«Baby squillo ad Avellino,
sconto di pena per De Vito»

«Baby squillo ad Avellino, sconto di pena per De Vito»
di Alessandra Montalbetti
Venerdì 22 Febbraio 2019, 12:00
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Baby prostitute a «L'Incontro»: chiesta una riduzione di pena per Federico De Vito, titolare del circolo; richiesta di conferma invece della condanna a due anni, con pena sospesa, per Mario Luciano.

Il procuratore generale della Corte di Appello di Napoli ha avanzato dunque una richiesta di rideterminazione di pena, sulla scorta di uno dei motivi di appello presentati dagli avvocati Ennio Napolillo e Claudio Frongillo per De Vito, il gestore del circolo privato «incriminato», chiedendo alla Corte uno sconto di pena: Da 10 anni e 4 mesi di reclusione inflitti in primo grado, il procuratore generale ha chiesto 8 anni e 9 mesi. La decisione da parte della quinta sezione della Corte d'Appello di Napoli arriverà il 28 marzo, quando discuteranno anche i legali degli imputati accusati di induzione e sfruttamento della prostituzione minorile, nonché atti sessuali con minori.
 
Il Gip del Tribunale di Napoli, De Falco Giannone, dopo le discussione dei riti abbreviati, condannò ad aprile 2018 il gestore del circolo «L'Incontro», Federico De Vito a 10 anni e 4 mesi di reclusione e al pagamento di 70mila euro di multa; arrivarono invece 2 anni di reclusione, con pena sospesa, e al pagamento di 4mila euro di multa l'altro imputato, per Mario Luciano, difeso dagli avvocati Gianfranco Iacobelli e Generoso Pagliarulo, considerato dalla pubblica accusa cliente abituale dell'attività di via Vasto.

Nel corso dell'udienza di appello di ieri, oltre al procuratore generale, hanno discusso anche gli avvocati, Paola Forcione, Michele Scibelli, Marino Capone e Giovanni D'Ercole, in rappresentanza della cinque vittime costituitesi parte civile. Furono proprio le dichiarazioni di alcune ragazzine, le intercettazioni telefoniche e i numerosi pedinamenti effettuati dai carabinieri del comando provinciale di Avellino, agli ordini del colonnello Massimo Cagnazzo, a consentire di completare il quadro probatorio nei confronti degli imputati.

Il giro di prostituzione sarebbe stato condotto dal 70enne De Vito, tuttora sottoposto agli arresti domiciliari, dal 2014 quando alcune delle vittime avevano solo 14 anni. Le avvicinava circuendole con complimenti ed avance per poi chiedere di avere rapporti sessuali con lui e con gli altri due indagati, Mario Luciano e Pino Roselli, quest'ultimo condannato anche lui a due anni di reclusione, pena sospesa, dopo aver patteggiato. Dalle indagini è emerso che il titolare del circolo, avvicinava le ragazze prospettando la possibilità di lavorare sia presso la sua attività che altrove dietro la promessa di un cospicuo guadagno economico da 10 ad un massimo di 100 euro. Inoltre le invogliava a dimostrarsi «disponibili alle avances» sue e dei clienti e, una volta percepito il loro stato di bisogno economico e approfittando della loro fragilità emotiva, le invogliava ad avere rapporti sessuali.
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