Caronte mette in ginocchio il pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Il reparto di Emergenza, in difficoltà perenne a causa della carenza di medici e infermieri, ieri è andato in tilt già a metà giornata per i troppi accessi di persone, soprattutto anziane, che hanno accusato malori per il caldo da record dovuto all'anticiclone africano.
A mezzogiorno, erano una quarantina i pazienti registrati al triage di Contrada Amoretta che hanno affollato la sala medica per l'intera giornata in attesa di un ricovero. Terminati letti e barelle, le persone sono state sistemate anche sulle sedie a rotelle: molte di loro hanno finito per trascorrere la notte in pronto soccorso.
«È stato un inferno», racconta un operatore sanitario che preferisce però restare anonimo. «Sono molto tesi spiega i rapporti con la direzione medica di presidio e la direzione generale. L'altra settimana, proprio prevedendo un simile contesto, abbiamo chiesto interventi urgenti dal punto di vista gestionale (il pronto soccorso di Avellino non è dotato di un piano per la gestione del sovraffollamento, ndr), ma non abbiamo ancora ricevuto risposte».
Quindi ricorda: «All'inizio del mese, una nostra collega ha avuto un mancamento durante il turno di notte per il troppo stress accumulato: è impossibile lavorare in questi condizioni». Come più volte segnalato da Il Mattino, nel reparto di Emergenza, diretto da Antonino Maffei, mancano almeno una ventina di unità tra medici, infermieri e operatori sociosanitari (Oss). I concorsi per le assunzioni a tempo indeterminato, che pure sono stati banditi, o non sono ancora stati espletati o si sono risolti con un nulla di fatto. Infatti, in molti casi i vincitori (che partecipano contemporaneamente a più selezioni) preferiscono andare altrove: «È evidente che ad Avellino nessuno vuole venire a lavorare».
Quindi il problema non è solo di carenza di personale ma anche e soprattutto di organizzazione: «Una struttura di Emergenza ben organizzata non può soffrire in questo modo», conclude l'operatore. Per tamponare, il manager del Moscati Renato Pizzuti (fresco di rinnovo fino al 2025) il 7 giugno ha conferito tre di incarichi di lavoro di natura autonoma (dunque liberi professionisti assunti a tempo determinato) ad altrettanti medici d'urgenza per appena 36 ore settimanali e per soli 4 mesi. Un palliativo, insomma, per un pronto soccorso che da qualche settimana a questa parte è congestionato per i troppi codici in ingresso. Il resto lo sta facendo l'anticiclone africano ribattezzato Caronte che è considerato dagli esperti una delle peggiori ondate di calore degli ultimi anni. E che sembra voler dominare la scena per almeno altri 10 giorni, con un caldo da record soprattutto al Centro-Sud. Caronte ci sta traghettando, da giorni, verso un caldo infernale: in Irpinia abbiamo già toccato i 35 gradi all'ombra è il termometro sembra destinato a salire in modo repentino nelle prossime. Ma il pericolo maggiore di questa ondata di calore potrebbe essere la durata con la cappa e il caldo che potrebbero insistere sull'Irpinia fino al 4 o 5 luglio. Circostanza che, in assenza di provvedimenti, potrebbe far precipitare la situazione del pronto soccorso di Avellino. Dove continuano ad arrivare persone da tutta la provincia anche dall'Alta Irpinia a conferma del fatto che la medicina territoriale funziona poco e male e che gli ospedali di competenza dell'Asl di Avellino (Frangipane di Ariano Irpino e Criscuoli-Frieri di Sant'Angelo dei Lombardi) continuano a essere la seconda scelta per i cittadini di quelle zone. Un'inversione di rotta, in questo senso, è quella per il momento soltanto annunciata dal nuovo piano di sanità territoriale. Una serie di progetti, molto ambiziosi, per mettere su una rete di medicina di prossimità fondata su 4 ospedali comunità supportati da 10 case della comunità e 4 centrali operative territoriali. I soldi per realizzarli, convertendo strutture esistenti, ci sono (sono quelli stanziati dal governo con il Pnrr). Ma, nemmeno a dirlo, anche in questo caso resta da sciogliere il nodo personale.