Bilanci Alto Calore,
la Finanza in azione

Bilanci Alto Calore, la Finanza in azione
di Alessandro Calabrese
Martedì 6 Agosto 2019, 10:43
3 Minuti di Lettura
«False comunicazioni sociali nei bilanci, nelle relazioni e nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci e al pubblico» e «abusi in atti d'ufficio commessi nelle funzioni svolte». Su queste ipotesi di reato la Procura di Avellino ha avviato una nuova inchiesta sull'Alto Calore. Le indagini sono condotte dalla Guardia di Finanza, sotto l'occhio vigile del maresciallo Raffaele Giordano e il coordinamento del sostituto procuratore Vincenzo Russo. Il fascicolo porta la data del 28 settembre scorso ma, in realtà, le acquisizioni di atti e documenti presso gli uffici della partecipata di corso Europa sono iniziati dalla scorsa settimana quando è stato notificato un avviso di garanzia all'amministratore unico Michelangelo Ciarcia. Il vertice della Spa, al momento, sembra essere l'unico destinatario della comunicazione di avvio dell'attività investigativa ma, anche considerando l'inizio del suo mandato, che risale all'agosto scorso, gli sviluppi del caso dovrebbero interessare più da vicino anche altre figure dell'ente con ruoli diversi e differenziate responsabilità sul piano dell'amministrazione dell'Acs.




In questi giorni, rigorosamente in borghese, i finanzieri stanno verificando verbali, registri, incartamenti e carteggi per incamerare i dati delle gestioni susseguitesi dal 2010 fino ad oggi. Una marea di informazioni, numeri, voci che avrebbero a che fare con i conti dell'Alto Calore come pure con i rapporti tra l'ex consorzio e i suoi soci. Dunque, sotto i riflettori anche le partite di dare e avere aperte con i Comuni che fanno parte dell'ambito e che sono irrimediabilmente legate ai servizi di fognatura e depurazione. Per questi l'Acs, da anni, incassa un canone non dovuto che poi restituisce per la mancata espletazione della prestazione, compensandolo in parte con i crediti vantati con gli stessi Comuni. Un giro di saldi, spesso molto dilazionati nel tempo, che ha suscitato le proteste di alcuni sindaci. Le più recenti, motivate e articolate, sono quelle risalenti allo scorso autunno da parte degli ex primi cittadini di Avellino, Vincenzo Ciampi, e Montella, Ferruccio Capone. L'inchiesta, oltre ad altre segnalazioni, potrebbe essere scaturita anche da questa situazione denunciata in più occasioni dalle fasce tricolori non concordi con l'amministrazione dell'Alto Calore. Tutto, però, è da confermare, anche perché siamo appena agli inizi e anche l'ipotesi di reato potrebbe essere meglio puntualizzata in corso d'opera, a fronte di nuove evidenze raccolte nel corso delle indagini. Di certo, c'è da dire che, archiviata nell'assemblea dei soci di maggio la proposta di un'azione di responsabilità nei confronti dei vertici e dei membri del collegio sindacale degli ultimi 5 anni, non c'è pace negli uffici della società che gestisce il servizio idrico in Irpinia e parte del Sannio. Specie in quello della Ragioneria, dove si stanno concentrando le ricerche da parte dei militari della Guardia di Finanza. Giusto un anno fa, peraltro, si chiudeva con 13 rinvii a giudizio una precedente inchiesta. Anche in quella circostanza le indagini furono condotte dalla Finanza ma coordinate dal vice procuratore generale Ferruccio Capalbo. Riflettori puntati su ex presidenti, dirigenti, membri del cda e del collegio sindacale accusati di aver causato un presunto danno erariale che la Corte dei Conti ha accertato essere di circa 12 milioni di euro, accusando la partecipata di incapacità nella riscossione dei crediti derivanti dai canoni idrici. Quella volta, però, nel mirino finirono le gestioni tra il 2008 e il 2012. La Procura presso la Corte dei Conti della Campania chiuse l'istruttoria con 13 citazioni e 3 archiviazioni, quelle per l'ex presidente della partecipata, Lello De Stefano, l'ex componente del cda, Maria Lucia Chiavelli, e il funzionario che coordinava uno degli uffici di gestione delle utenze tra il 2011 e il 2014, il sindaco di Altavilla Irpina, Mario Vanni. Per loro tre la Procura ha stabilito che non hanno contribuito a determinare lo stato di danno. Infine, è in attesa di cominciare anche il processo per un'altra inchiesta relativa all'Acs e ribattezzata Rimborsopoli. A giudizio sono chiamati altri 5 ex dirigenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA