Edifici diroccati, il Comune avvia la procedura per le prime demolizioni

Il Comune sembra procedere decisamente più lentamente dalle parti del centro

Gli edifici diroccati da abbattere
Gli edifici diroccati da abbattere
Martedì 27 Dicembre 2022, 09:13 - Ultimo agg. 13:25
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Il Comune pianifica le prime demolizioni dei buchi neri acquisiti al patrimonio. Non sta perdendo tempo l'ente di Piazza del Popolo per centrare l'obiettivo di rimuovere le tracce del post terremoto dal volto ancora sfregiato del capoluogo. Siamo dal lato di Corso Umberto.

Nel Consiglio comunale svoltosi nelle scorse settimane, l'aula aveva votato per l'acquisizione di ben sei edifici, per i quali gli uffici del settore Assetto del territorio erano riusciti a concludere accordi con gli ex proprietari, per portarli in dote all'ente senza esborsi economici. Ora ecco i primi provvedimenti per partire concretamente con l'azione di riqualificazione della zona. Per il Comune, infatti, «risulta necessario eseguire l'intervento di messa in sicurezza dei fabbricati acquisiti, per garantire la tutela della pubblica e privata incolumità, oltre che per garantire il decoro dei luoghi».

E non sarà possibile procedere ad una sorta di restauro. «A seguito di sopralluoghi - scrive il dirigente Luigi Cicalese - il personale tecnico del Settore Assetto e Sviluppo del Territorio ha elaborato il progetto di fattibilità tecnico-economica di messa in sicurezza e decoro dei luoghi, attraverso la demolizione dei fabbricato di che trattasi divisi in vari subalterni».

In un primo caso, è stato redatto un progetto di fattibilità che vale 91.000 euro, che il Comune ha approvato, impegnando anche la cifra di 10.000 euro per gli incarichi tecnici necessari alla redazione del piano esecutivo. Con un altro provvedimento dirigenziale, l'ente fa lo stesso con gli altri buchi neri della porta est di Avellino appena inglobati. In questo caso, lo studio di fattibilità approvato prevede una spesa di 328.000 euro circa. Si procede, insomma, a ritmo spedito.

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Anche se non è ancora chiaro cosa farà Palazzo di Città con le aree edificatorie una volta che saranno state liberate da quei ruderi. Intanto, nell'ultimo Consiglio comunale, l'amministrazione ha approvato anche l'annessione al proprio patrimonio dell'edificio che dovrà ospitare la vecchia ed antica chiesetta della Puntarola. Qui esiste già un'idea progettuale abbastanza definita. Nessuna demolizione, ma un piano per la riqualificazione, atto preliminare alla trasformazione del sito nella sede del Parco intercomunale di interesse regionale del fiume «Fenestrelle». La pratica del Parco, consegnata nei mesi scorsi alla Regione, è stata predisposta dagli uffici per l'approvazione della giunta De Luca, sotto l'egida dell'assessore competente, Bruno Discepolo.

A passo spedito dal lato di Borgo Ferrovia, il Comune sembra procedere decisamente più lentamente dalle parti del centro, del centro storico, e della porta ovest di viale Italia. Al centro storico, un'ordinanza che paventava l'esproprio dell'edificio aveva raggiunto nei mesi scorsi i proprietari del buco nero che insiste propro di fronte alla Dogana di Piazza Amendola, ma non se ne è saputo più nulla. A Corso Vittorio Emanuele, invece, se il vecchio palazzo del «Fraps» è stato già demolito, e sono in corso i lavori per la realizzazione del nuovo palazzo «Marinelli», ad opera del privato, continua la telenovela di Palazzo Trevisani. La buona notizia, giunta nei giorni scorsi, è che sono partite le operazioni per la sostituzione del vecchio ponteggio e la sistemazione del nuovo. Si tratta del passaggio fondamentale e indispensabile per l'ambiziosa e costosa (si parla di 4 milioni) riqualificazione del palazzo settecentesco. Ma come al solito si va piano. Il telone raffigurante l'antica facciata, che avrebbe dovuto fare la sua comparsa prima di Natale, non si è più visto. E molto probabilmente bisognerà aspettare fino all'anno nuovo. Quanto ai buchi neri di viale Italia, infine, sono inseriti all'interno di un piano di recupero recentemente approvato. Ma che non è ancora decollato.
 

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