Avellino, sul teatro Gesualdo
è calato il sipario dell'indifferenza

Avellino, sul teatro Gesualdo è calato il sipario dell'indifferenza
di Flavio Coppola
Domenica 6 Giugno 2021, 12:11
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Senza gestore e senza programmazione, il teatro «Gesualdo» è da oltre un anno un palcoscenico vuoto e in cerca d'autore. Mentre in tutta Italia i teatri riaprono l'amministrazione Festa non affida il Massimo cittadino dal luglio 2020. Il «Teatro pubblico campano», l'ultimo player che aveva alzato il sipario a Piazza Castello, avverte: «Sono scadute con certezza nel 2020 le autorizzazioni e le certificazioni necessarie per poter rimettere piede nel teatro, e di questo passo si rischia di non riuscire a riaprire il «Gesualdo» nemmeno in autunno». A parlare è Antonio Caradonna, componente del Consiglio di amministrazione del «Tpc». L'ultimo spettacolo si è svolto a marzo 2020. Da allora, il teatro di Avellino è rimasto chiuso e abbandonato a se stesso. Caradonna ricorda che vanno rifatte «le certificazioni antincendio, per l'ascensore e per le americane», le sbarre su cui vengono fissate le luci sceniche che salgono e scendono.

«Inoltre, è trascorso un anno e certamente bisognerà fare piccole lavorazioni».

E in questo immobilismo, si rischia di perdere gli ingenti fondi del Poc Teatro, che ammontano a 500.000 euro. «Il «Gesualdo» - dice Caradonna è uno dei teatri più belli d'Italia, e gli avellinesi meritano una programmazione. Chiaramente, se non si utilizzano, i Poc accreditati dalla Regione possono essere restituiti». Il «Tpc» sarebbe pronto a tornare in scena. Ma tocca all'amministrazione comunale battere un colpo. «Il contratto con noi è scaduto a luglio scorso ricorda Caradonna Stiamo lavorando con tutti gli altri teatri della regione Campania, tranne con Avellino». Scaduto il bando, c'è stato solo un «contatto informale l'anno scorso». Poi il nulla: «Noi ci siamo dice il componente del Cda del «Tpc» - ma solo se si fa un bando pubblico. Non vogliamo affidamenti diretti. Se Avellino lo riterrà opportuno, faccia presto». Per programmare la riapertura, insomma, il tempo è già abbondantemente scaduto. Il sindaco Festa, che da due anni tiene per sé la delega alla Cultura, continua ad annunciare una Fondazione culturale, con un Statuto pronto, ma mai passato in giunta. E nel frattempo il «Gesualdo» resta indietro. Luca Cipriano, presidente della commissione Cultura del Comune di Avellino, l'ha denunciato da tempo. E ora accende i riflettori anche sul parco esterno del Massimo cittadino, chiuso al pari della struttura principale, con un surplus di degrado. Giovedì mattina la sua commissione terrà un sopralluogo nel parco, per toccare con mano ciò che è stato fatto e soprattutto ciò che serve per ripartire.

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«La struttura all'aperto, con un auditorium da 200 posti completamente abbandonato, sarebbe stata particolarmente adatta per ripartire con gli appuntamenti all'aperto. A questo punto - dice il leader di «MaiPiù» - i casi da monitorare sono due: da una parte, il futuro del «Gesualdo», su cui non si sa più nulla; dall'altra, la riapertura del parco». Per Cipriano, bisogna «riaccendere i riflettori su questo gioiellino della cultura che brancola nel buio». Ed incalza nuovamente il sindaco, quale assessore alla Cultura del Comune: «Ormai è fin troppo evidente che non c'è nessuna idea. Festa ha voluto tenersi la delega alla Cultura e non fa altro che continuare ad agitare il fantasma di questa presunta fondazione, ma nessun passo concreto è stato fatto in questi due anni. Nè evidenzia abbiamo potuto discutere uno studio di fattibilità o un piano culturale e di rilancio». Un mese fa, dopo l'ennesima vandalizzazione dell'ex Gil, l'approvazione della Fondazione fu data per imminente. Ma nulla. Il dato è impietoso: «Festa si appunta un'altra medaglia sul petto mastica amaro Cipriano - regalando ad Avellino il primato di unica città in Italia con un grande e importante teatro che non si pone il problema di come riaprirlo».
 

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