillano intorno al 30 per cento, con punte del 40 o 50. L'ob

ettivo dell'amministrazione, per indorare la pillola soprattutto agli esercenti dai bar ai ristoranti già colpiti dal Covid, è però riconoscere, nel conguaglio di fine anno, uno sconto sulla base dei ristori che arriveranno dal Governo.

Come l'anno precedente. Intanto la giunta ha deciso gli aumenti. La delibera col dettaglio dei rincari, categoria per categoria, verrà pubblicata nei prossimi giorni. La buona notizia, invece, arriva dal fronte degli alloggi comunali. Salta, almeno per ora, l'imminente stangata sui canoni di locazione dei 3.000 appartamenti popolari presenti in città. La Regione ha concesso sei mesi di tempo. Emerge dalla riunione dell'Osservatorio regionale. I rincari, fino al quadruplo di quanto finora versato, sarebbero scattati dal primo luglio. Invece sarebbero state recepite le istanze dei sindacati e, tra gli altri enti, del Comune. Salvo nuovi colpi di scena, se ne riparlerà a gennaio dell'anno prossimo. A confermarlo è l'assessore alle Politiche abitative di Piazza del Popolo, Marianna Mazza.

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«A questo punto dice aspettiamo la delibera della giunta regionale per l'ufficialità. Il comune di Avellino ricorda si era opposto sin dall'inizio ai rincari, anche in considerazione delle condizioni del nostro patrimonio abitativo». Si tratta di un vero e proprio sospiro di sollievo tanto per il 1300 assegnatari degli alloggi di competenza di Palazzo di Città, che per gli altri 1700 che abitano nelle case dell'ex Iacp. Per i primi, però, c'è un ulteriore passaggio che ora andrà necessariamente rettificato. All'inizio dell'anno, scatenando vibranti proteste, la so-cietà privata di riscossione dei tributi comunali, «Assoservizi», aveva inviato già i nuovi bollettini contenenti i rincari. Ovviamente a partire dal primo luglio. Ora vanno stralciati in ragione del vecchio conteggio. E chi ha già pagato? Un surplus di confusione che era già stato messo nel conto dai sindacati. «Assocasa», con il presidente provinciale, Elio Amodeo, esulta per il risultato conseguito con la Regione: «I bollettini inviati da «Assoservizi», per i mesi che vanno da luglio a dicembre 2021, vanno rettificati e ridotti secondo il presente criterio di calcolo». Per Amodeo, è una vittoria del sindacato. E già guarda avanti. «Il nuovo criterio chiosa - terrà conto di alcuni elementi legati all'immobile, stato del fabbricato e sua ubicazione. Al fine di evitare aumenti ingiustificati».

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