Dopo circa quarant'anni rinasce il campo sportivo all'interno del carcere di Bellizzi Irpino. La struttura fu chiusa ai tempi della detenzione nel penitenziario avellinese di lady camorra, Pupetta Maresca, e da allora mai più utilizzata. Ci fu una soffiata secondo cui era pronta la fuga della donna con un elicottero che sarebbe atterrato proprio nel campo.
Da ieri quell'impianto è tornato ad animarsi. In mattinata la cerimonia di inaugurazione. A tagliare il nastro la direttrice del carcere Concetta Felaco, insieme al sindaco Gianluca Festa. «Questa struttura - dice Felaco - segna l'inizio di nuovi percorsi di educazione alla legalità fondati sui valori sani dello sport. Rappresenta un traguardo importante e anche un punto di partenza. Le attività sportive hanno l'obiettivo della rieducazione. Lo sport costituisce un momento che offre beneficio psico-fisico ai detenuti. Il gioco di squadra, il rispetto delle regole, l'autodisciplina e la cooperazione sono tutti elementi sui quali si fonda il nostro mandato».
Il sindaco Festa sottolinea: «Siamo vicini alla comunità detenuta che fa parte del nostro contesto sociale. Lo sport è formazione e socializzazione». Per il primo calcio al pallone dopo quarant'anni sono scesi in campo squadre miste composte di reclusi e atleti della Asd Sandro Abate Five Soccer. La partita è terminata con un pareggio.
Un match di rinascita nel segno della legalità. A centrocampo Vincenzo ristretto per traffico di droga, al quale mancano ancora quattro anni da scontare per essere libero: «Un'iniziativa importante per noi detenuti. Abbiamo l'occasione di giocare con i campioni e per noi è motivo di grande orgoglio e soddisfazione. È un punto di partenza verso la legalità. Ed è una vittoria per tutti. Tirare un calcio al pallone per chi non ha mai avuto niente nella vita è importante, ci restituisce dignità». Al suo fianco il compagno più giovane Kosmi dietro le sbarre per una serie di furti. «Giocare a calcio in carcere è una bella esperienza. Non è mai successo prima. Mi fa stare bene, mi fa sentire libero. È una lezione di vita. C'è tanto da imparare. Ero venuto in Italia per lavoro. Ho fatto un po' di casini e mi ritrovo qui».
A sostenere il progetto, fortemente voluto dalla direttrice Felaco e finanziato dal Ministero della Giustizia, il capitano dell'Asd Sandro Abate, Massimo Abate, e il presidente della Figc Campania, Carmine Zigarelli. «Abbiamo fornito divise e palloni ai detenuti. Restiamo a disposizione per l'organizzazione di tornei di calcio», fa sapere Zigarelli. «Con questa giornata, si superano i muri dell'indifferenza: quello dei detenuti è un gol contro l'indifferenza», sottolinea il garante regionale per i diritti dei detenuti, Samuele Ciambriello. Presenti all'evento autorità civili, militari, forze dell'ordine e rappresentanti della magistratura di sorveglianza e dell'Uepe.
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