Avellino vota il pre-dissesto:
riscossione tasse affidata all'esterno

Avellino vota il pre-dissesto: riscossione tasse affidata all'esterno
di Flavio Coppola
Giovedì 22 Agosto 2019, 14:00
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Avellino è ufficialmente in predissesto. Il via libera del Consiglio comunale, che approva il piano di riequilibrio e scongiura il dissesto con i 20 voti della maggioranza (l'opposizione è uscita dall'aula), fa scattare il conto alla rovescia.

La clessidra è tarata sui prossimi 10 anni, anche se l'obiettivo è farcela in 7. Per rimettere i conti in sesto, l'amministrazione di Gianluca Festa dichiara guerra agli evasori, ma rassicura sulla volontà di non scaricare i sacrifici - che gioco forza si richiederanno - sulle fasce deboli. Allora annuncia l'esternalizzazione del servizio tributi, messa nero su bianco, ieri mattina, nella delibera di giunta proposta dal vice sindaco, Laura Nargi, ed approvata dall'esecutivo.
 
Per Festa «il piano di riequilibrio è una buona notizia per la città». «Il commissario aveva imboccato questa strada e la mia amministrazione ha deciso di scommettere su Avellino - rivendica - consapevole che ce la possiamo fare e amministrare bene. Il dissesto avrebbe significato il blocco di molte attività e una sconfitta politica e sociale per Avellino». È l'assessore alle Finanze, Vincenzo Cuzzola, a spiegare nel dettagli il piano di rientro ed a motivare ulteriormente la scelta di escludere il default: «Dei 44,5 milioni totali della massa passiva, solo 18 sarebbero rientrati nel dissesto. Tutti gli altri non sono debiti fuori bilancio, ma ipotesi di accantonamento a fronte di un contenzioso possibile. Ce li saremmo ritrovati nell'attuale gestione». Non solo: «Una città che si marchia di dissesto - dice - è considerata fallimentare. Sarebbe stato ulteriormente sbagliato, dal momento che, ad Avellino, il rapporto tra massa passiva e spesa corrente è all'80 per cento. Paragonare la città a Napoli (500%) Catania (300%) o Messina (150%) - tuona - significa non aver mai letto un numero di quelle città».

La sfida si potrà vincere se il Comune riuscirà ad invertire la rotta sulle tasse. «Basterebbe migliorare la riscossione del 10 per cento - spiega l'assessore - per raggiungere gli obiettivi in 7 anni». Conferma la volontà di esternalizzare il settore «particolarmente sottodimensionato» e chiarisce: «Contrasteremo l' evasione e allargheremo la base imponibile. Balla almeno 1 milione all'anno. Ma pescheremo i soldi nelle tasche di non paga. Non toccheremo le aree di esenzione e tuteleremo le fasce deboli». In 10 anni, il Comune dovrà anche restituire i 16 milioni che otterrà dal Governo se Corte dei Conti e Ministero daranno l'ok al Piano, che ora sarà inviato immediatamente per la verifica.

Come detto, l'opposizione ha lasciato polemicamente l'aula. Ferdinando Picariello, vicesindaco nella giunta pentastellata che aveva dichiarato il dissesto, è durissimo: «Assessore, così lei ha liquidato decenni di mala politica in questa città. Le generazioni future pagheranno per ciò che hanno fatto politici impuniti». Nicola Giordano, capogruppo di «Laboratorio Avellino», sottolinea: «Questo piano mal si sposa con l'attenzione al sociale e con le assunzioni, bene con l'esternalizzazione dei servizi. E poi le alienazioni: se non diamo attuazione al Puc, le aree edificatorie non le venderete». Ettore Iacovacci, numero uno del Pd, ritiene che non sarà attuabile e sottolinea alcune «gravi assenze. Dal collegio dei revisori al consigliere Dino Preziosi, sempre pronto a presentare pregiudiziali. Lo dico con una battuta: c'è forse un inciucio sotto?». Va detto però che era assente anche il capo dell'opposizione Luca Cipriano.

Compatti i gruppi di maggioranza, il piano passa senza problemi. In mattinata, la giunta aveva approvato la delibera del vicesindaco, Laura Nargi, sulla rideterminazione della pianta organica. Il provvedimento, su input della Corte dei Conti e del Ministero fissa a 334 il tetto massimo dei dipendenti comunali, rispetto ai 598 del 2009, e agli attuali 298. Preso atto della carenza di personale, il Comune pianifica nuove assunzioni nel prossimo triennio, a partire da 5 nuovi dirigenti, che dovranno diventare 8 rispetto agli attuali 3. Nell'atto, viene specificato che è «prevista l'esternalizzazione del settore tributi, i cui dipendenti verranno collocati presso altri uffici». Lo stesso avverrà per il settore Avvocatura, «con la possibilità di affidare a legali esterni la difesa istituzionale dell'ente». Per finire «si prevede di esternalizzare attività materiali quali la cura del verde pubblico e la manutenzione, per utilizzare le risorse umane e finanziarie per altre attività». «E un primo passo verso la riorganizzazione della macchina amministrativa spiega Nargi per adeguarci al predissesto e arginare l'assenza di personale».
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