Bullismo in classe ad Avellino,
denuncia e Consiglio d'urgenza

Bullismo in classe ad Avellino, denuncia e Consiglio d'urgenza
di Gianni Colucci
Domenica 2 Giugno 2019, 14:00
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Non basta il referto medico che assegna dieci giorni di prognosi ad un ragazzino che è stato ferito dai compagno alla mascella e ad un occhi. C'è bisogno di un'inchiesta, di una visita del provveditore regionale all'istituto di corso Vittorio Emanuele, per certificare che al «Colletta» agiscono i bulli.

Dalla denuncia presentata dalla famiglia Forgione contro ignoti, scatterà l'indagine sulla vicenda dell'aggressione al tredicenne che venerdì mattina ha scosso il convitto nazionale.

Ieri il ragazzo picchiato da coetanei in un bagno della scuola, era andato alla festa di fine d'anno del Colletta, un gesto coraggioso, che ha suscitato ammirazione e solidarietà da parte dei compagni che a lungo si sono trattenuti con lui.

Domani si riuniscono gli organismi della scuola, la dirigente Maria Teresa Brigliadoro ha convocato il consiglio d'istituto.

Da questa riunione ci si attendono i primi provvedimenti da parte della scuola. Ma sono gli accertamenti che avvierà l'autorità giudiziaria, una volta che la denuncia sarà partita, a poter dare delle risposte.
 
Per quanto riguarda Gianluca Forgione, il padre della vittima dell'aggressione, già da domani appronterà la sua richiesta di accertare le responsabilità. In primo luogo da parte della scuola. Forgione fin dal primo momento aveva puntato il dito contro coloro che dovrebbero vigilare sulla sicurezza degli allievi. Aveva spiegato che oltre all'impegno nella formazione nell'educazione dei ragazzi, l'aspetto essenziale dovrebbe essere la sicurezza.

Venerdì il figlio era in classe, quando è stato chiamato nel corridoio da amici che l'hanno attirato in un bagno dove è stato raggiunto da un pugno all'occhio e uno alla mascella.

Sanguinante, il ragazzo è tonato in aula dove gli insegnanti l'hanno soccorso.

Quindi la corsa in ospedale insieme al padre, il referto con dieci giorni di prognosi. Infine vanno segnalati sia i tentativi di Forgione di avere chiarimenti da parte della preside che l'idea di quest'ultima di non interrompere la festa di fine d'anno.

La dirigente da parte sua ha affermato che potrebbe essere finanche la scuola ad essere parte lesa. Infatti una foto del ragazzo con il volto tumefatto è finita sui social. E la dirigente è stata in questura non a denunciare l'episodio avvenuto tra le mura della scuola, ma annuncia che chiederà il parere dell'avvocato per «decidere come procedere per quanto pubblicato su facebook». Ieri i genitori hanno accolto la notizia con un misto di sorpresa («Non sono mai accadute cose del genere a scuola») e di preoccupazione («Poteva accadere a mio figlio»). Tutti ritengono che tuttavia un caso del genere può arrivare a mettere in discussione l'iscrizione alla scuola per il prossimo anno.

La dirigente Brigliadoro che ha poi avuto un colloquio con Forgione e anche con il figlio ancora dolorante, ieri aveva ancora difficoltà a mangiare. I padre ha pubblicato una foto del figlio con l'abito di gala e il volto semicancellato, a dire che comunque la vita era ripresa.

Rimane il dubbio sulla festa di fine atto svolta come se nulla fosse accaduto, con tanto di provveditore in prima fila. A nessuno è venuta l'idea di farla precedere, si tratta di una scuola superiore non di un'accademia di danza, da una discussione in assemblea sul bullismo.

Ieri gli ideatori del ballo parlavano dei principi alla base del progetto artistico basato sull'«alfabetizzazione emozionale».

Al ballo c'era anche la vittima che ha studiato la strategia giusta: affrontare l'ambiente, non farsi isolare. Gli isolati dovrebbero essere i violenti. Dovrebbero.
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