Blitz di Cesinali, il manager della Cosmopol:
«Nel mirino il caveau di Pianodardine»

Blitz di Cesinali, il manager della Cosmopol: «Nel mirino il caveau di Pianodardine»
di Gianni Colucci
Mercoledì 19 Ottobre 2022, 09:29 - Ultimo agg. 19:13
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«Non ci sono elementi a conferma che il blitz di Cesinali abbia sventato un attacco al nostro caveau. Se invece si trattava di una banda che stava organizzando un agguato ad un portavalori sull'Avellino Salerno, allora posso dire che diciotto su venti mezzi che transitano su quella direttrice sono i nostri», Carlo Matarazzo amministratore della Cosmopol, la seconda più importate società italiana che opera nel settore della vigilanza, con sede ad Avellino, ricostruisce il clima che si respira in questi giorni nella sua azienda.

Avete subito un attacco nel 2018. In quel caso l'organizzazione criminale che agì aveva organizzato lo stesso tipo di azione: dalle armi ad alto potenziale ai chiodi sull'asfalto. Potrebbe esserci un rapporto?
«Non siamo in grado di dire niente in questo senso, c'è un'indagine in corso e non ne sappiamo molto, non sappiamo nemmeno se eravamo davvero noi gli obbiettivi.

Nel 2018 agirono portando via meno di 2 milioni, l'aggressione fu in parte fronteggiata con le tecnologie a bordo del mezzo blindato e dai nostri uomini a cominciare dallo spumablock».

Anche un anno prima un altro episodio, in quel caso fu aggredita un'auto civetta, poi che successe?
«Mentre agivano, i malviventi si accorsero che non era quella l'auto che portava i valori e cambiarono obbiettivo».

Cifre molto elevate durante il trasporto del 2018: 8 milioni, si disse. Troppi rischi?
«C'è una normativa che ci impedisce di andare oltre una cerca cifra. Nei trasporti ordinari non si può andare oltre i 3 milioni. Con Banca d'Italia ci sono limiti diversi, in ogni caso abbiamo autorizzazioni della questura ce che variano da azienda ad azienda. Noi operiamo tuttavia con personale che è formato per questi compiti, mai si fanno salire i nostri uomini sugli autoblindo prima di aver svolto almeno due anni di guardia giurata».

Le forze dell'ordine vi coadiuvano nei trasporti?
«Se si tratta di clienti privati come Poste e banche certamente no. Se poi gli uomini della questura svolgono attività di bonifica del territorio o di controllo e scorta non siamo in grado di saperlo. Non veniamo informati».

È possibile in via teorica attaccare un caveau?
«Tra i 2015 e il 2018 ci sono stati in Italia parecchi attacchi ai cavau. A noi mai. Sei mesi fa a Brescia è stata disarticolata a un'organizzazione criminale, simile a quella individuata ad Avellino, che aveva in animo di assalire un'azienda come la nostra, anche se con modalità meno rocambolesche e cruente. In quel caso la polizia è riuscita a individuare i malviventi e ad arrestarli prima che agissero».

Come è fatto un caveau?
«Noi l'abbiamo costruito con tecniche in una sede nata nel 2008 ma, rispetto ai vecchi sistemi, noi abbiamo fatto un progetto con tecnologie avanzate. Il concetto non è soltanto di protezione fisico con pareti e allarmi, ma molto è anche un sistema di accesso complicato e richiede più tempo per essere bypassato. Ci sono particolari manovre da fare e controlli da remoto da altre centrali operative del gruppo, con persone diverse che operando da posti diversi: sono un ulteriore barriera».

Ci sono basisti che favoriscono queste operazioni?
«Nella vicenda del 2018 eravamo costituiti parte civile. Dalla documentazione alla quale i nostri legali hanno avuto accesso, si evince che nessuno dei nostri dipendenti ha avuto un coinvolgimento. In quel caso gli inquirenti non sono riusciti a trovare i malviventi purtroppo. Un basista potrebbe anche essere presso i clienti, comunque».

Come funziona la copertura delle assicurazioni?
«Non copre il danno soltanto quando c'è un'infedeltà del top manager dell'azienda».

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