Camorra ad Avellino, incubo faida:
colpi al rione Aversa 24 ore dopo l'agguato

Camorra ad Avellino, incubo faida: colpi al rione Aversa 24 ore dopo l'agguato
di Katiuscia Guarino
Sabato 22 Agosto 2020, 12:00
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Un incubo senza fine. Ad Avellino si spara ancora. A poche ore dall'agguato in via Visconti, che poteva costare la vita al pregiudicato 34enne Francesco Liotti, ferito al volto, la città è tornata a tremare per 3-4 colpi di pistola esplosi, questa volta in aria, nella serata di ieri, a rione Aversa, nei pressi nelle abitazioni di altri pregiudicati. Ma nella stessa zona vivono anche i familiari dello stesso Liotti.

I residenti hanno avvertito chiaramente gli spari, segnalando il passaggio sospetto di un ciclomotore con a bordo due persone. In ogni caso nessun danno o ferito. Un episodio che dunque potrebbe essere strettamente correlato al raid di due giorni fa. La Polizia, arrivata dopo pochi minuti sul posto con i Carabinieri, per l'esattezza alla rotonda che conduce verso via Palatucci, indaga ora su più fronti, perché la sparatoria di ieri sa tanto di prolungamento o rappresaglia (se indirizzata ad altri) rispetto ai fatti avvenuti vicino Parco Palatucci. Un vero e proprio incubo faida, rispetto al quale gli inquirenti sono chiamati a verifiche certosine.

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Nel frattempo proprio gli autori dell'agguato di giovedì a Francesco Liotti potrebbero finire presto nella rete della Polizia. Le indagini coordinate dalla Procura vanno avanti a ritmo serrato, ma nulla al momento è emerso fino a ieri sera. In ogni caso si starebbe valutando la posizione di alcune persone. Il cerchio potrebbe chiudersi presto con le manette ai polsi dei responsabili. Le investigazioni sono a buon punto. Bocche cucite da parte degli investigatori che avrebbero passato al setaccio anche una vettura sulla quale sarebbe salito Liotti dopo l'attentato, prima di essere accompagnato in ospedale da un'ambulanza del 118 scortata dagli agenti della Questura. Sono stati fatti passi in avanti importanti nelle indagini. E ciò a seguito dell'attività portata avanti dalla Squadra Mobile. Gli uomini del vicequestore Gianluca Aurilia hanno ascoltato una serie di persone e hanno visionato le telecamere di videosorveglianza della zona di via Filippo Visconti - dove è avvenuto l'agguato l'altro ieri mattina - di via Morelli e Silvati, di Parco Palatucci e di alcuni esercizi commerciali. Sondati gli ambienti criminali e ci sono state già delle perquisizioni. Sono stati raccolti elementi che avrebbero portato a individuare alcuni sospetti.
Almeno due sarebbero stati a bordo della vettura bianca dalla quale sono stati esplosi i sei colpi di arma da fuoco, una calibro 7,65. Un proiettile ha colpito al volto il 34enne avellinese, Francesco Liotti, che è riuscito a mettersi in salvo e a trovare riparo, pur pesantemente ferito. Chi ha sparato voleva uccidere. Forse per uno sgarbo a qualche gruppo o esponente criminale o per un regolamento di conti per una partita di droga. Sul luogo dell'agguato la Polizia Scientifica ha raccolto quattro bossoli, che sono stati analizzati. Una serie di macchie di sangue disegna il percorso che ha seguito Liotti per sfuggire all'attentato, mettendosi al riparo. Il 34enne si è salvato in extremis. Ora è ricoverato e piantonato all'ospedale Rummo di Benevento dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico dall'equipe dell'unità specialistica maxillo-facciale. Ha riportato la frattura della mandibola. È in prognosi riservata, ma non corre pericolo di vita. Non è per ora in grado di fornire indicazioni su chi ha premuto il grilletto della 7,65. Potrebbero però essere prima gli agenti della Polizia, coordinati dal procuratore Vincenzo D'Onofrio e dal sostituto Maria Teresa Venezia, ad arrivare agli esecutori dell'agguato dell'altro ieri mattina che aveva sconvolto l'intera città, ora ancora più turbata dopo la «stesa» di rione Aversa giunta poche ore dopo.

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La Squadra Mobile peraltro stava già cercando eventuali collegamenti tra l'agguato di giovedì e l'incendio della vettura che era in uso a Liotti, anche se intestata a un'altra persona, accaduto circa un mese fa in città. Quel rogo di origine dolosa potrebbe aver rappresentato un primo segnale intimidatorio nei confronti del 34enne avellinese, finito già in altre inchieste. Assolto per la morte del giovane Mauro Cioffi, avvenuto in via de Concilj, finì nell'inchiesta per la gambizzazione del titolare di un bar di viale Italia. Insomma, una persona ben nota alle forze dell'ordine.

Ora, dopo attentati, agguati e intimidazioni, la comunità avellinese spera in una rapida risoluzione del caso.

C'è paura e indignazione nel capoluogo, soprattutto tra i residenti delle aree dove si sono verificati i fatti: l'agguato di giovedì è avvenuto in pieno giorno, intorno alle 12.30, nei pressi di Parco Palatucci. Nessuno fortunatamente s'è trovato in zona. Lo stesso ieri a rione Aversa. 

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